I VANDALI DEL METRÒ. QUANTO CI COSTA UN WRITER

CLAUDIO SCHIRINZI
Rivedo un film che si apre con una fila di detenuti con i piedi incatenati che spaccano pietre sotto il sole. Sorrido. Mi vergogno, ma sorrido. Perché penso ai vandali della bomboletta spray che vengono a Milano da tutto il mondo per imbrattare i treni del metrò e mi domando se un po’ di sana fatica fisica non sarebbe una cura efficace contro la stupidità. Come se non bastassero gli imbecilli nostrani, dobbiamo fare i conti anche con quelli di importazione. Arrivano qui da tutti i continenti – gli ultimi due addirittura dal Sudamerica – perché sanno che in Italia non rischiano l’arresto. Anzi, non rischiano nulla. E allora eccoli pronti a partire per l’eroica avventura, una sorta di safari con la garanzia che leoni e tigri non hanno né denti, né artigli. Zero pericoli, ma l’immortalità digitale assicurata: il trofeo non sarà una testa impagliata che le tarme e il tempo consumeranno, ma un filmato che su Internet sopravviverà ai suoi autori-attori. Il vandalismo è sempre intollerabile e rientra nelle attività codificate dalla Terza legge fondamentale della stupidità umana formulata dal professor Carlo M. Cipolla, docente emerito di Storia economica all’Università di Berkeley: «Una persona stupida è chi causa un danno ad altri senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita». Infatti il vantaggio di imbrattare una carrozza della Mm è incomprensibile, il danno provocato alla collettività è evidente, la perdita da parte di chi lo pratica è quantomeno la spesa per la vernice spray. Il vandalismo è sempre intollerabile, dicevamo, ma lo è a maggior ragione nei periodi di crisi economica quando a tutti i livelli si è costretti a rinunciare persino a servizi essenziali per risparmiare.
È insopportabile che Atm debba spendere 400 mila euro all’anno per pulire i treni dai graffiti. Atm non è un’entità astratta e lontana: Atm siamo tutti noi che comperiamo il biglietto del tram. Vorremmo pagare soltanto il prezzo del trasporto e invece dobbiamo pagare anche la cancellazione delle scritte. Soldi buttati via. Proprio mentre il Comune si appresta a tagliare «tutto ciò che non è indispensabile». Atm ha intensificato i controlli (e anche questi costano). Negli ultimi otto mesi sono stati sventati 142 tentativi di intrusione su 200 e sono stati fermati un’ottantina di writer. Uno di questi, affidato alla polizia in serata, la mattina dopo era di
nuovo all’opera con la vernice. Sette su dieci sono stranieri: Milano è ormai la capitale europea del turismo vandalico. Sui primati che nessuno vorrebbe siamo imbattibili. Che fare? Si dirà che la trasgressione è un passaggio fondamentale del processo di crescita. Ebbene, lo sono anche l’assunzione di responsabilità e il rispondere delle proprie azioni. Chi rompe paga e chi sporca pulisce, o almeno dovrebbe farlo. I vandali fermati risultano invariabilmente nullatenenti; spendono centinaia di euro in bombolette spray e in telecamere per riprendere le loro imprese, ma non hanno un soldo per pagare i danni. E allora paghino con il lavoro, con
la fatica. Magari senza arrivare a spaccare le pietre sotto il sole… Anche se forse gli farebbe un gran bene.
clschiri@gmail.com

*editoriale apparso sulle pagine del Corriere della Sera di Milano del 3 aprile 2013

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One Response to I VANDALI DEL METRÒ. QUANTO CI COSTA UN WRITER

  1. massimo Rispondi

    4 aprile 2013 at 10:58

    1°Ci sono dei cervelloni nostrani che pubblicamante dichiarano che l’attività WRITER è utile perché scarica certi tipi di violenza e sublima l’istinto artistico di potenziali Van Gogh.

    2°poiché certe attività vengono fatte con molto tempo all’interno di depositi ferrotramviari che dovrebbero essere sorvegliati e custoditi anche a fini antiterrorismo, come fanno certe persone a stazionare all’interno degli stessi per il tempo necessario?
    La pulitura ed il ripristino delle superfici imbrattate richiede forti costi di materiali e manodopera, viene il legittimo dubbio che non impedire o favorire il writing sia un ottimo affare senza fine, per qualche furbo nostrano. Meditate !

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