Lettera al Direttore Vercesi

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Gentile direttore Pier Luigi Vercesi,

desidero esprimere la mia preoccupazione per l’immagine di copertina voluta per l’ultimo numero del magazine Sette, dove all’interno c’è il primo servizio sull’Europa e i giovani. L’impatto è quello di una visione delle realtà giovanili, in questo caso a Berlino, che privilegiano spazi esteticamente omologati al ribasso.
Si tende a rappresentare la gioventù quasi compiaciuta del degrado che la circonda.

Lo spregio vandalico appartiene a pochi giovani che si appropriano con l’abuso degli spazi di tutti.
Non sono certo quelli i migliori fra i giovani, che perlopiù subiscono con rassegnazione  (per fortuna non sempre), la sporcizia, la trascuratezza nei luoghi che frequentano, l’abbandono da parte di chi dovrebbe intervenire immediatamente nelle azioni di pulitura – proprio per consentire ai giovani di “distinguere istintivamente” ciò che è solo una grave forma di aggressione dannosa degli spazi comuni, da ciò che può essere “espressione d’arte” nel rispetto dei luoghi.
Ed è proprio la mancanza di attenzione e la rinuncia delle istituzioni “all’educazione del diritto alla bellezza” che è il peggior incentivo al deturpamento progressivo, soprattutto in Italia.
Il presentare, però, in copertina di Sette una bella coppia appoggiata a un brutto muro imbrattato ritengo sia stata una scelta comunicativa subliminale non apprezzabile.

I giovani non sono omologati al peggio, non sono bamboccioni, non sono tutti rassegnati e chi “li costringe in un’immagine degradata” commette un errore.
Quella non è l’unica realtà.
Ciò che accade oggi dipende anche e molto dalla incapacità degli adulti di dare segnali importanti alla gioventù per guidarli verso comportamenti civili.
Il costringerli in un contesto disgustoso, appesantendo visivamente la realtà,  non onora il giovanile innato e sopito senso del bello, che aspetta di trasformarsi da crisalide in farfalla. Gioventù europea e italiana è anche questa, ma da sola non ce la può fare, diamogli tutti una mano per favore.
Se anche Lei direttore crede in ciò che ha scritto nell’editoriale quando precisa: che in Europa il cambiamento avverrà nei fatti, che l’Europa dev’essere delle persone e capace di ridurre le disparità …e aggiunge anche che “è ottimista” e che i nostri figli si sentono già in parte più europei, io la prego di “voler cogliere nei prossimi servizi molto di più ciò che si sta evolvendo, piuttosto di quello che si involve intorno alla gioventù”.

Un muro così sporco andrebbe forse messo come sfondo ai politici italiani, i quali davanti allo scempio assurdo del nostro aggredito paese stanno ancora “fingendo di non sapere che qui arriva il turismo dei vandali provenienti da tutto il mondo”, i quali sono ben consapevoli della tenuità delle norme italiane che regolano oggi il contrasto al vandalismo.

La saluto cordialmente e la ringrazio per l’attenzione. Buon lavoro

Andrea Amato
Presidente Associazione nazionale Antigraffiti

p.s.
La invito a visionare su Charge org la raccolta di firme per una petizione che si propone di ottenere leggi italiane – per il contrasto agli atti vandalici- in linea con quelle degli altri paese europei

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One Response to Lettera al Direttore Vercesi

  1. Alberto Bini Rispondi

    17 gennaio 2015 at 08:04

    Condivido ogni parola.
    Davanti alla sporcizia vecchia di anni si tenta di scaricare ogni responsabilità sui giovani. Costringendoli poi a vivere nel degrado fatto da pochi e non recuperato da quei molti che di fatto ne avrebbero l’obbligo.

    Le facciate delle scuole spesso sono indegne di accogliere la massa di chi non ha nessuna colpa di ciò che fanno pochi delinquenti. Ma un progetto serio, continuativo e imposto “senza mezzi e mezzucci” da chi dell’istruzione italiana vanta autorevolezza e competenza non s’è mai visto.
    Le scuole imbrattate dovrebbero restare chiuse. Per rispetto all’educazione civica.
    Chi le imbratta verrebbe automaticamente punito all’emarginazione dai suoi compagni (che sanno).
    All’estero non si può frequentare l’università per due anni se si sceglie di fare il vandalo.
    Ma le regole e la loro applicazione dipende dagli adulti. Noi siamo allo sbando totale.
    Se è vero che il premier Renzi vuol partire dall’istruzione.. cominci dall’ingresso delle scuole.
    Dov’è sporco non si entra più. Se le economie destinate alla scuola non consento la ripulitura- il giorno di scuola si passa a ridipingere – con colori comprati subito da genitori e ragazzi. Poi si entra.
    Chi nella scuola, minorenne, viene trovato con bombolette spray (vietate ai minori) viene sospeso con chiamata immediata dei genitori.
    Sembro troppo duro. No non lo sono. E’ solo che davanti a genitori incapaci, evidentemente incapaci, di inculcare il rispetto e la civiltà serve si parta con decisione e coraggio dalla scuola dell’obbligo.
    Regole uguali per tutti e chiare, fanno gli uomini del futuro capaci di reggere un paese oramai rapinato della sua dignità.

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