Graffitari in azione Il «Velobox» diventa un cartone animato

LEGNAGO. È accaduto alle porte di San Pietro

La colonnina dell’autovelox trasformata in un’opera artistica. I writers, che ricoprono abusivamente con scritte e graffiti realizzati con bombolette spray gli spazi lasciati vuoti sui muri ed i cartelli di Legnago, stavolta hanno preso di mira uno dei cinque «Velobox» installati lo scorso anno in città. Gli apparecchi, del costo di 2.200 euro ciascuno, hanno lo scopo di dissuadere gli automobilisti dal premere troppo l’acceleratore nei centri abitati. Così, probabilmente allettato dall’ampia superficie a disposizione, lo sconosciuto «graffitaro» ha trasformato in un variopinto personaggio di fantasia la colonnina arancione di via Padania Inferiore, a San Pietro. Tale performance, che ha attirato la curiosità di parecchi automobilisti in transito lungo la regionale, ha però avuto un successo effimero. Ieri, infatti, il personale del Comune ha cancellato i graffiti poichè, così conciato, il «Velobox» non era riconoscibile come segnalazione stradale, nonostante una scritta in inglese, realizzata dallo stesso writer, recitasse: «Look me!» ovvero «Guardami!». Per Claudio Marconi, assessore al Patrimonio: «L’episodio di per sé è da condannare, come ogni danneggiamento ai beni comunali. Tuttavia non va drammatizzato, essendo in ogni caso una forma artistica di strada».

Articolo pubblicato il 14 marzo 2015 su L’Arena

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2 Responses to Graffitari in azione Il «Velobox» diventa un cartone animato

  1. Walter Rispondi

    16 marzo 2015 at 10:42

    <<Tuttavia non va drammatizzato, essendo in ogni caso una forma artistica di strada».
    Detto da un assessore al patrimonio si comprende perchè in Italia il graffitismo selvaggio fatto senza alcuna autorizzazione alcuna abbia così tanto successo.

  2. Maria Antonia Livi Rispondi

    16 marzo 2015 at 14:13

    Leggendo il curriculum dello psicolologo assessore si può comprendere che il suo fortissimo impegno nel sociale e nel tentativo di recupero e aiuto di soggetti svantaggiati può, forse, avergli suggerito di usare “parole non consone al suo ruolo pubblico”.
    Lei Dott. Claudio Marconi avrebbe proprio dovuto avere la capacità di scindere i suoi compiti. Se è assessore al Patrimonio non è opportuno sminuire il peso di un atto vandalico, che è contro la legge e che alla comunità che rappresenta è costata danaro pubblico sacrificato per la ripultura.

    Dunque: se un atto vandalico può “a suo giudizio essere inserito fra ciò che è catalogabile come forma artistica ” diventare un peccato veniale? Il suo ruolo di assessore è quello di occuparsi della protezione dei beni pubblici. Lei è liberissimo di pensare così, però sia cortese, se vuole affermare che la legge sull’imbrattamento va interpretata, forse “liberamente” dovrebbe dimettersi e in ogni caso “provvedere personalmente” a coprire il costo del ripristino della funzione originale del Velobox.

    Esprimersi artisticamente deturpando il patrimonio pubblico è un reato grave. Punto!

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