Todi, il gruppo Retake torna in azione Ripulite le pensiline delle fermate dei bus

TODI

Il gruppo ‘Retake Todi’ colpisce ancora. Nato spontaneamente grazie alla volontà di persone animate dal desiderio di una maggiore cura della città, autocostituitosi su ispirazione di un’analoga, precedente, esperienza romana, che a sua volta ha preso le mosse da una consolidata abitudine anglosassone, ha fatto l’ultima uscita domenica. Dopo la ripulitura della cartellonistica stradale, dopo aver ‘spolverato’ qualche monumento, ora è stata la volta delle pensiline di attesa degli autobus. Quindi un ulteriore nuovo intervento fatto da questo gruppo di volonterosi cittadini a favore del decoro urbano con il legittimo interrogativo «a chi spetterebbero queste operazioni?».

L’impegno del Retake Todi si ripete, ormai quasi con regolare cadenza, e con l’esponenziale accrescersi del numero delle persone coinvolte. La speranza è che il buon esempio sia contagioso tanto che tali iniziative contribuiscano a risvegliare sempre più la sensibilità dei cittadini. «Il che, sia ben inteso – dicono gli animatori del gruppo – non si deve sempre tradurre nell’impegno fisico della partecipazione alle operazioni di ripulitura, ma sarebbe sufficiente che suggerisse un comportamento più educato e responsabile, tale da non imbrattare». Comunque sia la partecipazione attiva alla manutenzione dei beni comuni, deve indurre a riflettere su chi avrebbe la reale competenza e responsabilità di tali interventi. Ma l’amaro è ancora più forte alla luce della ormai consolidata non punibilità di chi sporca o danneggia quei beni che appartengono a tutta la comunità. «All’interno delle pensiline – aggiungono – ben in mostra ed evidenti c’erano affissi, del tutto abusivamente, grandi manifesti, che pubblicizzavano un recente spettacolo di un circo». «Nel caso, quindi, l’individuazione dell’autore dell’incivile comportamento, peraltro fatto per ricavarne un profitto in termini di visibilità, non dovrebbe essere stato troppo difficile. E’ stato multato? Probabilmente no».

ARTICOLO DI LUIGI FOGLIETTI DEL 19 GENNAIO 2016, IL MESSAGGERO

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