L’arte in un graffito non chiede (sempre) il permesso

LETTERE POSTE CELERE

MILANO

UNA LETTRICE le chiede perché dei valenti writers (che non fanno certo tag) vengono condannati ed altri pur bravi vengono apprezzati. L’errore di fondo è considerare solo la bellezza del disegno e ciò la dice lunga sul concetto di legalità che evidentemente non è ancora ben recepito. Non è il concetto di estetica che deve essere considerato. Un disegno può essere bellissimo, ma fatto senza autorizzazione rientra nella violazione dell’art.639 del codice penale sull’imbrattamento. Non si è ancora capito che la differenza tra arte e vandalismo è la parola «permesso».

Citizen via mail

GENTILE Citizen, se si dovesse stabilire (come fa lei) che sia un «permesso» a marcare «la differenza tra arte e vandalismo» mi angoscerei. Non poco. Sì, i muri vanno rispettati e la proprietà privata è protetta dai codici, ma tra un’opera d’arte e uno scarabocchio passa la stessa differenza che c’è tra un Jackson Pollock e un apprendista Latin King. Per me vale la supremazia – stavo per dire «del bello», ma il termine è così abusato, politicizzato, secolarizzato, annacquato che devo cambiarlo – la supremazia, dicevo, della creatività e della trasmissione estetica di emozioni, abilità, studi, sogni. Esistono sogni & segni che non hanno bisogno di permessi. Oggi i graffiti sono entrati nelle gallerie d’arte dopo essere stati per decenni sui cavalcavia, così come i rapper sono diventati milionari dopo aver abbaiato alla luna nelle aree industriali dismesse. Tra un condominio di viale Piave e Keith Haring da che parte stiamo? Lei da quella del «permesso», io faccio fatica a ritenere che un simile postulato ci basti per discernere.

LA REPUBBLICA, 20 MAGGIO 2016

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One Response to L’arte in un graffito non chiede (sempre) il permesso

  1. Luisa Belotti Rispondi

    22 maggio 2016 at 18:11

    Quindi??
    Andiamo avanti nell’anarchia totale e nella ignobile speranza che sia imbrattato il palazzo a fianco del nostro?
    Oppure la saracinesca si qualcun altro più sfortunato?
    Che poi se sporcano, tanto sarà lasciato tutto lercio per decenni.
    Ergo: vivremo sempre più nella monnezza visiva e in tutto quello che accompagna.

    Perché con l’andazzo che c’è, visto che anche nei giornali c’è chi, dopo gli imbrattatori vandali, poiché gode di uno spazio comunicativo di un certo pregio, dall’alto del suo “insindacabile giudizio”, se ne arriva con sue personali anarchie. Si mette al di sopra sopra la legge, per evitarsi “angosce”. Dice.
    Alla faccia dell’istigazione a delinquere.
    Scusi sa, ma così l’angoscia viene a noi cittadini, perché vorremmo vivere fra pari doveri e pari diritti, visto che siamo ancora in democrazia.

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