Via lo squallore da San Vittore: tocco di colore e decoro in 29 celle

MILANO

PENNELLATE arancioni, verdi e bianche rivestiranno le celle di San Vittore. Quinto raggio. Muri e infissi si preparano a cambiare pelle grazie al lavoro dell’associazione Retake Milano supportata dall’azienda Sikkens, marchio leader nel settore dei prodotti vernicianti, e dal suo distributore di fiducia Milano Color. Ieri, il battesimo: tute bianche e rulli. Sorrisi e sudore. Insieme, cittadini-volontari e detenuti porteranno decoro in 29 celle e in un corridoio. È la prima volta che accade, ed è questo il primo grande traguardo: il darsi da fare dentro il carcere, fianco a fianco. Il secondo step dopo la pulizia delle scritte vandaliche avvenuta lungo i muri perimetrali dell’istituto penitenziario. “Entrare” è un’altra cosa. Si lavorerà tre giorni a settimana, tutti i weekend fino al completamento del progetto. «Pittureremo pareti, infissi e bagni», spiegano i promotori. Un’area di circa 3mila metri quadri di superficie. Verranno coinvolti una sessantina di detenuti (circa due per cella) e occhio e croce 90 volontari, ma altri cittadini potranno unirsi.

SI STIMA di completare l’opera entro l’estate con l’ultimo ritocco a settembre. L’obiettivo è contribuire a migliorare gli ambienti in cui vivono i detenuti attraverso l’utilizzo del colore e la scelta di materiali idonei che, oltre a rendere più decoroso l’ambiente, offriranno una protezione a superfici deteriorate dal tempo e dall’usura. La prima cella “modello”, tutta ridipinta, è ammirata come fosse una cattedrale. Occhi strabuzzati, «quasi non sembra vero che quei colori vivaci abbiano preso il posto dello squallore che c’era prima. Sulle pareti c’era un colore indefinibile, tendente al giallino», dicono i volontari. A coordinare i lavori c’è Andrea Amato, presidente di Retake Milano, mentre Sikkens e Milano Color offrono i materiali vernicianti e un servizio gratuito di assistenza tecnica, in più organizzano i gruppi di volontari per l’imbiancatura.

«LANCIAMO il messaggio di sempre – dice Amato -, tutti possono prendersi cura dei luoghi in cui viviamo, dalla scuola al parco giochi, da casa propria al luogo di lavoro». E «tutto può cambiare -aggiunge Michelangelo Pajno, amministratore delegato di AkzoNobel Deco Italia, di cui fa parte il gruppo Sikkens – attraverso l’uso del colore. Anche gli studi lo dimostrano: si può innescare un processo di grande umanizzazione degli ambienti e generare una nuova forma di partecipazione sociale condivisa a più livelli. I nostri dipendenti parteciperanno come volontari, un impegno che siamo certi infonderà un nuovo senso di appartenenza e di orgoglio». «Una nuova esperienza, che arricchirà tutti coloro che parteciperanno», aggiunge Mirella Stefanizzi, amministratore unico di Milano Color. Per unirsi ai volontari occorre inviare un’e-mail a facciamoretake@retakemilano.org allegando copia della propria carta d’identità e indicando i giorni disponibili. La conferma è subordinata all’approvazione dell’Istituto penitenziario.

«Un legame tra il carcere e la città»

UN QUADRO gigante raffigura il carcere di San Vittore visto dall’alto e offre in tanti mini-disegni uno spaccato degli spazi, com’erano nel 1950. Lo realizzò un detenuto di allora firmandosi solo con le iniziali, M.R., probabilmente senza immaginare che oltre mezzo secolo dopo la sua opera sarebbe stata ancora considerata un capolavoro. La direttrice della Casa circondariale, Gloria Manzelli, la mostra ai visitatori. Indica la cura dei particolari, linee e colori che denotano impegno ma anche affetto, in un certo senso, per quel luogo di detenzione. E il progetto partito ieri, che vede cittadini-volontari e detenuti uniti per imbiancare 29 celle, denota lo stesso impegno e lo stesso affetto. Ha subito accettato la proposta? «Quando l’associazione Retake ha proposto l’iniziativa – spiega Manzelli – ero incredula. Ho chiesto più di una volta “sicuri che è gratis?”, perché proposte del genere non erano mai arrivate, anzi gli appelli per avere vernici o indumenti solitamente restano senza risposta. Già l’anno scorso, quando i volontari si sono dati da fare per rimuovere le scritte vandaliche dopo i disordini del primo Maggio, mi sono emozionata. Tutte queste persone attive rendono vive le parole di Kennedy: “Non chiederti cosa il tuo paese può fare per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese”». Quali sono secondo lei i valori del progetto? «Per prima cosa, le condizioni igieniche saranno più soddisfacenti dopo l’intervento di pulizia e tinteggiatura. Soprattutto, cittadini e detenuti lavoreranno in condizione di parità, fianco a fianco, senza secondi fini e senza giudicare. Semplicemente, ci saranno persone che si rimboccheranno le maniche insieme, liberi cittadini e detenuti con in mente lo stesso obiettivo. Il valore aggiunto è il collegamento tra carcere e territorio, tra dentro e fuori. San Vittore è parte integrante del quartiere e della città, non bisogna dimenticarlo. In più si dà un messaggio: si riqualifica un luogo “vivo”, dove c’è gente “viva”». Vede il carcere come risorsa per la città? «Non solo. Rappresenta una testimonianza storica, con la sua struttura centrale su cui convergono i raggi, esempio di panottico in Italia». Quali detenuti verranno coinvolti nel progetto di Retake? «Quelli del V Raggio. Bisogna tener conto che c’è un turn-over continuo, il periodo medio di detenzione qui è tra 89 e 100 giorni». Ci sono molti stranieri? «La percentuale è del 67 per cento. Sono di diverse nazionalità, in particolare abbiamo maghrebini, sudamericani e persone originarie dei paesi dell’Est».

ARTICOLI di MARIANNA VAZZANA DEL 27 MAGGIO 2016, IL GIORNO

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One Response to Via lo squallore da San Vittore: tocco di colore e decoro in 29 celle

  1. Mauro Bosio Rispondi

    2 giugno 2016 at 06:15

    Ma siete venuti da un altro pianeta! Bravi bravi bravi e grazie.
    Certo che fa strano il sentire che, mentre c’è gente come voi e come quelli che là ci lavorano che insieme si dà da fare con i carcerati per migliorare l’aspetto estetico di San Vittore, già a Roma hanno la bavetta alla bocca e si stanno leccando i baffi per quell’edificio storico. Progettano già di smobilitare tutto e vendere una struttura tanto bella per monetizzare.
    Colate di cemento su cemento e avanti, spazio a chi fa colare cemento e anche grasso.
    Impossibile per la gente normale non dubitare che si stia tentando una enorme speculazione.
    San Vittore è una struttura bellissima e perfettamente inserita nel centro di Milano.
    Basterebbe sistemare bene dentro ciò che va sistemato e sgravare un po’ l’affollamento altrove.
    Si chiama “manutenzione” dell’esistente. Ma pare una parola sconosciuta “manutenzione”.
    Tutti appena vanno al comando si inventano le proprie nuove cattedrali.
    Occhio però a decentrare carcerati e carcere, costringendo i parenti a far viaggi assurdi, perché politici che frequentano assiduamente quelle strutture da ospiti fissi, ce ne sono parecchi parecchi ormai.

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