Finiscono nei guai i devastatori di parco Venturini

Graffito selvaggio

BRESCIA

Dalle accademie di Belle Arti ai muri cittadini, non per opere destinate alla storia, ma per devastazioni da graffito selvaggio. In quattro erano già finiti nei guai, sorpresi mentre imbrattavano muri del centro nei mesi scorsi, guadagnandosi una denuncia per atti di imbrattamento. Nel corso delle indagini della Polizia Locale erano stati sequestrati anche foto e filmati, conservati nei pc dei graffitari, di età compresa tra i 23 e i 43 anni. Le immagini li immortalavano anche in altri episodi poco artistici, compresa l’incursione notturna del marzo scorso al Parco Venturini, dove avevano distrutto pannelli decorati da writer che avevano partecipato al progetto del Comune di Brescia »True quality». La loro posizione si è così aggravata, dopo gli approfondimenti di indagine da parte della Locale che «ha svolto un ottimo lavoro – ha dichiarato l’assessore alla sicurezza Valter Muchetti – perché la tutela dei beni comunali e la difesa del decoro urbano restano per noi una priorità». Un impegno che prosegue senza sosta. 

ARTICOLO DI Lilina Golia DEL 30 AGOSTO 2016, CORRIERE DELLA SERA

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6 Responses to Finiscono nei guai i devastatori di parco Venturini

  1. Enza P.C. Rispondi

    31 agosto 2016 at 06:31

    Ed ecco un “perfetto quadro” dell’assurdo: maggiorenni, fra i quali c’è perfino un 43 enne, che vanno a devastare anche il lavoro fatto legalmente da altri writer.
    Sono persone che spargono malessere e devastano i beni comuni.
    E’ questo che troppo spesso si pretende di far passare come una marachella giovanile?
    Tollerabile, quasi come fosse un pedaggio inevitabile per la società, perché si teme possa essere una non codificata PULSIONE ARTISTICA REPRESSA CON VALUTABILI IPOTETICI DIRITTI DI ESPRESSIONE?

    Perché non sia mai che accada qui in ITALIA (dove si dovrebbe conservare per il mondo un patrimonio straordinario) che si frustri troppo “l’arte” di chi imbratta ovunque e gli si faccia passare per sempre la voglia di vandalismo. Cerchiamo ancora un Raffaello o Leonardo in erba? (Scusate il bisticcio d’espressione, perché essere in erba fino a qualche anno fa significava solo “essere ancora in fase di crescita” e non essere strafatti di droghe “cosiddette leggere”).
    Assistiamo impotenti a questa caccia impari tra “polizia e devastatori”, che come un brivido osceno percorre tutto il Paese e tutto ciò merita una riflessione. Soprattutto se si torna da vacanze passate all’estero.
    Una riflessione serve. Non quella dei cittadini, che poveracci, esterrefatti e sgomenti, patiscono miriadi di aggressioni a case e beni comuni, ma da parte di chi “avrebbe l’obbligo di fare progetti seri di prevenzione a largo raggio, non demandando alla volontarietà di una giunta comunale o l’altra il tutto”.

    Nelle scuole dovrebbe essere insegnata la smarrita “educazione civica”, ma anche nelle “scuole nessuno dovrebbe entrarci quando l’estetica esterna dell’istituto è deturpata da vandalismi”.
    Nessuno provvede alla pulizia annuale, prima dell’avvio dell’anno scolastico.
    Nessuno si preoccupa di non permettere che una struttura in cui è conservata arte fruibile sia esternamente devastato. O che un parco giochi pubblico sia sotto tutela costante.
    Perché la cultura e la sua protezione futura e la diffusione di conoscenza “cominciano da lì” (non dal regalino in danaro, una tantum dato ai neo 18enni e pronti al voto).
    Questo però il Governo non lo fa e non ne ha nessuna voglia.

    Da anni il grido disperato di aiuto per l’Italia martoriata lanciato da chi cerca di porre rimedio al degrado ormai inaccettabile è, prevalentemente, trattato alla stregua di un “fastidioso rumore di sottofondo”.
    Le associazioni di volontari antidegrado sono trattate come una combriccola di stralunati, che vanno stancati allo sfinimento e poi messi a cuccia.
    Burocrazia infinita, zero aiuti economici, delusioni, fatica e un artistico propedeutico silenzio mediatico, nel lungo termine, sfiancherebbero chiunque, se non fosse che l’amore per il proprio paese sa vincere anche questo.

  2. Mariella Mastronardi Rispondi

    4 settembre 2016 at 20:16

    Scusate, che cosa vuol dire”la loro posizione si è aggravata?”. Verranno puniti con sanzioni pecuniarie, del sano carcere e azioni di ripulitura? Perché questo è il punto in Italia: finché tutto sarà lasciato sulla carta e mai tradotto nell’applicazione delle leggi, le nostre città continueranno ad essere degli aborti. Sono stata di recente a Roma e Bologna: volevo piangere dall’orrore e dalla depressione che quelle brutture destavano in me. C’erano addirittura dei turisti francesi che fotografano gli scempi: eh già, perché da loro il fenomeno è stato efficacemente combattuto e tali orrori sono semplicemente dei pezzi da museo che, come tali, vanno fotografati.

    • Andrea Rispondi

      7 settembre 2016 at 08:56

      Buongiorno Mariella, nell’articolo che abbiamo riportato non è specificato quale sia l’aggravamento della posizione dei vandali. Credo, da come si evince dal pezzo, che i ragazzi fossero già stati indagati e che i nuovi imbrattamenti non hanno fatto che peggiorare la loro situazione, in attesa del processo. Non appena ne avremo notizia pubblicheremo l’evolversi della vicenda.

  3. Dario Autieri Rispondi

    6 settembre 2016 at 22:36

    Nessuno ti risponde, cara Mariella. Chissa’ perche’.

  4. Giacomo Iacobucci Rispondi

    11 settembre 2016 at 21:43

    Caro Andrea, apprezzerei molto se, come hai scritto, pubblicaste gli esiti del processo. A Campobasso un demente che si firma “Pensa” è stato beccato in flagrante, ha pagato una multa irrisoria e adesso sta di nuovo lasciando il segno sugli edifici della città. Siamo disperati, possibile che ci sia tanta impunità? Un’altra cosa: se i cittadini sporgono querela al foro competente (o alle forze dell’ordine), c’è la possibilità che vengano risarciti per il danno? Grazie.

    • Andrea Rispondi

      16 settembre 2016 at 10:22

      Buongiorno Giacomo, purtroppo non siamo a conoscenza degli esiti del processo (non ci sono notizie successive all’articolo pubblicato). Non appena avremo aggiornamenti li pubblicheremo sul sito. E’inquietante quanto accade in Italia perchè siamo un popolo che non s’interessa nel concreto di quanto succede e quando lo facciamo ci limitiamo, e su questo siamo campioni, a lamentarci che le cose non vanno bene. Chi prova a trovare delle soluzione, informandosi e proponendo nuove idee, viene rimbalzato dal sistema. Rassegnarsi o continuare a credere che le cose posso cambiare? Io propendo per la seconda.
      I cittadini possono essere risarciti se sono proprietari del bene danneggiato.
      Cordiali saluti.
      Andrea Amato

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