«Scritte sui muri i proprietari non vanno multati»

Il presidente di Confedilizia non ottiene udienza in Comune: servono più controlli e sconti sull’Imu per chi pulisce

«È ingiusto che i proprietari alle prese con i ripetuti danni dei vandali, vengano trattati allo stesso modo degli autori dei danneggiamenti». La Confedilizia chiede al Comune di modificare il regolamento di Polizia locale e se i privati devono proprio ripulire i muri pena la sanzione, di introdurre il baratto amministrativo. Una norma questa prevista dal nuovo Codice degli appalti che se applicata potrebbe rappresentare una novità assoluta. Ma da palazzo D’Aronco le risposte non arrivano: «Volevo farlo presente al sindaco, Furio Honsell – afferma il presidente, Paolo Scalettaris -, al quale una settimana fa ho chiesto un incontro. A quella richiesta non ho ancora ricevuto risposta, sono deluso». Ma andiamo con ordine e iniziamo con il dire cosa prevede il nuovo regolamento della polizia locale già approvato dalla giunta Honsell che ora attende l’ok della commissione e del consiglio comunale. Stando a quel documento il proprietario è obbligato a pulire le scritte e se non lo fa incorre in una sanzione che va da un minimo di 50 a un massimo di 300 euro. «È assurdo» afferma il presidente della Confedilizia rendendosi portavoce della preoccupazione dei proprietari delle abitazioni esposte all’azione dei vandali e dei graffitari. Un’azione tutt’altro che insignificante. Basta passeggiare in centro e contare quanti palazzi sono ricoperti da scritte che rendono indecorosi diversi angoli della città. «La soluzione adottata è irragionevole – insiste Scalettaris -, tanto più che l’imbrattamento dei muri deve considerarsi collegato anche all’insufficiente controllo delle vie pubbliche da parte degli enti a ciò preposti: ciò emerge dal previsto potenziamento della videosorveglianza. Il fatto stesso che si preveda una maggiore opera di sorveglianza con videocamere è il riconoscimento che uno degli elementi che contribuisce a questa situazione è la maggiore o minore efficacia dell’opera di controllo nelle strade». Secondo la Confedilizia, insomma, «i proprietari delle case non possono sopperire alla carenza di controlli nelle strade anche in termini di dissuasione a queste iniziative vandaliche». E ancora: «In nessun’altra città avviene questo». Ecco perché Scalettaris suggerisce a Honsell di adottare il baratto amministrativo e prevedere quindi lo scambio di benefici sul piano fiscale. Vale a dire sconti sull’Imu per chi pulisce le scritte. «Potrebbe essere la strada giusta per affrontare il tema fermo restando che l’intervento di pulitura va visto come un intervento di interesse pubblico quindi anche di competenza dell’ente pubblico» puntualizza Scalettaris non senza aggiungere che «questa soluzione potrebbe essere una soluzione nuova che nessun Comune, al momento, ha ancora adottato». Una soluzione qualificante soprattutto, sono sempre le parole si Scalettaris, «per un’amministrazione che a parole dice di essere aperta al nuovo». Al momento, però, nulla si muove. Non a caso l’auspicio della Confedilizia resta quello di avere udienza a palazzo D’Aronco per approfondire le possibili soluzioni e «far venire meno le preoccupazioni dei tanti proprietari di casa interessati dal problema». Intanto, nonostante i sistemi di videosorveglianza già installati, i vandali continuano a lasciare le loro firme sui muri dei palazzi pubblici e privati della città.

 

Articolo  di Giacomina Pellizzari pubblicato sul Messaggero Veneto il 2 settembre 2016

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2 Responses to «Scritte sui muri i proprietari non vanno multati»

  1. Marco Mercuri Rispondi

    5 settembre 2016 at 16:22

    Ho trovato su Labsus la recente decisione della Corte dei Conti che ritiene non applicabile il “baratto amministrativo” così come è oggi articolato. Le tasse son da pagare, perchè entrano nel bilancio preventivo di una città, e per far pari e patta facendo sconti economici ci vorrebbe una legge specifica.

    Quindi forse a Udine devono pensare altro… e magari pulire subito, che è meglio per tutti.
    A Milano chi pulisce casa subito ha le strade belle per annate intere, chi le lascia al loro destino è attaccato ogni giorno di più. Ma sia chiaro che dovrebbe essere chi governa l’Italia a dare indicazioni certe a tutto il Paese, perché questa forma di “disperata creatività amministrativa, arricchita di mille pareri e pro o contro quello e quell’altro (riempiendo pagine e pagine di giornali), ormai sta rasentando il patetico.

    Questo sotto è tratto da LABSUS

    “Il Comune di Bologna smaschera il “baratto”

    Bene ha fatto il Comune di Bologna, che è stato il primo in Italia a redigere e ad approvare il Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni, a chiedere alla Corte dei Conti “se i Comuni – senza incorrere in violazioni delle norme di contabilità pubblica e di danno erariale – possano consentire l’adempimento dei debiti relativi ad entrate comunali corrispondenti a residui attivi di bilancio mediante l’effettuazione di un’attività sostitutiva del pagamento riconducibile ad una delle attività sussidiarie contemplate dall’articolo 24 d. l. cit.” offrendo così alla Corte dei Conti l’opportunità di rispondere che no, non possono, perché l’interpretazione letterale della norma non lo consente.

  2. giuseppe Rispondi

    14 settembre 2016 at 11:41

    Se i proprietari degli immobili, spalleggiati dall’Associazione che li rappresenta (?), non vogliono pulire, si tengano la città com’è adesso, cioè una fogna. Naturalmente: degrado = meno visitatori = meno reddito = meno posti di lavoro. Buona fortuna: io spendo altrove i miei soldi da turista, in città dove non ci sono imbrattamenti né gangs né pericoli per i visitatori.

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