Risposta all’intervista al prof. Davide Rampello apparsa sul Corriere…

Lettera del coordinatore dell’Associazione Antigraffiti al Corriere della Sera in risposta all’intervista del professore Davide Rampello apparsa sul Corriere il 14 maggio 2007.


Gentile Schiavi,

nell’attesa che il nucleo dei Vigili Antigraffiti si costituisca e prenda ad operare sul territorio milanese rimango basito dalle affermazioni rilasciate da una persona intelligente e preparata, quale reputo il Presidente della Triennale, nei confronti dell’ennesimo atto vandalico. Leggendo l’intervista del professore Davide Rampello sul Corriere (14 maggio2007) non capisco il suo sconcerto:

“…posso accettare la provocazione, la tag su un muro anonimo “; “…solitamente i writer lavorano in luoghi difficilmente accessibili: i viadotti, gli scali di ferrovie…”; “…è sciocco da parte loro voler danneggiare monumenti e chiese”;”…violato il codice dei writers”.

Milano è devastata da queste violazioni di “codice dei writers” e forse ma soprattutto dell’articolo 639 del codice penale. Solo adesso si è accorto che anche la Basilica di San Lorenzo è stata oggetto dell’ennesimo attaco nei confronti del nostro patrimonio di monumenti storici? Non esistono solo muri “anonimi” ma Milano è devastata da scarabocchi su muri pubblici e privati.

Caro Professore si ravveda e cominci a considerare la dimensione del fenomeno dei graffiti anche sotto il profilo vandalico: l’aspetto artistico  fino a quando rimane all’interno di un museo non offende nessuno e, visto il successo delle mostre su Haring, Basquiat e l’ultima tenuta al Pac, rallegra solo chi va a tali mostre.

Distinti saluti

Andrea Amato
Coordinatore del’Associazione Nazionale Antigraffiti

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