La denuncia Fotografato il blitz dei vandali e consegnato il dossier ai vigili
In una notte 183 graffiti
Imbrattata un’intera zona
Da piazzale Bacone a via Plinio. I residenti:vergogna
MILANO – Un intero quartiere sfregiato, devastato. In una sola notte i writers hanno colpito con 183 tags. Palazzi e serrande, senza risparmiare centraline telefoniche, tende e pergole di alcuni esercizi commerciali. Graffiti enormi, anche sessanta per cento centimetri. Da via Farneti, a viale Abruzzi, via Plinio e via Eustachi. Scritte che però non sono sfuggiti ai cittadini del comitato apolitico Abruzzi-Piccinni, collaboratori del progetto Milano Quartiere Pulito. E, dopo il blitz dei graffitari, sono scattate le foto. Quarantadue in via Farneti, 21 in viale Abruzzi, 28 in via Plinio, 92 in via Eustachi.
«Il fulcro delle scritte – spiega Fabiola Minoletti, presidente del comitato – è tra via Eustachi e piazzale Bacone. E le «firme» sono Hers, Nsa, Clsk’s, Blak, Rugna». Gli imbrattatori hanno colpito la scorsa settimana, nella notte tra venerdì 7 e sabato 8 gennaio. Indisturbati. Rapidi e invisibili. Senza essere ripresi da telecamere o da pattuglie delle forze dell’ordine che, si dice, monitorizzano la zona.
Ci hanno pensato però i cittadini. Hanno raccolto il materiale fotografico e lo hanno inviato alla polizia locale che si occupa di degrado urbano.
«Anche la mia abitazione – sottolinea Andrea Amato, segretario dell’associazione nazionale antigraffiti – è stata indirettamente colpita. È un episodio molto grave: una decina di ragazzi sono riusciti in una sola notte a fare danni ingenti. Se si pensa che per pulire una tag, ci vogliono 20 euro al metro quadro e che di solito si deve pulire la facciata (300 euro), il conto è presto fatto: è uno scherzetto da 55 mila euro. E chi ha fatto il danno riesce sempre a farla franca». Quindi una frecciata al Comune: «L’amministrazione non fa nulla. In tre anni ha speso per il ripristino delle facciate 24 milioni di euro, senza risolvere il problema. Non solo. C’è stata una sentenza del Tar che ha bloccato l’Amsa, preposta per la pulizia, così ha immobilizzato tutto. E quindi i vandali vanno a nozze».
Anche noi ci siamo calati nei panni dei detective. Seguendo il percorso delle 183 tags, abbiamo osservato che nella zona Eustachi-Bacone c’è un sorprendente numero di «firme» ricorrenti: Zoor, Bsc, Crash. Su una serranda c’è la tag di Zoor, abbinata a BSC (Bacone Special Crew). E la Bacone Special Crew, come recita Internet, è un gruppo musicale i cui componenti hanno delle sigle che, guarda caso, si ritrovano come tags in questa zona. Ma non è tutto. Su You Tube esiste anche un loro filmato musicale: «BSC, scontro frontale (Blain) ft Shaley e Kat», nel quale appaiono persino veloci flash delle loro tags. Nel loro sito esistono anche fotografie che ritraggono volti associati a tag. Una strana coincidenza che non sarà certo sfuggita a chi è preposto al contrasto del fenomeno.
«Noi – dice Fabiola Minoletti – ci siamo già attivati e abbiamo cancellato 21 graffiti in viale Abruzzi. Anche in via Eustachi, due custodi hanno ripulito le scritte sulle loro facciate. A prescindere da chi pensa che tutto ciò sia un arte, per noi è stato uno sfregio gratuito che sicuramente lascerà dei segni nel tempo, deteriorando l’immagine del quartiere».
Michele Focarete
16.01.2011
vedi link sul Corriere della Sera:
http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_gennaio_16/20110116MIL05_08-181266618357.shtml
MILANO – IN QUATTRO ANNI il Comune ha speso 35 milioni di euro per ripulire Milano da graffiti e vandalismi da bomboletta. Una guerra senza quartiere agli imbrattatori da strada. Almeno fino a qualche mese fa. Lo scorso marzo, infatti, il Consiglio di Stato ha ritenuto legittime le istanze della società Antigraffiti spa di Giuseppe Caloia, appoggiata anche da Assimprendil (associazione degli imprenditori edili), che ha fatto ricorso contro la decisione di Palazzo Marino di assegnare, senza una gara pubblica, il servizio di
ripulitura degli immobili alla municipalizzata Amsa, che aveva anche previsto un sistema di abbonamenti per i condomìni più martoriati. Tutto da rifare. Otto mesi dopo, però, non si è mosso ancora nulla. Anzi, c’è grande confusione: sembra che nessun assessorato abbia raccolto la delega lasciata dal dimissionario Paolo Massari, ex responsabile dell’Ambiente, che a sua volta aveva avuto poco tempo per occuparsi della vicenda. In realtà, le funzioni sono state assorbite ad interim dal sindaco Letizia Moratti, ma finora la situazione è
rimasta inalterata. Nel frattempo, i graffiti proliferano. E i residenti devono adeguarsi: chi vuole rimettere a posto le facciate imbrattate deve rivolgersi a una società privata, con inevitabile lievitazione dei prezzi (si può arrivare anche a 800 euro per ripulire qualche tratto di vernice); l’Amsa viene chiamata in causa solo quando si tratta di cancellare scritte ingiuriose o minacce dirette a personaggi pubblici. Tutti gli altri, cioè la stragrande maggioranza della popolazione, devono arrangiarsi da soli. «Prima il Comune copriva l’80% dei costi -
commenta Fabrizio De Pasquale, consigliere comunale pidiellino – e i condomini contribuivano con un modesto 20%». FACENDO due calcoli, la spesa complessiva nella battaglia ai vandali sale a quasi 44 milioni di euro. Una settimana fa, De Pasquale ha inviato una lettera di sollecito al primo cittadino (che non ha ancora risposto), nella quale «chiedo il ripristino del finanziamento per il servizio di pulizia». Sì, perché il milione di euro previsto per questo specifico capitolo di spesa è stato dirottato alla manutenzione delle case
popolari (emendamento della rifondarola Patrizia Quartieri approvato durante l’ultimo assestamento di bilancio). Certo, ci si può consolare con i dati relativi alla repressione del fenomeno: gli agenti del Nucleo decoro urbano, corpo creato ad hoc nel 2007, hanno colto settantacinque writer in flagranza di reato, denunciandoli penalmente, e comminato 161 sanzioni da 450 euro in due anni. Otto sono finora i processi già chiusi, con condanne dei responsabili a pagare multe salate o a riparare il danno con attività socialmente utili.
«Milano, che si avvale anche di una banca dati delle tags – assicura il numero due di Palazzo Marino, Riccardo De Corato – è l’unico Comune italiano che porta a giudizio i graffitari». «Non basta – replica Andrea Amato, segretario dell’Associazione nazionale antigraffiti -. Da mesi non abbiamo più un referente e tutti sappiamo che un vandalismo tira l’altro: se gli imbrattatori si accorgono che nessuno ne cancella più gli sgorbi, ne arriveranno sempre di più». Basti citare il caso di via De Amicis: «Abbiamo segnalato più volte lo
stato di degrado della strada, ma nessuno ci ha mai dato una risposta». E ancora, il Ticinese, bersagliato quotidianamente dai vandali, il quartiere Isola e il Giambellino. «Un anno fa – continua Amato – abbiamo proposto l’istituzione di una task force per il monitoraggio mirato di alcune zone della città: avremmo speso molti meno soldi rispetto ai 35 milioni di euro sborsati dal Comune». E la risposta? «No, grazie».
IL CONTROCANTO
L’assessore alla Cultura Finazzer «Ora sono pronto ad aprirgli le porte per una collaborazione»
13 luglio 2010
Il proscioglimento di Bros, al secolo Daniele Nicolosi dall’accusa di aver imbrattato alcuni spazi della città divide l’opinione pubblica e – ma non è la prima volta – la stessa giunta milanese.
L’un contro l’altro schierati il vicesindaco Riccardo de Corato, acerrimo nemico degli «imbrattatori» e l’assessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory, promotore del progetto «Walls of fame»
che da settembre affiderà una decina di spazi comunali ad altrettanti graffittari. Appena avuta la notizia del proscioglimento di Bros, che vanta in curriculum una mostra a Palazzo Reale e una al Padiglione di arte contemporanea, Finazzer Flory coglie la palla al balzo per coinvolgerlo nel progetto. «Premesso che non sempre la giustizia formale corrisponde a quella reale in un Paese come il nostro, dove anche nel campo del diritto pesano di più i precedenti che le innovazioni, il fatto che Bros sia stato prosciolto consente sul piano culturale di accoglierlo a lavorare con noi in nome della libertà artistica. Allo stesso tempo, però, devono esserci regole chiare, semplici e condivise – commenta l’assessore -. Ecco quindi che non avendo più il vincolo di un contenzioso di fronte al nostro ente mi permette di coinvolgere, con coerenza e convinzione, Bros nelle nostre attività».
Non la pensa così Fabrizio de Pasquale, presidente della commissione consigliare Arredo urbano e segretario dell’Associazione nazionale Antigraffiti, che definisce la sentenza «scandalosa e molto pericolosa perché regala a migliaia di ragazzini il sogno dell’impunità, ma evidentemente oggi il diritto si sostiene nelle opinioni dei magistrati e non nelle leggi. Come associazione ci domandiamo cosa succederebbe se andassimo a imbrattare il Tribunale:
sicuramente verremmo assolti».
Ordinanze antidegrado una valanga di multe ma i problemi restano – E la prostituzione si è spostata al coperto – Bilancio a un anno e mezzo dagli “editti” sulla sicurezza: solo un decimo delle sanzioni viene pagato – Le strade – Lo spaccio
FRANCO VANNI
25 April 2010
Nelle vie dei locali continua a imperversare il caos con il consumo di cocaina e alcol nei parchi e nelle piazze
“Da noi i viados sono diminuiti per merito della gente che ha ricominciato a vivere il proprio quartiere”
franco vanni
Le ordinanze anti-degrado del sindaco Moratti hanno portato i vigili, in un anno e mezzo, a fare 19mila multe. Cinque su sei hanno colpito le prostitute e i loro clienti. Le altre hanno punito accattoni molesti (974), writers (112), chi acquista droga (369) e 36 ragazzi sotto i 16 anni sorpresi con la birra in mano. Una valanga di sanzioni che «non serve al Comune per fare cassa – come ripete il vicesindaco Riccardo De Corato – ma per fare deterrenza, e risolvere davvero i problemi». Poco importa, quindi, se i vigili stimano che siano meno di un decimo le multe che le prostitute pagano davvero. Al di là del numero di verbali incassati, per capire se le ordinanze abbiano sortito effetti bisogna guardare alla strada, più che alla statistica. E a diciassette mesi dal varo delle super multe da 450 euro, il quadro che emerge ha luci e ombre.
Se la prostituzione per strada negli ultimi mesi sembra essersi in parte spostata negli appartamenti (e lo riconoscono anche i comitati dei residenti più critici), i lavavetri non si fanno spaventare dai ghisa, le vietatissime bottiglie di vetro abbandonate fanno ancora parte dello scenario di degrado di via Vetere, e sui Navigli continua quasi indisturbato lo spaccio notturno di cocaina. Il sindacato dei vigili Csa stima che le campagne del Comune per applicare le ordinanze siano costate in diciassette mesi oltre due milioni di euro solo in straordinari. Per De Corato, è stato un buon investimento. E per dimostrarlo parla di quello che è riuscito meglio: «La campagna di contrasto alla prostituzione in strada non è mai stata così intensa – dice – e i risultati si vedono».
A furia di verbali (1.409 solo nel marzo scorso), prostitute e viados si sono fatti più discreti, preferendo la casa al marciapiedi. Succede nella zona di viale Abruzzi. Fabiola Minoletti, guida del comitato, racconta: «Il giro delle auto comincia sempre più tardi, e sui marciapiedi non c´è l´affollamento di un tempo». Ma Salvatore Crapanzano, presidente del Coordinamento dei comitati milanesi che rappresenta 50 assemblee di residenti, precisa: «Ora in quella zona protesta chi abita nei palazzi, di colpo colonizzati dai viados». E se in viale Certosa la prostituzione non molla, nella zona di viale Toscana la situazione è paradossale: i residenti di via Boselli, strada privata dove le prostitute si nascondevano di notte con i clienti, hanno ottenuto dal Comune solo venerdì scorso il permesso, che avevano chiesto un anno e mezzo fa, di chiudere la via con un cancello. «Nel frattempo il problema si è ridotto – dice Paola Ceroni, del comitato – ma il merito è soprattutto della gente, che ha ricominciato a vivere il quartiere di sera, non solo delle multe».
Per Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in consiglio comunale, il vero effetto delle ordinanze è un altro: «La città, decidendo sempre e solo nuovi divieti, si è provincializzata e imbarbarita, e i problemi sono tutti ancora lì». Una battaglia ancora da vincere è quella contro gli imbrattatori. «Amsa non pulisce più i muri da mesi dopo l´annullamento della gara con cui dava in appalto i lavori – dice Andrea Amato, presidente dell´Associazione nazionale antigraffiti – . Le multe in teoria sarebbero un deterrente, ma basta guardare le strade di Milano che la cosa non funziona». Altro punto critico è quello della lotta all´accattonaggio molesto: in stazione Centrale, come a Brera e in via Dante, il problema rimane. «Mentre un ragazzino sorpreso a bere birra ha interesse a pagare la multa, chi vive in condizioni di disagio sociale non lo farà mai – spiega Mario Furlan, fondatore dei City Angels – vale per gli accattoni, che importunano anziani e donne, come per chi si droga in pubblico».
CRONACA DI MILANO
Primo writer a processo «Non imbratto, la mia è arte»
Gianni Santucci
8 April 2010
Tribunale «Il Comune prima mi invita ad esporre a Palazzo Reale e poi chiede il processo». Palazzo Marino: spesi 35 milioni per pulire i muri.
Bros davanti ai giudici. De Corato: va punito
Davanti a un giudice si scontreranno due concezioni della città. Quelle che ruotano intorno alla distinzione tra imbrattamento e arte, repressione ed espressività. Il writer Daniele Nicolosi, 28 anni, in arte «Bros», che ha già esposto in musei e gallerie, si trova sotto processo con l’accusa di aver imbrattato (o abbellito) alcuni edifici coi suoi graffiti.
«C’è un’incongruenza all’interno di questa citazione in giudizio: prima il Comune mi invita alla mostra di Palazzo Reale, dall’altra parte mi cita in Tribunale», dice Bros. Ma visto che ieri, alla prima udienza, il pm ha dichiarato di procedere solo per due episodi sui 17 proposti dal Comune, il vice sindaco Riccardo De Corato rilancia: «Questa decisione rischia di venir letta come un messaggio diseducativo, dato che l’imputato è un soggetto plurirecidivo, e potrebbe concorrere a un abbassamento della guardia contro il fenomeno».
Le nuove norme introdotte dal «pacchetto sicurezza» nel luglio 2009 hanno inasprito le pene per i graffitari e quindi previsto il passaggio di competenza di fronte alla magistratura ordinaria. È la prima volta che un processo a un writer non si svolge, come avvenuto in passato, di fronte al giudice di pace. A «Bros» viene contestato un graffito sulle mura esterne di San Vittore e un altro sulla tettoia di una pensilina alla fermata del metrò in piazzale Lodi. Commenta il suo avvocato, Giuseppe Iannaccone: «Mi piacerebbe che il Comune dimostrasse lo stesso impegno che sta mettendo contro Bros per realizzare un museo di arte contemporanea e per promuovere altre forme di sostegno ai giovani artisti italiani».
Palazzo Marino si è costituito parte civile contro in qualità di «ente danneggiato»: il 19 maggio, data della prossima udienza, si saprà se la posizione del Comune verrà accettata. «Solo per l’intervento di ripulitura della casa circondariale – spiega De Corato -, effettuato da Amsa nell’agosto 2009 su una superficie di 500 metri quadri, l’amministrazione ha speso quasi 6 mila euro». Palazzo Marino diffonde anche le cifre di un impegno che va avanti da anni, uno dei capisaldi della politica della giunta: 35 milioni di euro spesi a partire dal 2006 per pulizia di muri e campagne informative; quattro processi già chiusi (uno dei quali si è chiuso con una lettera di pubbliche scuse e un altro con le riprese video dei ragazzi che ripulivano); in un anno e mezzo 55 writer denunciati sorpresi in flagranza di reato dai vigili. Critico anche il consigliere del Pdl e presidente dell’associazione nazionale antigraffiti, Fabrizio De Pasquale: «Ora abbiamo le leggi, ci auguriamo che i giudici le applicano senza arrogarsi il diritto di stabilire cosa sono l’arte e il disagio giovanile».
Gianni Santucci
OPERAZIONE «MURI PULITI» La Moratti ai writer: «Facciamo un patto» Il re dei graffitari «Bros» trasforma il suo processo in un caso destinato a fare scuola: «Dicano se la nostra è arte». Il Comune: «Per colpa sua spesi 65mila euro». Però il sindaco rilancia: «Noi diamo gli spazi, loro insegnino a non imbrattare la città»
8 April 2010
Enrico Lagattolla
I graffiti sono arte o spazzatura? O ancora, c’è differenza tra i murales di Bansky – forse il più famoso writer al mondo – e lo scarabocchio che imbratta un vagone della metropolitana? Insomma, esiste la «street art»? Domande su cui si è spaccata la politica milanese (memorabili le polemiche tra l’ex assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi e il vicesindaco Riccardo De Corato), e che ora finiscono in tribunale, investendo indirettamente i giudici che dovranno emettere una sentenza a carico di «Bros», al secolo Daniele Nicolosi, a processo per imbrattamento.
Perché – è vero – Bros ha «firmato» alcuni edifici milanesi, e per qualcuno quelle firme non sono altro che immondizia da ripulire, con i costi che il servizio comporta. Nicolosi, però, ha anche esposto al Pac e a Palazzo Reale e – per dare un’idea – il ministro della Difesa Ignazio La Russa espone un suo lavoro nel salotto di casa. A uscire da questa terra di mezzo ci prova lo stesso writer. Ieri, al termine della prima udienza, il writer ha di fatto anticipato quello su cui finirà per esprimersi il tribunale quando, al termine del processo appena iniziato, verranno depositate le motivazioni della sentenza. Sia che si tratti di una condanna, sia che finisca con un’assoluzione. In ogni caso, infatti, il giudice dovrà addentrarsi nel merito delle contestazioni dell’accusa. Imbrattamento o forma d’arte? «Il paradosso – dice ora il 28enne – è che potrebbe essere un giudice a riconoscere la nostra arte, malgrado l’accanimento del Comune contro di noi». «In altre città, come Amsterdam – aggiunge – la street art viene valorizzata e si danno spazi agli artisti per lavorare». E poi, il paradosso. «Prima il Comune mi invita alla mostra, poi mi cita in Tribunale». A Milano, infatti, per Bros – come per altri performer – la vita è dura. Nicolosi, ad esempio, è
accusato da Palazzo Marino di 17 episodi di «vandalismo»: graffiti su edifici privati (in un caso, però, il titolare ha rimesso la querela), sulle mura del carcere di San Vittore, sulla tettoia di una fermata del metrò e su altri palazzi del centro. E il Comune, in qualità di «ente danneggiato», si è costituito parte civile, chiedendo che gli venga riconosciuto un risarcimento in ragione delle spese (65mila euro) sostenute per ripulire la città dai lavori di Bros. Fabrizio de Pasquale, presidente dell’associazione nazionale antigraffiti, si augura che «i giudici applichino le leggi che ci sono, bisogna combattere questa piaga».
Nel frattempo il sindaco Letizia Moratti ospite ieri sera del programma di Antenna 3 «Forte e chiaro» diretto da Roberto Poletti, ha aperto al mondo dei graffitisti, stringendo con looro un patto assolutamente innovativo per la città. «Le faccio una proposta – ha detto a un writer ospite – scegliamo insieme zone della città dove sia lecito fare della street art, ma voi aiutateci a far capire ai ragazzini che imbrattare i muri non è una cosa positiva». Non solo, la Moratti, che ha confessato di essere grande ammiratrice di Keith Haring e di Basquiat – è andata oltre: in via sperimentale affiderà
a dei graffitisti affermati nell’ambiente la «tutela» di alcune strade. I wirter potranno disegnare sui muri, senza permettere ai ragazzini di «scarabocchiare».
CRONACA MILANO
I giudici danno torto al Comune Sospesa la pulizia dei graffiti gara
14 March 2010
Il Consiglio di Stato: no all’affidamento diretto all’Amsa, serve una della nuova assegnazione
di MASSIMILIANO MINGOIA MILANO LA PULIZIA dei graffiti da parte dell’Amsa? Sospesa da tre settimane. Il Consiglio di Stato, infatti, ha bocciato l’affidamento diretto del Comune all’Amsa dei servizi di pulizia dei muri cittadini. Per decidere a chi affidare la cancellazione dei graffiti è necessaria una gara pubblica, che negli ultimi anni non c’è stata. A presentare ricorso al Tar contro la prassi utilizzata dal Comune è stata la società Antigraffiti di Giulio Caloia, subito appoggiata dall’Assimpredil, l’Associazione dei costruttori edili. Un iter che ha visto l’ultimo passaggio tre settimane fa in Consiglio di Stato, che ha dato torto a Palazzo Marino. Risultato: la pulizia dei graffiti è momentaneamente sospesa. Almeno finché il Comune non farà partire il bando di gara. A SVELARE LO STOP temporaneo al servizio anti-graffiti è stato ieri pomeriggio il presidente dell’Amsa Sergio Galimberti. Secondo il numero uno della società di via Olgettina, «il Consiglio di Stato ha ritenuto che non poteva esserci l’affidamento diretto per gli edifici di proprietà del Comune». Insomma, la sospensione del servizio di ripulitura riguarda solo i palazzi in capo al municipio. Una tesi contestata, però, dall’Assimpredil. Dall’associazione degli edili, infatti, fanno sapere che il Consiglio di Stato ha bocciato anche i contributi che il Comune ha assegnato all’Amsa negli ultimi anni per consentire la prima pulizia gratuita degli edifici colpiti dai graffitari e abbonamenti scontati ai condomini. Insomma, secondo Assimpredil Palazzo Marino avrebbe agevolato troppo l’Amsa a danno di tutte quelle società private che si occupano di pulizia dei graffiti. E per questo motivo il Consiglio di Stato ha dato torto al Comune. IN ATTESA DEL BANDO, Galimberti lancia un altro allarme: «Nell’ultimo periodo vengono imbrattati anche auto e furgoncini. Di questo passo quello dei graffiti può diventare un problema di ordine pubblico». Sì, perché un automobilista che vede danneggiato il proprio bene potrebbe reagire in modo violento all’azione dei writer. Il rischio c’è e il presidente dell’Amsa l’ha voluto sottolineare, prima di registrare spiacevoli incidenti. Intanto l’assessore all’Ambiente Paolo Massari lancia un appello al senso civico dei milanesi sul fronte graffiti. E aggiunge: «Perché i commercianti non ripuliscono a loro spese le loro saracinesche imbrattate? Sarebbe un segnale positivo. Come quello dei cittadini del comitato di viale Abruzzi, che sono scesi in strada per ripulire da graffiti e tag i muri della loro strada, con l’aiuto dell’Amsa che ha fornito loro vernici e pennelli».
CRONACHE
di FEDERICA ANDOLFI
ASCOLI MONUMENTI imbrattati, Ascoli lanci…
di FEDERICA ANDOLFI ASCOLI MONUMENTI imbrattati, Ascoli lancia un nuovo modo di individuare i writers. Sarebbero una ventina i ragazzi identificati: adesso spetta alla polizia postale chiudere l’indagine. Esiste un cd con foto, cognomi e nomi di battaglia dei graffitari operativi ad Ascoli Piceno. Gli autori del reato sono ragazzi, sia minorenni sia appena maggiorenni, che continuano a sporcare o deturpare monumenti, palazzi storici, muri cittadini, carrozze dei treni o cartelloni pubblicitari. L’inchiesta è stata avviata dall’associazione «Ascoli da vivere», che da anni lotta contro il fenomeno del graffitismo come manifestazione di degrado e porta avanti campagne di sensibilizzazione antigraffiti nel rispetto, d’altra parte, di ogni espressione artistica che rientri nell’ambito legale.
E’ ANDATA così: l’associazione, che ha aderito ad una federazione antigraffiti a livello nazionale, ha studiato la situazione ascolana portando avanti verifiche sull’individuazione degli autori dei «disegni» e ha prodotto materiale dettagliato contenuto in un cd che è andato a finire nelle mani del Comune. L’amministrazione, a sua volta, si è attivata per ulteriori verifiche ufficiali ed incrociate mediante la collaborazione della polizia postale che ci sta attualmente lavorando. Dalle ricerche è infatti emerso che è consuetudine per i writers inviarsi via mail una foto che provi la realizzazione dell’«opera». La logica di base è che esiste una competizione tra gruppi o singoli writer che si lanciano reciprocamente una sfida: vince chi imbratta il luogo più pericoloso, o perche in zone centrali o perché obiettivo «difficile», in quanto sottoposto a sorveglianza. CON LE PROPRIE azioni i writers vogliono dimostrare la propria audacia, il proprio coraggio e sfidare l’ordine costituito. Tutti i risultati, motivo di vanto, vengono poi trasferiti in rete attraverso blog specializzati. Il censimento che «Ascoli da vivere» ha avviato (e che rientra nell’ambito di una collaborazione con il Comune) ha permesso l’identificazione di una ventina di writers: il più famoso è «Zora». Il nome da battaglia diventa fondamentale: il tag, ovvero la firma sul graffito, serve a farsi riconoscere all’interno del branco ed esprime la personalità e la cultura dell’artista che ricerca una caratterizzazione formale ed una estetica originale. IN TAL SENSO è decisiva la scelta del carattere, la colorazione, la plastica e la creatività della firma. La lotta ascolana contro i writers tiene conto di un fenomeno che è emergente sul territorio regionale. Nelle Marche, infatti, i graffitari non mancano di stupire: l’ultimo episodio, solo qualche giorno fa, a Falconara. All’aereoporto Sanzio, un uomo di 40 anni si è introdotto nella pista di atterraggio per scrivere su un aereo «Marta ti amo», una dedica alla fidanzata. Anche lui non aveva mancato di fare pubblicità alla sua opera, inviando all’amata le foto del graffito via internet.
Arrivano i volontari antidegrado I blitz progettati su Internet per ripulire la nostra città hanno attirato l’attenzione anche dell’Ama che, in un paio di occasioni, ha bruciato sul tempo queste iniziative
31 January 2010
Francesco Bisozzi
Sono sempre più numerosi coloro che partecipano alle passeggiate antidegrado. A organizzarle (tramite Internet) ci pensano quei movimenti per il decoro urbano di stampo squisitamente popolare nati in maniera spontanea nel corso di questi ultimi anni, ognuno dei quali ha in Rete il suo bel blog. I primi ad avere avuto l’idea delle “passeggiate” sono stati i ragazzi di RiprendiamociRoma (www.riprendiamocroma.blogspot.com [http://www.riprendiamocroma.blogspot.com]), un “blog di denuncia e di lotta al degrado sul campo” si legge nella loro home page. Ma l’iniziativa è subito piaciuta e così in breve ha fatto breccia anche in altri gruppi.
Diverse le passeggiate antidegrado organizzate. L’obbiettivo:
ripulire la città. Nel mirino, negli ultimi tempi, sono finiti i manifesti elettorali abusivi. L’ultimo blitz pochi giorni fa in via Nazionale. Ma, a dimostrazione del successo riscosso fin qui dall’iniziativa, una volta giunti sul luogo dell’appuntamento i ragazzi delle «passeggiate» di manifesti abusivi non ne hanno trovato più neanche uno. A batterli sul tempo è stato il Comune che, qualche ora prima il loro arrivo, aveva sguinzagliato sul posto gli uomini del Decoro Urbano. Secondo gli organizzatori si sarebbe trattato di una soffiata. Intanto, però, sul blog di RiprendiamociRoma già si parla della prossima passeggiata antidegrado, prevista per febbraio. Questa volta il blitz sarà
dedicato alla cancellazione dei graffiti. «Il programma è questo – spiegano gli organizzatori -: scegliamo una zona e ci mettiamo in contatto con i commercianti che vi lavorano per chiedere loro l’autorizzazione a cancellare i graffiti dalle saracinesche dei loro negozi. Dopodiché domandiamo ai residenti il permesso di provvedere a ridipingere anche i muri degli edifici deturpati dalle scritte. Il tutto in forma gratuita». E ancora: «In questi mesi abbiamo sperimentato diverse tecniche, alcune delle quali documentate dai nostri video su Youtube. Siamo in contatto con l’Associazione nazionale antigraffiti e abbiamo anche in programma di coinvolgere le ditte che si occupano di rimozione graffiti, restauro e protezione delle facciate, alcune delle quali si sono dette disponibili a incontrarci». Per partecipare, concludono gli organizzatori, è sufficiente mandare una mail al loro indirizzo. Le passeggiate antidegrado non sono però da considerare dei blitz fine a se stessi. Alla base c’è uno scopo ancor più ambizioso. Quelli di Riprendiamoci Roma hanno in mente infatti di dare vita attraverso queste azioni dimostrative a una rete di cittadini attivi sul territorio, quartiere per quartiere. «A ogni blitz antidegrado – promettono – lasceremo un segno del nostro passaggio, per coinvolgere sempre più gente nel progetto».
LETTERE E AGENDA
NELL’OTTOBRE scorso il presidente dell’associazione nazionale antigraffIti
10 December 2009
Il Resto del Carlino
NELL’OTTOBRE scorso il presidente dell’associazione nazionale antigraffiti (esiste anche questa) rese noto che solo in una città come Milano il costo della ripulituta dalle scritte varie sui muri è pari a circa 8 milioni . Non so, francamente, se esistano stime analoghe per Bologna, notoriamente uno dei luoghi d’elezione dei writers. Ma il problema è sotto gli occhi di tutti. Non vedo in alcun modo, tuttavia, la soluzione a cui Lei allude. Innanzitutto, le bombolette spray sono già soggette all’Iva, dunque la tassa esiste, come per gli altri generi dati al libero commercio. In secondo luogo, ci mancherebbe che si introducesse un sovrapprezzo partendo dal presupposto di un uso della bomboletta a fini presumibilmente o generalmente di imbrattamento. Si arriverebbe mi scusi la battuta all’introduzione di una specie di porto di bomboletta’, così come esiste il porto d’armi, dando per scontato che essa sia equiparabile a uno strumento pericoloso?
E se io volessi acquistare uno spray per decorare casa mia? No, signor Boari, davvero non sono convinto che questa possa essere una buona forma di prevenzione. E se poi, addirittura, si volesse vietare la vendita, rischieremmo che cosa, di alimentare un mercato nero, uno spaccio delle bombolette proibite? La questione ci riporta ai soliti punti: prevenzione e repressione. Ma con l’aggiunta di una tutela del patrimonio urbano di Bologna per il quale, al momento, non vedo in atto nessun progetto. Non importa citare l’ormai frusta teoria del vetro rotto’ in base alla quale, come sindaco di New York, Rudolph Giuliani applicò il principio che le conseguenze di un qualsiasi atto vandalico dovessero venire immediatamente bonificate dall’amministrazione, per evitare che il degrado si trasformasse in un’abitudine, in una costante. E’ sufficiente riflettere sul mimetismo dei comportamenti sociali, sulla circostanza per cui un luogo dove prevale l’incuria genererà altra incuria e altro deterioramento. Una norma da applicare, non semplicemente da proclamare. E da sostenere con i controlli, con le sanzioni e con l’assiduità dell’attenzione. La costruzione di una comunità, in tempi radicalmente mutati come questi, passa anche per questo normale, normalissimo impegno quotidiano.
COMUNI: MILANO; PER AMBROGINI PROPOSTI SAVIANO E RADIO MARIA.
20 October 2009
TRA NOMI GIOIELLIERE CHE FERI’ A COLPI PISTOLA SUO ASSALITORE
Si va dallo scrittore anticamorra Roberto Saviano a Radio Maria, passando per Remigio Radolli, il gioielliere che ferì a colpi di pistola il suo assalitore, per il poeta Giovanni Raboni e per l’associazione dei genitori con figli gay. Anche quest’anno le candidature per gli Ambrogini d’oro di Milano offrono ai partiti l’occasione per lanciare i nomi più sensazionali.
Accanto al presidente della Casa della cultura islamica di via Padova Asfa Mahmoud, il Pdl ha proposto per la benemerenza civica anche l’ex pm Stefano Dambruoso per le sue inchieste sul terrorismo di matrice qaedista e il direttore di Radio Vaticana padre Livio Fanzaga. In quota Pdl per l’Ambrogino 2009 ci sono poi il gioielliere di Cinisello Balsamo Remigio Ranolli (“il simbolo – ha spiegato Carlo Fidanza – di tutti i negozianti che non ne possono più di rischiare la vita per poter continuare a lavorare”), Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro, direttori dei due quotidiani milanesi Il Giornale e Libero.
Dall’opposizione, il Pd ha lasciato trapelare le candidature del poeta Giovanni Raboni, della fondatrice di Emergency Teresa Strada e dell’Agedo, l’associazione dei genitori di figli omosessuali. Mentre i Verdi, oltre a riproporre il nome di Roberto Saviano, già bocciato lo scorso anno, hanno proposto per l’onorificenza il giornale Seconda Mano, “che in tempo di crisi – ha affermato Maurizio Baruffi – serve a rilanciare l’economia del baratto”.
Fortemente contrapposte le due candidature di punta della Lega e dei partiti della Sinistra. Mentre il Carroccio propone l’Ambrogino per i vigili impegnati nei pattugliamenti contro i clandestini, la Lista Fo ha suggerito gli operai della Innse, protagonisti della protesta estiva sul tetto del loro stabilimento. Dal canto suo la Lista Moratti ha avanzato la candidatura dell’associazione nazionale antigraffiti.
Anche il mondo dello sport ha la sua rappresentanza nella rosa dei possibili benemeriti milanesi. Il sindaco Moratti ha canidato il pugile Roberto Cammarelle e l’ex milanista Paolo Maldini. Ma per par condicio gli interisti hanno subito rilanciato su Javier Zanetti.
Un monito, ormai tardivo, alla sobrietà nelle scelte, è arrivato dal vicesindaco Riccardo De Corato. “Un riconoscimento importante per la città di Milano, come quello delle civiche benemerenze – ha detto – non può diventare un suk, dove vige la regola del do ut des”.
E intanto, caso forse unico nella storia degli Ambrogini, un candidato ha rifiutato il titolo prima ancora che gli potesse venir assegnato. Così ha deciso il fondatore della Compagnia delle Opere Giorgio Vittadini, indicato per la benemerenza dal Pdl. “Pur onorato – ha affermato – sono convinto che ci siano persone più titolate di me a ricevere questo premio”. (ANSA)
MILANO ATTUALITA’
PIEDI D’ARGILLA; Trovate crepe nel basamento forse è colpa della metro I tecnici al lavoro per scoprirlo
26 August 2009
Il Giorno
MILANO DELL’IMPONENTE statua equestre di Garibaldi, realizzata da Ettore Ximenes e inaugurata quando l’Italia era una signorina poco più che trentenne (era il 1895), in largo Cairoli non si vede oggi che l’immagine rimpicciolita su un enorme cubo azzurro e nero al centro dell’aiuola fiorita e circumnavigata dai tram. I colori hanno ispirato una mano interista che ha vergato a bomboletta, sul lato del Castello, un cubitale «Curva nord Milano 1969», tra due scudetti col numero 17, quanti ne ha vinti la Beneamata. Proprio sotto il logo dell’«Associazione nazionale antigraffiti», parter del «Progetto monumenti Italia» nell’ambito del quale è stato aperto il cantiere del restauro. Che ora è silenzioso e fermo, in attesa che si compiano gli accertamenti tecnici sulle crepe scoperte una volta ripulito il monumento. L’eroe bronzeo e il suo cavallo si sono scoperti montati su piedi d’argilla.
In realtà, un conglomerato diverso dalla base di granito, che costituisce lo zoccolo sul quale sono scolpite le immagini della Libertà e della Rivoluzione. COLPA dei continui traumi generati dal passaggio della metropolitana? I periti, tra cui quello ingaggiato dal Comune, stanno indagando anche su questo. Ma dalla Soprintendenza ai Beni artistici, storici ed etnoantropologici della Lombardia, che ha compiti di sorveglianza sul restauro, fanno notare che potrebbe essersi trattato di un insieme di concause, dalle infiltrazioni d’acqua al peso sopportato, all’interno del quale le vibrazioni del traffico nel sottosuolo sarebbero uno tra diversi fattori di stress. «Come una persona debilitata che cammina per la strada, anche uno spostamento d’aria può farla traballare», esemplifica eloquentemente il funzionario incaricato Daniele Pescarmona. SE L’ASSESSORE Maurizio Cadeo si aspetta entro settembre un responso definitivo dai tecnici, l’esperto Pescarmona non vuole parlare di tempi: «Si è evidenziato un problema. Succede, nel momento in cui ci si avvicina a un’opera possono sorgere imprevisti. E quando spunta un problema sarebbe da folli chiudere gli occhi: infatti in questo caso non è accaduto. Può darsi che il basamento regga alle prove di carico, dimostrando di poter durare altri dieci anni, oppure che sia necessario intervenire subito: non spetta a me decidere. Ci sono dei periti che sono stati incaricati e si assumeranno la responsabilità delle loro decisioni». Nel frattempo, non è saggio farsi dettare scadenze dalla fretta, ammonisce Pescarmona: «Se il restauro di un quadro di Raffaello può durare anche tre o quattro anni, non si può pretendere che sia sbrigato in pochi mesi quello di un monumento rimasto per anni all’aperto, al freddo, sotto la pioggia e le intemperie». Gi.Bo.
“ Sergio Galimberti Graffiti Dal 2006 a oggi
già spesi 24 milioni di euro
7 August 2009
Graffiti, quanto ci costano. Nel bilancio annuale di Amsa, l’azienda municipalizzata di servizi ambientali, una parte consistente delle spese per il decoro e la pulizia della città, è rappresentata dal costo della ripulitura di palazzi, monumenti dai graffiti. Si parla di una media di 8 milioni di euro l’anno. Non solo, dei venticinquemila edifici puliti gratuitamente la prima volta, ovvero 2 milioni e 600mila metri quadrati di superficie complessiva, con la campagna «I lav Milan» lanciata dal sindaco Moratti e dall’Amsa nel 2006, infatti, il 25% sono stati nuovamente imbrattati. Per questo Amsa ha pensato a una campagna abbonamenti per la pulizia successiva delle facciate al costo di due caffé al mese, ma sono pochi i condomini che hanno aderito.
Tutto ciò nonostante l’ordinanza del sindaco del 4 novembre scorso, che prevede 500 euro di multa per chi viene sorpreso con la bomboletta in mano, cui si aggiungono le sanzioni previste dal «pacchetto sicurezza», che arrivano fino 3mila euro e a due anni di reclusione per i recidivi.
Alle quotidianità fatta di vandalismi e scarabocchi si aggiungono gli extra per le manifestazioni: il «bollettino di guerra» parla di 3,5 milioni l’anno spesi da Atm per riverniciare carrozze di tram e metrò imbrattate. Non solo Aler, l’azienda di edilizia residenziale, spende altrettanto mentre dimezzato, solo 1,5 milioni di euro, il budget di Ferrovie Nord per sostituire 7mila panchine e per riposizionare cartelli stradali storti o divelti. Secondo il presidente dell’Associazione nazionale antigraffiti Fabrizio De Pasquale se si volessero ripulire tutti i muri della città da tag e graffiti servirebbero addirittura 80 milioni di euro.
CRONACA DI MILANO
Scritte sui muri, la rabbia dei residenti:
«Ma alla fine si è stancato il writer»
Paola D’Amico
7 June 2009
Di notte il writer siglava la sua Tag (Oner) sui muri e al mattino seguente i cittadini, pazienti, la cancellavano con due pennellate di vernice. La sfida muta è andata avanti per giorni, settimane, mesi. Finché il writer non s’è stufato. Nel frammento di città compreso tra viale Abruzzi, piazza Ascoli, via Sansovino e Farneti, l’esperimento «Milano quartiere pulito», unico in Italia, portato avanti dai cittadini – residenti e commercianti -, consiste nell’armarsi di pazienza, secchi e pennelli, idrogetti e solventi, e dedicare un minuto al giorno alla pulizia di palazzi, serrande, chioschi, cestini Amsa, vetrate dei negozi.
Remare contro il luogo comune secondo cui «pulire è inutile, perché tanto sporcano di nuovo», e contribuire, invece, ad «educare al bello».
«La gente è così stordita dal degrado che non coglie più il bello – sostiene Fabiola Minoletti che assieme a Claudio Panareo è promotrice del Comitato Spontaneo Apolitico Abruzzi-Piccinni -. Noi siamo convinti che il degrado è una calamita che attrae altro degrado. E che tutti possono contribuire alla partita per il bello senza aspettare sempre un intervento dall’alto». Infine, è più proficuo esercitarsi con pennello e vernice piuttosto che scatenare guerre di religione contro i writer. Che i cittadini di viale Abruzzi studiano con interesse.
È il caso di un graffitato che si firma con la Tag «JE». Tende a colpire palazzi dal colore chiaro e puliti. «Inizialmente lascia le sue iniziali. Poi, se nessuno le rimuove, ritorna. E nel tempo crea attorno alla Tag dei vermi multicolori», spiegano nella relazione semestrale del progetto.
In nove mesi, dal 3 ottobre al 3 giugno, sono stati imbrattati 11 palazzi su 38 del quadrilatero interessato dalla sperimentazione; 3 serrande su 72; 17 manufatti (centraline telefoniche, cestini…). «La probabilità che imbrattino un palazzo è del 10 per cento ogni 3 mesi. E ricoprire un graffito di un metro per 40 centimetri richiede 2 minuti esatti di tempo», spiegano al comitato. Tra tutti, l’intervento più costoso in termini di tempo (15 minuti) e materia prima (12 euro di vernice) è la cancellazione delle Tag dalle serrande. I cittadini sono in parte aiutati da Amsa («ci fornisce le pitture giuste per ogni palazzo») e in parte si autofinanziano: rulli, guanti, solventi nitro, acquaragia si pagano con la cassa comune. Alla grande alleanza contro i graffiti partecipano Milano Muri Puliti e l’Associazione nazionale antigraffiti. «I risultati sembrano confortanti. Le percentuali basse di rimbrattamento che noi stiamo rilevando in un tempo di osservazione discretamente lungo dovrebbe sfatare il falso mito: “Non pulisco, perché mi imbrattano subito”».
Amsa interviene altrettanto tempestivamente laddove i cittadini non possono arrivare: sui muri lapidei e marmorei. Viale Abruzzi è un laboratorio: ogni nuova Tag scoperta al mattino viene fotografata e segnalata all’Ufficio Decoro Urbano, poi rimossa. Una battaglia che richiede tempo ma che sui tempi lunghi i residenti sono convinti di vincere.
PRIMO PIANO
I milioni di euro che lo Stato dovrebbe spendere per ripulire i muri firmati’ dai GRAFFITTARI DA MILANO A PALERMO
3 June 2009
Il Giorno
I milioni di euro che lo Stato dovrebbe spendere per ripulire i muri firmati’ dai graffitari da Bolzano a Palermo, secondo le stime dell’Associazione nazionale antigraffiti. In Lombardia i danni ammonterebbero a 305 milioni di euro
3 June 2009
Il Resto del Carlino
I milioni di euro che lo Stato dovrebbe spendere per ripulire i muri firmati’ dai graffitari da Bolzano a Palermo, secondo le stime dell’Associazione nazionale antigraffiti. In Lombardia i danni ammonterebbero a 305 milioni di euro
Writer pronti a fare gli straordinari
1 May 2009
Pietro Vernizzi
Una settimana nera per i muri della città. È quella tra il 25 aprile e il primo maggio, quando tra cortei e manifestazioni Milano si riempie di graffiti, scritte e scarabocchi come in nessun altro periodo. Con un costo per le casse comunali che nell’arco dell’intero 2008 è stato di 15,5 milioni, di cui 12 milioni a carico di Amsa, per ripulire le pareti esterne delle case, e tre milioni e mezzo pagati dall’Atm per riverniciare bus, tram e carrozze del metrò trasformate in graffiti ambulanti. Anche se, come spiega Fabrizio De Pasquale, presidente dell’Associazione nazionale antigraffiti e consigliere comunale del Pdl, «a queste cifre vanno sommati altri 3 milioni spesi dall’Aler per le case popolari e un milione e mezzo tra interventi delle Ferrovie nord, sostituzione di 7mila panchine imbrattate e riposizionamento dei cartelli stradali resi illeggibili dalle scritte». Ai 20 milioni di spesa pubblica va poi aggiunto quello che i privati mettono di tasca propria per ripulire i muri delle case o le saracinesche dei negozi. De Pasquale stima che «se si volessero cancellare tutti i graffiti presenti in città, la spesa lieviterebbe a 80 milioni di euro».
Sul fronte della lotta a writer e imbrattatori da un anno esiste però una novità di rilievo. Come sottolinea sempre il consigliere, «il Comune ha attivato un nucleo antidegrado della Polizia municipale. Si tratta di 15 agenti che di notte girano per le strade in borghese e armati di telecamere cogliendo i graffitari in flagrante. In un anno ne hanno denunciati 60». Poca cosa se si pensa che secondo i dati diffusi dalla Camera di commercio in Provincia di Milano sono vendute 18mila bombolette spray al mese, di cui l’82%
destinato a imbrattare i muri. Azioni che, fino a quando restano impunite, danno la sensazione che Milano sia una terra di nessuno dove i writer sono liberi di spadroneggiare come gli pare e piace.
«Peccato che la magistratura finora non abbia considerato tutto questo un problema – commenta De Pasquale -. Occorre che i giudici ci mettano un maggiore impegno, e che il Comune cerchi di spingere perché da parte loro ci sia meno lassismo».
Ma non è l’unica proposta dell’azzurro: «Al sindaco Letizia Moratti chiedo di rifinanziare i programmi di ripulitura da parte di Amsa fino al 2015. A New York e Chicago è un’operazione totalmente a carico degli enti pubblici. A Milano non è pensabile che il Comune faccia tutto da solo, ma ha comunque il dovere di dare il buon esempio ai privati». Mentre al governo, e in particolare al ministero della Pubblica istruzione, De Pasquale lancia l’idea di «sensibilizzare gli studenti al rispetto del decoro urbano con degli incontri nelle scuole». Scarsa invece la fiducia nel dialogo con i graffitari: «Anche volendo mettere a loro disposizione qualche spazio, occorre tenere conto che i writer con finalità artistiche sono la minoranza, mentre la stragrande maggioranza sono dei veri e propri vandali».
CRONACA DI MILANO
14 February 2009
PUBBLICITA’
In merito all’articolo di Armando Stella pubblicato ieri sul Corriere, vorrei precisare quanto segue. L’Associazione antigraffiti ha ricevuto a luglio una proposta di convenzione dall’Impred Cost che ha cestinato perché non ero assolutamente convinto della linearità dell’accordo tra Comune e detta società. Non siamo stati incaricati da Impred Cost di alcuna attività a nessun titolo. Ribadisco dunque che né l’associazione né io personalmente siamo dunque partner (che poi non capisco legalmente che significhi) dell’iniziativa. Sarebbe bastato chiamarmi per chiarire questo equivoco.
Fabrizio De Pasquale
IL WRITER Ivan non è Paul Valéry
Vorrei segnalare un’ingiusta attribuzione di merito. Riguarda una frase riportata diverse volte su diversi mezzi di stampa e attribuita a Ivan (il poeta-writer): «Il futuro non è più quello di una volta». Nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma in natura e in arte, certamente. Però la paternità è dello scrittore francese Paul Valéry: «Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta».
Nicoletta
CRONACA DI MILANO
Restauri, guerra della pubblicità «Nessuna gara per i monumenti»
Gli imprenditori ricorrono al Tar
Armando Stella
13 February 2009
La denuncia L’Agiar: concorrenza ignorata. La società dei lavori: solo un pretesto «Sono state cambiate le norme». Cadeo: tutto in regola.
La gabbia è lì da vedere: parte il restauro del monumento a Pertini, la fontana di Aldo Rossi inaugurata nel ’90. È un’operazione a costo zero per il Comune, pagata dalla pubblicità. Quel che non si vede, nella piazzetta del Quadrilatero, è la guerra sotterranea tra Palazzo Marino, Soprintendenza, azienda incaricata dei lavori (Impredcost srl) e Associazione grandi impianti pubblicitari (Agiar). L’avvocato di quest’ultima, Dario Di Gennaro, ha scritto al ministero e all’assessore Maurizio Cadeo (il 27 gennaio) annunciando azioni legali a tutela dei soci-concorrenti sul mercato. Perché? Il Cubo di Rossi non era nella delibera dei 10 monumenti da restaurare, ha sostituito una Colonna nel Castello (tutt’altra visibilità). Non solo: ritiene «illegittima e abnorme» la convenzione tra Beni culturali e Impredcost, stravolgerebbe la concorrenza. E ora? Si va al Tar.
Il cubo di Rossi è un Rubik. Sui monumenti con lo spot si gioca una partita da 900 mila euro e oltre, quanti ne prevede l’affidamento diretto dei lavori dal Comune. Non c’è stata gara, come concesso dall’accordo tra Impredcost e ministero. L’Agiar contesta metodo e pratiche; Cadeo assicura che è «tutto in regola» e difende un’operazione «conveniente» di fronte alle proteste del consigliere Basilio Rizzo. Ma la vicenda è controversa. Fin dalle date. E riecco Rubik. L’8 dicembre la Soprintendenza concede via fax «la propria autorizzazione al restauro della fontana di Pertini». Il 28 gennaio sostiene invece «assolutamente urgente» l’intervento sulla Colonna di San Giovanni Nepomuceno nello Sforzesco e non quello sul «recente» cubo di Rossi (attenzione: il giorno prima parte la lettera dell’Agiar). Dice il soprintendente Alberto Artioli: «Valuteremo le nuove richieste». E le precedenti? L’ok per la Colonna non è mai arrivato e alla fine il Comune ha cambiato obiettivo. Nel Quadrilatero. Su una fontana che ha solo 18 anni di vita ma è proprio davanti all’Armani Café. Uno dei luoghi più ambiti e ricchi per la pubblicità.
Impredcost ha sede a Napoli. Si occupa perlopiù di cantieri navali e costruzioni. Chiude il bilancio 2007 con 84.804 euro di ricavi e 198 euro di utili. La convenzione con i Beni culturali è una svolta: ottiene lavori – restauri in cambio della raccolta pubblicitaria – da Torino a Venezia. A Bologna si oppone la Cna. A Milano, adesso, è l’Agiar a chiedere «l’annullamento della convenzione». Impredcost ha già riconsegnato il monumento al Musocco (certificato dalla Soprintendenza) e completato la Colonna di San Pietro Martire. E il ricorso? «È strano. L’Agiar ha definito prima “meritevole” il progetto e ora va al Tar. Non sarà perché non ha ottenuto il restauro di altri 22 monumenti? (non rientravano nel budget da 900 mila euro, ndr)», replica ironico Gennaro D’Elia, ad di Impredcost: «Noi non abbiamo nulla da nascondere…».
Nel progetto salva-sculture del luglio 2007 sono previste anche le ronde degli «Angeli dei monumenti». Dovrebbe organizzarle l’Associazione antigraffiti del presidente Vittorio Pessina (ex senatore azzurro) e del segretario Fabrizio De Pasquale (consigliere Fi), partner di Impredcost. Gli angeli non son mai partiti. I poster, da Cairoli a via Correnti e ora pure nel Quadrilatero, sono lì da allora.
Armando Stella
I graffiti sono durevoli porcherie
Andrea Amato
Segretario dell’Associazione nazionale Antigraffiti
Milano – LEGGIAMO con amarezza gli articoli usciti sulle pagine de La Repubblica il 4 e il 10 gennaio relativi al fenomeno del graffitismo a Napoli. Decine di scritte ricoprono la facciata di Sant’Eligio. Il tutto avviene la sera del 2 gennaio: 30 ragazzi (ben 30!) ricoprono di scritte metri e metri di facciata. Non possiamo rimanere a guardare (o meglio, a leggere). Come graffi, incidono sulla storia architettonica italiana, in questo caso su un monumento risalente al Duecento, segni indelebili di inciviltà. Leggiamo che i danni ammontano a circa 10.000 euro, giustificati dalla delicatezza del tufo, il quale pretende un lavaggio di acqua e sabbia da parte di professionisti. In veste di istituzione nazionale, l’Associazione Antigraffiti si farà carico di promuovere sul proprio sito la raccolta fondi richiesta dall’assessore alla Vivibilità della II Municipalità Gianfranco Wurzburger, in modo da far circolare la notizia di questo caso spiacevole e abbreviare i tempi per una pulitura da parte di un team di restauratori.
«Gli autori sono giovanissimi, sui 12-14 anni, ma in grado di fare più danni delle cavallette. Peraltro volti noti, figli di lavoratori. Ragazzi a posto ma con il vizio del teppismo». Parole di Wurzburger, forse un po’ leggere per designare un atto vandalico di tale portata. Si tratta di «volti noti»? Bene. Gli autori dello scempio sono stati denunciati? Multati? Le multe inflitte loro andrebbero a coprire buona parte delle spese dei danni apportati. Difesa a spada tratta dai cittadini, la chiesa ha l’appoggio della città. E questo è più che positivo. «Non ne possiamo più. Il vandalismo sta distruggendo le ultime bellezze di questa zona. Ora basta». Parole dei cittadini. Segni di umanità fortunatamente sono ancora in circolo.
Qualche giorno fa “Il Giornale dell’arte” definiva il graffitismo «fenomeno orribile», di individui «interessati a marcare il territorio come bestie; solo che le bestie lasciano tracce naturali e fatalmente evanescenti. I graffiti sono durevoli porcherie». Altro che «ragazzi a posto col vizio del teppismo». L’acceso dibattito sul binomio «graffiti-arte» si risolve in quattro e quattr’otto. Etica dei graffitari? Quante volte ci siamo sentiti dire dai writers «sta nelle regole del writer quella di non scrivere sui monumenti»? Una facciata di tufo di ben 700 anni non è da annoverarsi tra i monumenti? Perfino il generoso Vittorio Sgarbi denuncia chi lascia tracce su edifici eretti «prima degli anni Cinquanta». Giusto, ma allora dove collochiamo la dignità dei palazzoni degli anni Cinquanta, Sessanta e via dicendo, dei cavalcavia, dei treni, delle zone più degradate delle città? Loro sì, sono passibili di imbrattamenti vandalici?! La vera distinzione sta nella legalità. Questo o quel muro è autorizzato? No? È e rimane crimine, a tutti gli effetti, che sia il graffito più bello del mondo, che a essere colpito sia un palazzo degli anni Sessanta, che gli autori siano dei «bravi ragazzi».
Fino al 2002, a proteggere la chiesa, c’era un cancello di recinzione. Pare si parli di ripristinare tale protezione. Di certo la chiesa sarebbe al sicuro, ma cosa facciamo, andiamo in giro per l’Italia a impacchettare tutti i monumenti architettonici, altrimenti a rischio graffitari? Ai turisti in visita mostreremmo città imbavagliate. Dai monumenti ad altra tipologia d’opere d’arte. La mano dei graffitari non risparmia l’installazione di piazza Plebiscito: la spirale di Richard Serra è stata più volte ricoperta di scritte, tag, graffiti. E più volte ripulita. Denunciamo entrambi gli atti vandalici, segno di una civiltà decadente. Sosteniamo appieno la lotta ai graffiti e l’interesse mostrato dall’assessore alla Vivibilità Wurzburger. Vi invitiamo a visitare il nostro sito www.associazionenazionaleantigraffiti.it [http://www.associazionenazionaleantigraffiti.it] e a segnalarci qualsiasi altro “attacco” all’indirizzo: info@associazionenazionaleantigraffiti.it.
GRAFFITI: COMITATO JENNER-FARINI, IMBRATTATI MURI PRO-GAZA.
MILANO, 15 GEN – “L’occasione della guerra a Gaza ha ispirato qualche pacifista dell’ultima ora a imbrattare i muri per comunicare il messaggio: ‘Palestina terra mia’, in italiano e arabo”. Lo ha fatto sapere il comitato Jenner-Farini a un giorno di distanza dall’incontro in prefettura del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, per fare il punto sulle ordinanze antidegrado, specie sui graffiti.
Il comitato ha ringraziato il Comune e l’Amsa per gli interventi di pulitura, ma”I graffiti pro Gaza – ha ribadito – sono ancora ben visibili presso il centro islamico che, lo ricordiamo, è ancora attivo e in attesa di una soluzione definitiva”.
L’Associazione nazionale antigraffiti e Milano muri puliti hanno espresso “grave preoccupazione per la mancanza di azione civile e penale nei confronti degli imbrattatori da parte della magistratura. Anche il ministro Bossi – hanno affermato – è contrario all’inasprimento delle pene nei confronti degli ‘imbrattamuri’, azione sostenuta dal sindaco Moratti e dal premier Berlusconi, tra i pochi ad aver colto la reale entità del problema”. (ANSA).
MILANO ATTUALITA’
L’associazione Antigraffiti ripulisce la Scala imbrattata
7 December 2008
Muniti di solventi e stracci hanno pulito i muri sporcati dai writers in via Verdi, nei pressi della Scala, in occasione della Prima di oggi. Protagonisti tre esponenti della Associazione nazionale antigraffiti. «Il 31 ottobre scorso giovani writers hanno imbrattato la facciata laterale del Teatro alla Scala che dà su via Verdi, i muri della Bipop Carire e del negozio di tappeti Shirai, durante le manifestazioni studentesche contro i provvedimenti firmati Gelmini. Senza alcuna considerazione su contesti e cause dei danni apportati, vorremmo unicamente porre l’attenzione sull’illegalità dell’atto compiuto», si legge in una nota dell’associazione.
MILANO ATTUALITA’
Un invito ai milanesi per oggi «Ripuliamo la città dai graffiti»
6 December 2008
Durante le manifestazioni studentesche contro i provvedimenti firmati Gelmini, sono stati imbrattati la facciata del Teatro alla Scala che dà su via Verdi, i muri della Bipop Carire e del negozio di tappeti Shirai. L’Associazione nazionale antigraffiti, poiché non tutta la via è stata ripulita, invita i cittadini e i dipendenti del teatro, a partecipare oggi alle 10 a una bella pulizia. La società Capace metterà a disposizione un prodotto per un lavoro rapido, senza rulli e pennelli. L’Amsa interverrà con una squadra.
“Cancelliamo per la Prima i graffiti in via Verdi” – L´appello
6 December 2008
Pulire i muri da scritte e scarabocchi, in tempo per la Prima della Scala. Con questa missione, oggi alle 10, un gruppo di cittadini dell´Associazione Antigraffiti si presenterà in via Verdi con speciali prodotti per la pulizia. Le scritte, lasciate il 31 ottobre da giovani writers durante un corteo anti-Gelmini, non sono mai state pulite. E gli attivisti dell´associazione hanno deciso di pensarci loro, in polemica con il Comune. Per Maurizio Cadeo, assessore al Decoro urbano di Palazzo Marino, «è sbagliato accusare il Comune di trascuratezza. Abbiamo già speso 25 milioni di euro per ripulire i muri di Milano, e nell´ultimo periodo via Verdi è stata fatta due volte». (f.v.)
Ogni anno in Italia “Per ripulire i muri 80 milioni di euro”
30 October 2008
Per ripulire i muri firmati da graffitari e writers da Bolzano a Palermo lo Stato dovrebbe spendere 750 milioni di euro. La stima è dell’Associazione nazionale antigraffiti, che plaude all’iniziativa annunciata dal governo per sanzionare chi imbratta muri e mezzi pubblici. “Ogni anno i danni provocati dagli ”artistì’ della bomboletta spray possono essere calcolati in 80 milioni di euro che gravano sul bilancio di municipalizzate e comuni”, dice Fabrizio De Pasquale, presidente dell’Associazione nata tre anni fa. Altro dato significativo: l’82% delle bombolette spray vendute è destinato all’opera dei graffitari e una indagine pilota condotta dall’Associazione in provincia di Milano rivela che in un mese si vendono 18mila bombolette il cui contenuto finisce inesorabilmente sulla facciata di un edificio o sulla fiancata di un mezzo pubblico di trasporto, soprattutto nelle grandi città, da Milano a Roma, da Torino a Napoli, da Firenze a Bologna, a Palermo.
Muri a rischio soprattutto in occasione di manifestazioni di massa, responsabili del 30% dei graffiti, “e in questi giorni, con le manifestazioni studentesche in molte città italiane è stato, purtroppo, un bel rifiorire di graffiti, che si aggiungono ai tantissimi che già ci sono”, dice De Pasquale.
MILANO ATTUALITA’
PARLA IL FONDATORE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ANTIGRAFFITI;
«La nostra battaglia è vincente, le scritte diminuiscono»
5 October 2008
— MILANO — «IN QUESTA città è nato il maggior numero di iniziative contro i writers e sono state sperimentate soluzioni concrete per affrontare il problema». Vittorio Pessina, senatore di Forza Italia dal 2001 al 2006, è il primo ad aver presentato un disegno di legge contro il graffitismo a Palazzo Madama. Due anni fa ha fondato a Milano l’Associazione nazionale antigraffiti, di cui è stato presidente fino a marzo. Una lotta, quella contro i writers, che nasce da un’esperienza personale. «Anni fa, andando a lavoro, passavo di fronte a un capannone dismesso in via Paolo Bassi. Appena ristrutturato, sono comparse le prime scritte e, nel giro di un mese, avevano imbrattato tutto l’edificio». Il ministro Brunetta dichiara guerra ai writers e chiede aiuto a un’associazione nata a Milano. «Questa città è un esempio. Qui è nato il maggior numero di iniziative e associazioni locali legate a questo tema. Si sono creati programmi e strategie condivisi per una lotta concreta al problema».
Che risultati sono stati raggiunti? «I milanesi sono diventati più intolleranti nei confronti del fenomeno. Il numero di scritte, poi, è diminuito: un riflesso dell’ottimo lavoro svolto dal Comune sul piano dei controlli e sotto il profilo della sensibilizzazione. Comincia anche a essere più chiara la distinzione tra street art e vandalismo. I risultati dell’associazione, poi, si sono estesi a tutto il Paese». Qualche esempio? «L’indagine sul graffitismo commissionata a uno studente del Politecnico ha permesso di fare il punto sulle formule più efficaci studiate dalle diverse Amministrazioni. Un nostro avvocato ha creato un’apposita modulistica per rendere più semplici le denunce e stiamo lavorando a un disegno di legge». Come continuerà la battaglia? «Bisogna monitorare il fenomeno, invitando le Amministrazioni a considerare sia i danni economici che quelli di immagine. Quanto ai graffitari, invece, è una questione di cultura. Sono contento che il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, abbia reintrodotto lo studio dell’educazione civica». A marzo, però, ha deciso di lasciare la carica di presidente. «È stato un modo per interrompere l’impegno finanziario che ho dedicato all’associazione sin dalla mia nomina, diventando presidente onorario e mantenendo comunque il mio ruolo attivo. In quel periodo avevo la sensazione che non si andasse verso un traguardo concreto». Poi, però, è iniziata la collaborazione con il ministro Brunetta. «Quando il ministro ha chiesto di contattare la nostra associazione, i suoi collaboratori si sono rivolti al nuovo presidente, Fabrizio De Pasquale, che ha stabilito con loro un rapporto diretto. Rispetto i ruoli, non ultimo il suo, ma mi sono ritrovato defilato proprio quando bisognava passare alla fase operativa».
MILANO ATTUALITA’
PARLA IL FONDATORE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ANTIGRAFFITI; Per le vittime arriva l’assistenza legale gratuita
5 October 2008
— MILANO — SI LASCIANO alle spalle il portone d’ingresso e trovano sui muri l’ennesima scritta. Sempre più milanesi fanno i conti con il fenomeno delle tag e, grazie all’Associazione nazionale antigraffiti, possono ora contare su un vademecum che fa il punto su come comportarsi. Sul sito internet è disponibile un modulo per sporgere querela, necessaria per ottenere il risarcimento del danno. La richiesta va inoltrata al Comando della Polizia locale di via Custodi 13, 20136, Milano c/a Nucleo per il Decoro urbano presso il Servizio Radio mobile della Polizia locale. Non è necessaria l’autorizzazione del condominio o dell’amministrazione dello stabile: basta la denuncia anche di un solo proprietario. È utile, in questi casi, immortalare i graffiti con delle foto, preziose in caso di contenzioso successivo, con l’associazione che è a disposizione per fornire assistenza legale gratuita al numero 02-45410652.
Le immagini, se in formato digitale o analogico, possono essere inviate al Nucleo per il Decoro urbano, attraverso l’indirizzo e-mail RRMNucleoDecoroUrbano@comune.milano.it. La task force creata da Palazzo Marino all’interno della Polizia municipale per contrastare i writers è a disposizione al numero di telefono 02-77271 anche per fornire indicazioni su come scattare le foto. È importante indicare chiaramente la data dell’imbrattamento, la via e il numero civico dell’edificio coinvolto, oltre a un proprio riferimento telefonico per essere contattati con facilità. Il numero di telefono della Polizia municipale è a disposizione, 24 ore su 24 e durante l’intera settimana, per la segnalazione dei graffiti e, nel caso si assista in diretta al lavoro dei writers, è possibile rivolgersi anche al 112 e al 113. Quanto alle operazioni di ripulitura, si può procedere autonomamente, seguendo i consigli del sito dell’Associazione nazionale antigraffiti. In caso di edifici con facciate in marmo, porfido o altro materiale non riverniciabile, invece, meglio chiedere l’aiuto dell’Amsa al numero verde 800-332299.
MILANO ATTUALITA’
L’INIZIATIVA DEI CITTADINI DI VIALE ABRUZZI; Basta con questi orribili graffiti, ora puliamo noi dignità al nostro quartiere
5 October 2008
di ALICE CERCONE
MILANO — LA LOTTA ai graffiti ha nuovi alleati. In tuta bianca e pennello in mano, a darsi da fare sono direttamente i cittadini. «Per un anno puliremo, a intervalli regolari di non più di due settimane, tutti i muri di viale Abruzzi dal civico 1 al 38», annuncia Fabiola Minoletti, presidente del Comitato spontaneo apolitico Abruzzi-Piccinni. L’iniziativa è nata in collaborazione con l’Associazione nazionale antigraffiti e Milano Muri Puliti e ieri una ventina di residenti si è data appuntamento di buon mattino per l’avvio del progetto. «Abbiamo già chiesto l’autorizzazione ai commercianti – continua Fabiola Minoletti – per riverniciare le loro serrande. Lo stesso faremo con l’arredo urbano, pulendo centraline telefoniche e cestini per i rifiuti». Un’offensiva a tutto campo contro i writers, per la quale il comitato di quartiere ha chiesto il via libera agli amministratori dei condomini. «Bisogna partire dal basso – precisa il presidente – per riscoprire la cultura del bello. Alcune persone sembrano essersi abituate al degrado». NON SOLO I CITTADINI si sono messi a disposizione. Anche molti commercianti hanno voluto dare il proprio contributo, come il colorificio Verdi che, per l’acquisto delle vernici, ha concordato un prezzo di favore. L’Amsa, invece, si occuperà della pulizia delle superfici in pietra che richiedono strumenti particolari. Per ora sono stati stanziati dai residenti 600 euro e il bilancio finale dipenderà dalla perseveranza dei writers. «Sappiamo bene – spiega Andrea Amato, dell’Associazione nazionale antigraffiti – che i muri verranno di nuovo imbrattati ma il messaggio di sensibilizzazione sta anche in questo: mostrare che una città così non la vogliamo e siamo pronti a dare battaglia, pulendola anche in prima persona». Qualche sguardo di sospetto ha accompagnato i primi lavori di verniciatura. «NON È UNO SCENARIO consueto per un sabato mattina milanese – aggiunge Andrea Amato – ma alla fine in tanti si sono fermati per chiedere informazioni, magari rallentando con l’auto per guardare meglio. La speranza è proprio che altri quartieri seguano l’esempio. Siamo già stati convocati dal Comune per estendere l’iniziativa e la prossima tappa, probabilmente, sarà Quarto Oggiaro». Un modo per restituire prestigio a quartieri della città che, a causa dei graffiti, hanno cambiato volto. «UN CHIARO ESEMPIO – si lamenta Francesco Sacchetto, dell’associazione Muri Puliti – è in Città Studi. L’impatto visivo influisce direttamente sulla percezione di sicurezza. Vedere tutte quelle scritte trasmette la sensazione di una zona fuori controllo». «Mi piacerebbe se estendessero anche a noi questo progetto», dichiara Paolo Martini, pensionato di 74 anni che abita in via dei Mille: «Il mio palazzo ha più di cento anni e, per ora, abbiamo affidato a un apposito addetto il compito di ripulire i muri da quelli che, non dimentichiamolo, non sono graffiti ma solo scarabocchi».
MILANO ATTUALITA’
IL MINISTRO INCONTRA L’AZZURRO DE PASQUALE;
Asse Brunetta-Milano contro le tag
26 September 2008
MILANO — ASSE BRUNETTA-MILANO per sconfiggere i graffitari. Dopo i fannulloni, nel mirino del ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta sono finiti i writers: «Non è solo un fatto estetico, ma anche morale. Ci stiamo abituando a vivere in città imbrattate, violentate nei luoghi della vita comune. Serve prevenzione ed educazione», ha dichiarato Brunetta nei giorni scorsi. E così ieri il ministro è passato all’azione, convocando a Roma il presidente dell’associazione nazionale Antigraffiti Fabrizio De Pasquale, che è anche consigliere comunale milanese di Forza Italia. È stato proprio De Pasquale, nel ’98, a lanciare uno dei primi piani anti-writers: «Prevedeva sgravi fiscali per chi ripuliva le facciate e sanzioni contro gli imbrattatori». Dieci anni dopo, la battaglia è ancora tutta da vincere. E De Pasquale ha trovato un alleato d’eccezione: Brunetta. «Il ministro ha voluto conoscere i progetti dell’associazione Antigraffiti e poi mi ha illustrato le sue idee. Quali?
Sarà Brunetta a illustrarle, a tempo debito». Intanto il Comune annuncia multe contro gli amministratori di condominio che non ripuliranno le facciate imbrattate dei propri palazzi. De Pasquale scuote la testa: «Sono contro le imposizioni. Meglio convincere i cittadini a dare il loro contributo attraverso sgravi fiscali. E, soprattutto, bisogna eliminare l’impunità per i writers. In tempi di crisi economica, è sbagliato chiedere di sborsare soldi ai condomini che sono le vittime dei graffitari». Il consigliere azzurro, comunque, pensando all’Expo 2015, apre a eventuali cambi di scenario: «Per quell’appuntamento i muri dei palazzi, soprattutto del centro storico, dovranno essere puliti. Tra sei mesi, quando il regolamento edilizio arriverà in Consiglio comunale, se ci sarà l’obbligo di pulizia dei muri dovrà essere valutato con attenzione».
MILANO ATTUALITA’
ASSOCIAZIONI E COMITATI SFIDANO I WRITERS; Viale Abruzzi, volontari in campo: tutto pulito per un anno
26 September 2008
MILANO — «MANTERREMO puliti i muri di viale Abruzzi per un anno. Vedrete, noi siamo più testardi dei graffitari». Lancia il guanto di sfida direttamente ai writers, Francesco Sacchetto, presidente di Milano Muri Puliti, che si batte contro i palazzi imbrattati. Sacchetto, insieme all’associazione nazionale Antigraffiti e al comitato spontaneo apolitico Abruzzi-Piccinni, si è posto un obiettivo preciso: adottare per 12 mesi un largo tratto di viale Abruzzi, da piazza Ascoli a via Sansovino, e garantire che là i graffitari perderanno la battaglia: «Saremo noi, dei volontari, a pulire i muri. E se gli imbrattatori risporcheranno, noi ripuliremo. Lo faremo nei weekend o la sera, comunque almeno una volta a settimana. Finché i graffitari non si stuferanno e lasceranno perdere». Non solo. «Tutte le informazioni che raccoglieremo su graffiti, murales e tag le passeremo alla task force antigraffiti della Polizia locale».
IL PROGETTO ha già raccolto il plauso del sindaco Letizia Moratti e dell’Amsa, che si è impegnata a fornire ai volontari anti-writers colori e pennelli per ripulire le facciate in pietra, mentre su quelle in marmo interverranno direttamente gli operatori Amsa. Una collaborazione con i cittadini che la società comunale di via Olgettina ha intenzione di perseguire anche con la nascente Fondazione Amsa, il cui statuto è quasi pronto. Tant’è. Intanto Andrea Amato, coordinatore dell’associazione Antigraffiti ammette sì che «cominciamo in piccolo, da viale Abruzzi», ma subito aggiunge che «gli obiettivi finali del progetto sono quelli di coinvolgere molti cittadini milanesi, lombardi e italiani. La riqualificazione delle nostre vie passa da una costante presenza sul territorio da parte delle persone». Dal canto suo Fabiola Minoletti, presidente del comitato Abruzzi-Piccinni assicura il massimo impegno da parte dei cittadini che aderiscono al suo comitato: «Da due anni ci battiamo contro la presenza delle prostitute nei nostri marciapiedi e contro il degrado urbano in viale Abruzzi. E lo facciamo coinvolgendo i cittadini. Faremo così anche stavolta, nella battaglia contro i graffitari». VOLONTARI IN CAMPO, dunque. In attesa, però, che cambi qualcosa dal punto di vista legislativo: «Non vogliamo che i graffitari finiscano in galera, ma che ripaghino tutti i danni che fanno sì. Finora, invece, per nessuno dei writers colti in flagranza di reato è stato avviato un procedimento penale. Il giudice archivia quasi sempre. Perché?». Già, perché?
Massimiliano Mingoia
Le casalinghe contro i writers –
Loreto, i residenti puliscono i muri e fanno le sentinelle
FRANCO VANNI
26 September 2008
Aspettando che lo faccia il Comune, a pulire i muri dai graffiti ci pensano gli abitanti. Il comitato dei residenti di viale Abruzzi ha deciso di attrezzarsi e curare in maniera sistematica la rimozione delle scritte dai palazzi. Sabato prossimo, la prima uscita con rulli e pennelli per ripristinare l´intonaco violato. Un programma che coinvolge anche i volontari delle associazioni Antigraffiti e Milano Muri Puliti, «per dare un esempio alla città».
Fabiola Minoletti, presidentessa del comitato di viale Abruzzi e ideatrice dell´iniziativa, spiega: «Una volta pulito, vigileremo perché nulla sia più sporcato. Gli interventi non riguarderanno solo i muri, ma anche i cestini, i pali e le centraline elettriche. Vogliamo spronare il Comune a darsi da fare, e al tempo stesso dimostreremo ai cosiddetti writers che pulita la città è più bella». Il progetto riguarderà il tratto del viale che va da piazza Ascoli a via San Sovino. Il programma prevede la schedatura dei singoli edifici per valutarne di volta in volta lo stato. Poi verrà chiesto agli amministratori dei palazzi l´autorizzazione a intervenire. A quel punto, i residenti entreranno in azione.
L´unico finanziamento del progetto “Milano quartiere pulito” arriva dai contributi volontari degli abitanti e delle associazioni. Ma l´obiettivo – una volta dimostrata la bontà del lavoro fatto – è coinvolgere Palazzo Marino. «Con l´appoggio di Amsa e vigili – spiega Andrea Amato, presidente dell´associazione nazionale Antigraffiti – potremmo essere più incisivi e soprattutto arrivare a creare una massa critica contro il degrado in tutta la città. Una rete coordinata dalle istituzioni di cittadini responsabili che in prima persona si prendano cura di quello che è di tutti». Per il vicesindaco Riccardo De Corato, «questo è un intervento da imitare, e la giunta lo appoggerà. Ma è anche segno di un´esasperazione dei cittadini per atti vandalici, come i graffiti, che vanno combattuti in maniera ferma». La campagna del Comune contro i graffiti “I lav Milan” negli ultimi tre anni ha portato alla ripulitura di 26mila dei 40mila stabili di Milano, in parte già sporcati di nuovo. E contro i writers è attiva una squadra di 15 vigili, specializzati in decoro urbano.
INTERNI
Fenomeno graffiti: 75 milioni di danni
Gianni Santucci
5 January 2008
Corriere della Sera
I writers Ragazzini e quarantenni, ultrà e innamorati: classificarli è impossibile. Le cifre A Milano sono in duemila a scrivere sui palazzi, altrettanti a Roma I costi per Comuni e aziende.
S i amano da morire e impugnano una bomboletta spray. Lui 15 anni, lei 13. Per suggellare un sentimento eterno, scelgono una vernice verde. E un muro che ha 1.500 anni di storia. La scritta: «Ti amo più di ieri e meno di domani». Mercoledì scorso, tardo pomeriggio, centro di Ravenna, la polizia blocca i due ragazzini che balbettano di fronte alla domanda: «Ma lo sapete cosa avete imbrattato?». È un muro vicino alla basilica di San Vitale, la più importante architettura bizantina in Occidente. Il quindicenne sarà processato dal Tribunale per i minori di Bologna.
I danni
Ci sono anche i giovani innamorati di Ravenna dietro i milioni di scritte, tags, disegni e murales che colorano (o sporcano) i muri delle città italiane. Dice una ricerca della polizia municipale di Milano: un ragazzino su due, tra i 13 e i 18 anni, almeno una volta si è esercitato su un muro con una bomboletta o un pennarello. Graffiti che dilagano. E costano. I maggiori Comuni italiani spendono una cifra vicina ai 25 milioni di euro l’anno per ripulire le facciate dei palazzi e sistemare le aree pubbliche vandalizzate.
Le aziende dei trasporti locali sono le più colpite. Semplice: i treni sono tavolozze che portano le opere – o le porcherie – in giro per la città, le metropolitane hanno il fascino dell’ambientazione underground, i finestrini di tram e bus sono ideali per una tendenza estrema, l’incisione con la punta di diamante. La sostituzione dei vetri costa all’Atm milanese 2 milioni e mezzo l’anno. Sommando le spese di aziende di trasporto, ferrovie, soprintendenze e privati, se ne vanno almeno altri 50 milioni di euro tra danni e ripuliture.
A ciascuno il suo
Gli studenti di Sociologia della devianza dell’università di Bologna sono scesi in strada e li hanno contati. Carta e penna, in poco più di una settimana hanno scandagliato i muri dei quartieri San Vitale e Reno. A fine dicembre il Corriere di Bologna ha pubblicato i risultati della ricerca: 1.713 «opere» censite. Ma quel che conta è la proporzione: 119 graffiti ogni cento abitanti, più di uno a testa. Con un livello allarmante di proliferazione. Perché a settembre il Comune aveva speso 21 mila euro per ripulire proprio le strade prese in esame dagli studenti. Vuol dire che quei graffiti (per il 90 per cento scritte e tags che ben poco hanno di artistico) sono comparsi in tre mesi, a un ritmo di circa 20 al giorno.
Per le altre città è difficile avere numeri. Solo su Milano c’è una stima di Assoedilizia, secondo cui i palazzi imbrattati sarebbero più di 40 mila. Altre statistiche dicono che Milano e Roma conterebbero un contingente di circa 2 mila graffitari a testa, a Bologna sono un migliaio. Per capire la diffusione del fenomeno ci si può rivolgere ai commercianti. Nel capoluogo lombardo si vendono 20 mila bombolette da writer ogni sei mesi, ogni «boccia» (come le chiamano a Roma) costa intorno ai 3 euro e mezzo.
I progetti
Graffitari, mondo sfuggente. Difficile da classificare: raccoglie imbrattatori da quattro soldi e artisti approdati ai musei, dodicenni e quarantenni, anarchici e neonazisti, ultrà e studenti innamorati. Mentre i critici d’arte dibattono (opere o vandalismo?), i Comuni vacillano: Milano è la capofila della repressione, ma allo stesso tempo organizza la più grande mostra italiana sul graffitismo (Sweet art, street art); il sindaco Cofferati minaccia il «ricorso al codice penale»; Torino è pioniera del dialogo e del writing legalizzato; Roma cerca di mettere insieme le due vie, e per il 31 gennaio ha organizzato in Campidoglio un seminario tra città italiane ed europee.
Sul primo fronte, mezza Italia guarda al modello Torino. Si parte da un presupposto: «Esiste una creatività alla quale è interessante dare spazio», spiega l’assessore al Decoro urbano, Ilda Curti. Con un’avvertenza: «A patto di concordare modalità e luoghi». Così, nel 2000, è nata Murarte. Concessione di muri, patentini per i writer, privati che offrono capannoni da dipingere. Il comandamento: distinguere tra espressione estetica e vandalismo puro. Dialogare da una parte e reprimere dall’altra. È quel che cerca di fare anche Roma, con due progetti: cROMiAe e Roma magistra artis. Il secondo è dedicato alle scuole superiori, ma anche medie «perché – spiegano dagli uffici del Decoro urbano – i ragazzini iniziano con le bombolette anche a 10-11 anni». Il risultato del dialogo sono tre spazi pubblici (fermata metrò Laurentina, stazione Tuscolana e sottopasso di San Lorenzo) riqualificati dai graffitari. Dal grigio in abbandono all’esplosione del colore.
Dall’altra parte c’è Milano. Che nonostante la provocazione dell’assessore Vittorio Sgarbi («I graffiti del centro sociale Leoncavallo sono la cappella Sistina dei nostri tempi»), resta la capitale della tolleranza zero. Una squadra speciale di vigili per dare la caccia ai writer. La sede della neonata Associazione nazionale antigraffiti. Ma anche l’avanguardia della ripulitura. Il modello lombardo ha prodotto la campagna I lav Milan, attraverso la quale sono stati ripuliti oltre 14 mila palazzi privati in 3 anni. L’Amsa (municipalizzata della nettezza urbana) offre una prima pulizia gratis, dopo si paga per la manutenzione. Ma solo il 20 per cento dei palazzi aderisce alla fase due, offerta a prezzi scontatissimi. Il furore antigraffiti si spegne quando c’è da aprire il portafogli.
Gianni Santucci
Guerra ai writers, primo bilancio delle task-force a caccia di artisti.
Palazzo Marino: «Le pene vanno inasprite». Spaccatura sulla proposta del carcere Trecento muri imbrattati, presi 7 graffitari
17 November 2007
Beatrice Bedeschi
Tempi duri per i graffitari a Milano: il Comune ha deciso un giro di vite contro i cosiddetti «writers» – i ragazzi che armati di bombolette spray riempiono di scritte e disegni i muri degli edifici – istituendo una task force di 15 vigili che ogni giorno pattugliano la città a caccia dei vandali. Inoltre, attraverso i giudici di pace, da alcuni mesi si sta portando avanti un’attività investigativa, volta a identificare gli autori dei graffiti con la loro opera. Il nucleo speciale dei vigili è attivo dal luglio scorso, e finora ha preso in flagranza di reato 7 graffitari: secondo una stima del Comune, a ognuno di loro sono riconducibili 300 muri imbrattati.
«La parola d’ordine è repressione – ha detto il vicesindaco Riccardo De Corato, intervenuto al convegno «Non scriverlo sui muri» promosso dall’Associazione Anti-graffiti -. Le pene vanno inasprite: la normativa in materia va riformata, includendo anche il carcere se necessario». Il reato di imbrattamento, regolato dall’articolo 639 del codice penale, prevede la multa da 258 a 2.582 euro e gli arresti domiciliari da 6 a 30 giorni. Dal 2002 però, diversi senatori di centrodestra, fra i quali lo stesso De Corato e il presidente dell’Associazione Antigraffiti Vittorio Pessina, hanno avanzato proposte di riforma dell’articolo in chiave repressiva.
L’ultima, del luglio 2006, propone la reclusione fino a un anno, multe fino a 2.500 euro e la procedibilità d’ufficio contro i graffitari sorpresi: «I graffiti sono un vero e proprio sopruso nei confronti dei cittadini – ha affermato il senatore Giuseppe Valditara, fra i firmatari della proposta -. Lo Stato deve intervenire, altrimenti legittima la prepotenza».
Su misure così drastiche come il carcere non tutti sono d’accordo:
«La reclusione sembra eccessiva se si pensa che spesso i “writers”
sono minorenni – ha argomentato il sostituto procuratore Riccardo Targetti -. Le forze di polizia non sono sufficienti per dare il via ad arresti di questo tipo: più utile sarebbe costringere il vandalo a ridipingere dove ha imbrattato». Il profilo del graffitaro è quello di un giovane dai 12 ai 25 anni, ceto medio, di istruzione superiore e residente in città: elementi che per alcuni mal si conciliano con la galera e l’idea di criminale. Accanto al dibattito su proposte repressive e pene alternative, il disagio: secondo una ricerca condotta ad ottobre a livello nazionale dall’Associazione antigraffiti, il 97% dei cittadini esprime sempre più malcontento rispetto al problema dei graffiti, e l’83% pensa che il fenomeno sia in aumento. E mentre l’ex assessore e docente universitario Stefano Zecchi liquida il graffitismo anche dal punto di vista estetico – «è vandalismo. Non basta dirsi artisti per esserlo» -, per i cittadini è attivo il numero di telefono dei vigili urbani (020202) dove segnalare l’imbrattamento, mentre su www.associazionegraffiti.it [http://www.associazionegraffiti.it] si possono scaricare i moduli per sporgere querela.
CRONACA DI MILANO
«Basta writer». E la provocazione dei graffitari
Armando Stella
17 November 2007
La polemica
«E se lo facessero a te?». Pronti. Bros e Ivan smettono i panni degli artisti di strada e si trasformano in muri. Nudi: io scrivo su di te, tu su di me. Come ribaltare lo slogan di Letizia Moratti. Una provocazione «dedicata a chi ci vorrebbe cancellare», lanciata proprio davanti a Palazzo Marino, ieri, prima del convegno «Non scriverlo sui muri» organizzato dall’Associazione nazionale antigraffiti (Ana). Dai relatori, il contromessaggio è altrettanto chiaro: «Tolleranza zero e pene certe contro i vandali». Motivo: «Il 97% dei cittadini è profondamente scontento».
Fotografia d’una città imbrattata. Sessanta milioni di euro di danni l’anno, dieci spesi da Amsa nel 2007 per ripulire le facciate. «Il graffitismo vandalico aggrava il senso d’insicurezza», dice Vittorio Pessina, presidente dell’Ana. Le risposte sono progetti di legge. Uno è di Giuseppe Valditara, An: «Denuncia d’ufficio contro i writer e fino a due anni e mezzo di reclusione». Fabrizio de Pasquale (Fi) s’appella ai cittadini-reporter: le foto degl’imbrattatori finiranno sul suo sito Web. Pierfrancesco Majorino (Pd) invoca «dialogo con gli artisti e controlli ai vandali». Il Comune: «La lotta ai graffiti è una battaglia di civiltà».
Per riconoscere Vittorio Sgarbi non servono appostamenti. Appena si accomoda in platea parte la contestazione: «Vergognati, dimettiti, hai difeso i graffitisti…». Lui s’infuria e se ne va: «Il tema della street art è un equivoco del sindaco, che apre un tavolo con gli artisti e insieme lancia una campagna di pulizia a tappeto». L’assessore saluta. Nessuno lo trattiene.
GRAFFITI: UN MODULO PRESTAMPATO PER DENUNCIARE I TAGGERS.
16 November 2007
MILANO, 16 NOV – Per facilitare le denunce contro gli imbrattatori dei muri l’Associazione nazionale antigraffiti ha lanciato a Milano il ‘Moda’ un modulo di denuncia ad hoc contro i taggers. Il cittadino dovrà semplicemente compilarlo e inviarlo alla polizia locale allegando le foto dello scarabocchio sulla facciata della propria casa.
L’idea è stata promossa durante un convegno ‘Non scriverlo sui muri’ ospitato a Palazzo Marino, dove giuristi ed esperti hanno tentato una disamina di un fenomeno che corre sul sottile crinale che separa l’arte dal vandalismo, mentre in Piazza Scala due writer vestiti solo in slip, per protesta, si dipingevano il corpo. La risposta condivisa da tutti è stata il pugno duro contro l’imbrattamento.
“Non ci potrà essere collaborazione con i writers – ha affermato l’assessore milanese all’arredo Urbano, Maurizio Cadeo, se non si distingue tra aree dedicate all’arte e tutto il resto che va considerato spazzatura da ripulire”. Il vicesindaco, Riccardo De Corato, che da deputato ha presentato due proposte di legge per l’inasprimento delle pene contro i writers e per il pagamento di una cauzione prima di ogni corteo ha annunciato che, grazie all’assunzione di 200 vigili in più prevista nel bilancio 2008 sarà potenziato il gruppo antidegrado della polizia locale. (ANSA).
CRONACA DI MILANO
«Arte» o reato? Via al confronto
16 November 2007
Il convegno Si apre oggi, alle 15.30, il convegno sul graffitismo vandalico dal titolo «Non scriverlo sui muri», promosso dall’Associazione nazionale antigraffiti e ospitato nella Sala Alessi di Palazzo Marino. Partecipano, tra gli altri, il vicesindaco Riccardo De Corato, il sostituto procuratore Riccardo Targetti e Stefano Zecchi, docente di Estetica.
CRONACA DI MILANO
Caro Schiavi,
Francesco Sacchetto
31 March 2007
Caro Schiavi,
scrivo a lei ma il messaggio è destinato al nostro vicesindaco De Corato. Sono un cittadino di Milano e del nostro Paese e sono un convinto assertore dello Stato di diritto. Non credo quindi che non sia possibile fermare il signor Daniele Nicolosi, detto Bros, che ormai ha dichiarato guerra alla nostra città.
Il vicesindaco afferma che qualora egli fosse colto in flagrante dovrebbe pagare sanzioni non commisurate all’entità del danno. Ciò è amaramente vero. Tuttavia, se il Comune inducesse i proprietari a sporgere querela, non contro ignoti, bensì contro chi confessa pubblicamente di essere l’autore degli imbrattamenti, il signor Nicolosi sarebbe processato e dovrebbe ripagare i danni arrecati, ben superiori a qualche euro. I moduli di querela sono facilmente scaricabili dal sito http://www.associazioneantigraffiti.it/modelli.htm [http://www.associazioneantigraffiti.it/modelli.htm]. Il Comune di Milano ha promosso l’esposizione «Street Art, Sweet Art», cui ha partecipato anche il signor Nicolosi. Non ho bisogno di sottolineare quanto venga lesa l’immagine del Comune di Milano nel vedersi pubblicamente associato al signor Nicolosi, il cui vandalismo impunito vanifica gli svariati milioni di euro spesi nella campagna «I Lav Milan». La nostra associazione era in prima fila nella manifestazione per la legalità e contro il degrado, promossa dal sindaco Moratti. La nostra associazione collabora strettamente con l’Associazione nazionale antigraffiti, il cui segretario Fabrizio de Pasquale ha presentato una mozione al Consiglio comunale per la costituzione di una task force di vigili antimbrattamenti, sottoscritta anche da Silvio Berlusconi. Noi faremo quanto in nostro potere per difendere la nostra Milano.
Mi auguro davvero che il Comune faccia altrettanto, intervenendo con la massima decisione e tempestività, di concerto con altre istituzioni preposte ad assicurare la legalità sul territorio. Il «caso Bros» va risolto, pena la perdita di dignità della nostra città, la perdita di senso della battaglia del sindaco e di tutti i cittadini per la legalità, e la irrisione delle speranze di Milano di aggiudicarsi l’Expo 2015. Con rinnovato incoraggiamento, rimango in attesa di un gradito riscontro del vicesindaco Riccardo De Corato.
Francesco Sacchetto
Muri Puliti www.retecivica.milano.it/milanomuripuliti/ [http://www.retecivica.milano.it/milanomuripuliti/]
«Una task force di ghisa per bloccare i writer»
16 May 2006
Chiara Campo
«Non è affatto difficile individuare i writers». Affermazione coraggiosa. Ma Fabrizio De Pasquale, segretario dell’associazione nazionale Antigraffiti e consigliere comunale di Forza Italia in Comune, ne è convinto. «Dispongono di siti internet, utilizzano la rete per organizzare veri e propri ritrovi», spiega.
Eppure continuano ad agire indisturbati… «All’interno della polizia municipale bisogna creare vere e proprie unità dedicate solo a questo, e mi fa piacere che la candidata sindaco Letizia Moratti lo abbia inserito nel suo programma. Se i vigili devono occuparsi di tutto, dal traffico alle multe, non possono fare attività seria di investigazione. Ma l’esempio di Como insegna: lì un nucleo di 4-5 vigili è riuscito ad individuare e denunciare in poco tempo un centinaio di graffitari, partendo dalle loro “firme”, scoprendo che esistevano dei meeting. Bisogna creare una banca dati che raccolga tutte le sigle dei writers e che segnali tutti i luoghi più colpiti da questo fenomeno».
E per prevenirlo? «Sensibilizzare i cittadini, spiegare che la nostra città ha un patrimonio culturale che va protetto: oltre agli edifici purtroppo vengono presi di mira anche i monumenti, e i turisti lo notano. Poi servono corsi di educazione civica al decoro urbano nelle scuole. È un bene che la Moratti abbia colto questo messaggio. Nel centrosinistra è più difficile, perché alcuni sono convinti che i graffiti siano un’arte, altri che offrano una risposta al malessere sociale dei giovani. Noi crediamo che non ci siano giustificazioni a questo scempio».
I cittadini cosa vi chiedono? «La nostra associazione è nata solo due mesi fa ma abbiamo già ricevuto moltissime e-mail da gente arrabbiatissima (il sito internet è www.contrograffiti.com [http://www.contrograffiti.com]). Molti vorrebbero che anche da noi venisse seguito l’esempio di grandi città americane come Chicago e New York, dove il Comune sostiene il costo della pulizia dai graffiti anche sugli edifici privati. Altre amministrazioni invece si rivolgono a noi per conoscere le iniziative dell’Amsa a Milano, perché sono all’avanguardia. Le segnalazioni più numerose vengono da chi abita vicino alle scuole, alle fermate dei tram, o in quelle vie che vengono attraversate di solito dai cortei di protesta, prima su tutte via Dell’Orso. In questi casi i palazzi sono bersagliati due volte, dai writers e dai vandali».
Il servizio dell’Amsa sarà gratuito, un numero verde per prenotarsi. Il candidato della Cdl: «La pulizia è il biglietto da visita di Milano» «Via i graffiti nei primi cento giorni» Il piano della Moratti per cancellare gli scarabocchi da mille palazzi. E subito un nucleo speciale della polizia urbana
16 May 2006
Il candidato sindaco della Cdl Letizia Moratti dichiara guerra ai «writers»: nei primi 100 giorni di governo verranno ripuliti mille palazzi di Milano. Si tratta di circa 200mila metri quadrati di superficie imbrattata da graffiti, scritte e scarabocchi: cancellarli saranno necessarie 10 squadre dell’Amsa. «La pulizia è il primo biglietto da visita della Milano di domani. I milanesi considerano le strade e le piazze della Città come la loro casa, e la casa dev’essere pulita», ha detto la Moratti. La tolleranza zero contro i graffiti è in piena sintonia con la politica seguita dalla giunta Albertini, che aveva destinato 1 milione di euro a un’iniziativa simile che ha riguardato 1.200 palazzi. Il Comune di Milano inoltre istituirà un Nucleo Antigraffiti della Polizia urbana con compiti di indagine e vigilanza.
Proposta che trova pienamente d’accordo l’associazione nazionale Antigraffiti, nata due mesi fa ma già contattata via mail da centinaia di persone: «Non è difficile individuare i writers – sostiene il segretario e consigliere di Fi, Fabrizio De Pasquale -.
Usano siti internet per organizzare veri e propri meeting. Ma serve una task-force di ghisa ad hoc».
Graffitari e tagger costano troppo ai nostri Comuni
10 March 2006
RHODENSE Sindaci sul piede di guerra
«Graffitari e tagger costano troppo ai nostri Comuni»
di Roberta Rampini
RHO — Disegni più o meno artistici, scritte più o meno volgari, scarabocchi, tag, evoluzioni calligrafiche sui muri di edifici pubblici e privati. I graffitari non risparmiano più nulla, come a Rho, dove i soliti ignoti da mesi hanno scambiato le facciate della chiesa San Vittore come delle vere e proprie lavagne dove disegnare e lasciare messaggi agli amici e proprio nei giorni scorsi, hanno imbrattato la facciata che era stata ripulita da poco. Il fenomeno dell’imbrattamento dei muri dilaga e anche nei centri dell’hinterland milanese e fa discutere la proposta fatta nei giorni scorsi dall’Associazione nazionale antigraffiti di istituire delle pattuglie di vigili ad hoc per sanzionare i responsabili.
Facile da dire, difficile da fare con le croniche carenze d’organico che lamentano le municipalità, «Ciò che rende difficile perseguire questo problema è il fatto che i danni vegono prodotti per lo più di notte, quando sul territorio non sono oggettivamente possibili presenze e controlli diffusi», spiega il sindaco di Rho, Paola Pessina. «A Rho le uniche forze dell’ordine in servizio in orario notturno sono i Carabinieri – continua il sindaco -. Fino ad oggi si è seguita la strada della rimozione periodica delle scritte o del ridipingere le pareti imbrattate sugli edifici di proprietà comunale più esposti e stiamo valutando ulteriori forme di attività. Ma non c’è dubbio ormai che il dilagare del fenomeno renda anche questi interventi inadeguati alla sua dimensione». A Bollate il problema dell’imbrattamento dei muri si associa a quello, più grave, degli atti di vandalismo all’arredo urbano, «Sono due fenomeni difficili da estirpare anche con la sorveglianza del territorio, se i responsabili vengono scoperti quando vedono la pattuglia dei vigili si danno alla fuga – spiega il sindaco Carlo Stelluti -. Forse dando ai giovani degli spazi dove esprimersi con queste forme di graffiti si potrebbe ridurre il numero di episodi di imbrattamento selvaggio». Anche a Lainate il problema esiste in alcuni angoli della città, in forme meno preoccupanti, ma comunque monitorato da amministrazione comunale e polizia locale. «Stiamo monitorando in particolare alcuni gruppi di ragazzi che stanno “marcando” il territorio con i loro tag – spiegano il sindaco Mario Bussini e il comandante Maurizio Fedeli -. A differenza dei writers che sono tollerati tanto che gli sono stati concessi spazi per poter eseguire i loro lavori, i tagger destano molte preoccupazioni perchè le loro firme sono legate spesso ad atti vandalici e si trovano in luoghi dove vengono compiuti anche reati legati allo spaccio. Solo una grande città si può permettere un nucleo di agenti che controlli ed applichi l’ordinanza». Infine nel Comune di Pogliano Milanese i graffitari non autorizzati e vandali, da mesi hanno preso di mira il centro storico, piazza Tarantelli, via Monsignor Paleari, tanto da sollevare i malumori di residenti e commercianti e indurre l’amministrazione comunale ad installare le telecamere. «Il problema esiste ma è sotto controllo. Stiamo valutando la possibilità di emettere delle ordinanze – spiega il sindaco Stefano Lucchini – al momento stiamo pensando all’installazioni di nuove telecamere per video-sorvegliare in modo più efficace le aree interessate al problema».
E ora in campo i vigili antiwriters
7 March 2006
LA PROPOSTA Le richieste della neonata associazione E ora in campo i vigili antiwriters MILANO — Creare uno specifico nucleo della Polizia Municipale che indaghi sul fenomeno «writers». Lo chiede la neonata Associazione Nazionale Antigraffiti, presentata ieri a Milano. «Un fenomeno, quello dell’imbrattamento, che sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti», ha detto il presidente Vittorio Pessina, senatore di Forza Italia ed estensore di uno dei tre disegni di legge in materia di graffiti depositati in Parlamento nella scorsa legislatura. Per Pessina sarebbe necessario rivedere innanzitutto il dispositivo delle sanzioni, prevedendo per i writers pene più severe. D’accordo il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato, a sua volta depositario d un altro disegno di legge approvato in Commissione Giustizia al Senato.
Per Fabrizio De Pasquale, segretario dell’associazione e presidente della Commissione Parchi e Giardini di Palazzo Marino, l’esempio buono è quello di Como, dove uno specifico nucleo di vigili è stato destinato alle indagini sui writers. Risultato: 30 graffitari sono stati segnalati e hanno patteggiato la pena. Il fenomeno da allora si è fortemente ridotto. Per Ignazio La Russa «l’impegno deve essere quello di pulire la città nel giro di un anno e mezzo».
GRANDE MILANO
Task force di vigili contro i graffiti
7 March 2006
MILANO – Un nucleo di vigili che indaghi sul fenomeno «writers», ausiliari del decoro impegnati – come a Roma – ad eliminare le scritte ingiuriose anziché a dare le multe, corsi nelle scuole per spiegare «perché è sbagliato sporcare la città».
Sono alcune delle richieste della neonata associazione nazionale antigraffiti, presentata ieri dal senatore di FI Vittorio Pessina (che ne è presidente) e dal consigliere comunale Fabrizio De Pasquale (segretario). Pessina, estensore di uno dei tre disegni di legge sui graffiti depositati in Parlamento nella scorsa legislatura e rimasti nel cassetto, sollecita misure più severe contro gli imbrattatori, compresa la reclusione fino a un anno.
«Ma l’aspetto centrale – dice – deve essere la possibilità di promuovere indagini grafologiche». Per De Pasquale l’esempio da seguire è quello di Como, dove un nucleo di vigili è stato destinato proprio alle indagini, con il risultato che sono stati segnalati 30 ragazzi. «Associazioni come questa sono un utile supporto operativo», commenta il vicesindaco Riccardo De Corato, ricordando che nel 2005 sono stati ripuliti 310 mila metri quadri di stabili comunali.
Graffiti, “lavato” il primo palazzo – Ma i finanziamenti del Comune non basteranno per tutti – Appello del sindaco ai privati: “Con il costo di tre caffè al giorno potreste tenere pulita la vostra casa per cinque anni”
ALESSIA GALLIONE
4 March 2006
Si saprà a maggio se l´Amsa riuscirà a trovare altri fondi
Sono bastate una miscela di acqua e bicarbonato, il getto potente di una macchina speciale e qualche secondo. E le scritte blu e nere che campeggiavano da mesi sulla facciata di un palazzo di Porta Venezia sono scomparse. Per la prima volta a spese dello Stato. Quello che accadrà ad altri 800 edifici e 65mila metri quadrati di muri della città imbrattati dai graffiti. E che sarebbe potuto succedere ad almeno altri mille stabili privati: si erano prenotati 1.800 condomini, ma il milione di euro stanziato nella Finanziaria non è bastato per tutti e il Comune, per ora, non promette altri interventi gratuiti. Colpa della neve, dice il sindaco, che ha sottratto alle casse di Amsa almeno 10 milioni di euro. Per questo Gabriele Albertini lancia un appello ai milanesi: «Vi chiedo uno sforzo: con il costo di 3 caffè al giorno potreste tenere pulita per 5 anni la vostra casa».
È una delle eterne battaglie del sindaco, quella contro i graffiti. Ora, per la prima volta, è partita la pulizia gratuita con dieci squadre di Amsa. Un regalo per Olga, abitante del condominio di viale Regina Giovanna e vedova di Alessandro Rimini, architetto che ha progettato il primo grattacielo di Milano, la Torre della Snia Viscosa in piazza San Babila e il cinema Colosseo: ieri compiva 103 anni.
Ignazio La Russa, autore dell´emendamento della Finanziaria, ha chiesto che il Comune metta a disposizione altri fondi. Bisognerà aspettare maggio, quando Amsa approverà il bilancio, ma Albertini è prudente: «La nevicata ha ridotto gli utili di Amsa». Chi è rimasto escluso potrà avere degli sconti. «Un abbonamento di 5 anni – spiega il direttore generale di Amsa Carlo Petra – al costo di 0,726 euro al metro quadrato da pagare dopo due anni». Tradotto: per un condominio di media grandezza, circa 70 euro al mese. Più costosa la pulitura singola: 14 euro al metro quadrato.
Ma per il vicesindaco Riccardo De Corato, «bisogna rivedere il codice penale e introdurre un nuovo reato con pene più severe per questi vandali. La commissione Giustizia del Senato ha già approvato un mio disegno di legge: 45 giorni di arresti domiciliari e fino a tre mesi di lavori di pubblicità utilità». Prima di tutto, però, bisogna ripulire la città, «perché è vergognoso vederla deturpata», dice l´assessore al Turismo Giovanni Bozzetti. Partendo dalle scritte di carattere politico: lo propone Forza Italia con il consigliere Gianfranco Lucini che ha presentato una mozione: «Vanno assolutamente cancellate e gli autori perseguiti – esorta il capogruppo azzurro Manfredi Palmeri . La ferita inferta alla città è ancora più profonda quando questi segni sono messaggi che incitano alla violenza e all´odio». Ma per il centrosinistra la linea dura adottata da Palazzo Marino in questi anni non è servita. «Lunedì prossimo il vicesindaco De Corato insieme ad altri lancerà l´associazione nazionale antigraffiti: in campagna elettorale va bene tutto, ma dovrebbe cambierebbe strada – commenta il consigliere di Rc e graffitaro Davide Tinelli – Dopo dieci anni di criminalizzazione e repressione, il problema è solo peggiorato».
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