Da Milano buone notizie: «Lotta agli imbrattatori del metrò»

Finalmente un’ottima notizia sul fronte della lotta alle scritte vandaliche. Per mesi le carrozze della metropolitana milanese sembrano essere diventate la lavagna ideale per alcuni imbrattatori che coprivano di scritte interi treni, senza risparmiare alcuna linea e alcun modello, persino il nuovissimo “meneghino”. Dopo così tanto tempo scopriamo con grande stupore, dall’articolo apparso oggi, 30 aprile, sul Corriere della Sera a firma del giornalista Armando Stella, la nascita di un team, costituito da Vigili Urbani e dall’ufficio legale dell’ATM, che si occuperà della repressione degli atti vandalici.

Una svolta importante che permetterà all’azienda di trasporto municipalizzata di risparmiare sulla ripulitura e alla giustizia di far pagare i danni agli autori di tali brutture.

Attendiamo gli sviluppi di questa, speriamo proficua, collaborazione.

Di seguito l’articolo segnalato.

Il caso – Ogni anno vengono spesi 6 milioni per ripulire i treni.

«Ma è una fatica inutile, arrivano anche dall’estero per “disegnare” sui vagoni»

«Lotta agli imbrattatori del metrò»

Nasce il pool antigraffiti . Collaborazione vigili-Atm per denunciare i writer.

Il materiale d’indagine «Filmati, immagini, schede tecniche e materiale d’archivio per incastrare i vandali e portarli in Tribunale»


Un pool antigraffiti per difendere i treni della metropolitana dagli assalti dei writer. Il Nucleo dei vigili urbani per la tutela del trasporto pubblico (Nttp) e l’ufficio legale di Atm stanno definendo forme e contenuti del protocollo di collaborazione. Procedure integrate. Repressione, dove non arriva la prevenzione. Un tempo di sarebbe detto: linea dura. Ci siamo quasi. Il patto tra la polizia locale e i vertici della municipalizzata, spiegano dalla centrale di via Custodi e da Foro Buonaparte, consentirà uno scambio d’informazioni più rapido ed efficace: filmati, immagini, schede tecniche e materiale d’archivio per incastrare i vandali e portarli in Tribunale. I ghisa hanno appena chiesto all’azienda di formalizzare due denunce per imbrattamento e danneggiamento. Nei prossimi giorni saranno notificate le accuse contro due gruppi (o crew) di writer «attivi» nelle stazioni e nei depositi Atm. Scatti e video delle incursioni sono pubblicati su Internet. Qui, sui social network, nei portali fotografici, la frangia più sfrontata della scena street artist colleziona ed espone i suoi «trofei»: sistemi di sicurezza violati, vagoni schizzati di vernice e finestrini incisi con i punteruoli. Le tag, le firma stilizzate sotto il disegno, sono il veicolo di esibizionismo e autocelebrazione. Ecco. I vigili urbani catalogano le firme e dalle firme risalgono agli autori. Nei metrò si rincorrono questi nomi d’arte: Erpes, Avido, Reno, 031, MZ, Ranci. «Abbiamo individuato i writer specializzati nei treni, stiamo stringendo il cerchio», lascia filtrare un agente dell’Nttp. Sono italiani, per lo più milanesi, non solo giovanissimi: «Ma seguiamo anche i movimenti degli stranieri che scelgono la trasferta di Milano per dimostrare le loro “qualità”». Gli ultimi nove venivano da Friburgo, Lipsia e Berlino. Avevano segnato gli «obiettivi» sulle mappe: stazioni e accessi. Negli zaini, gli strumenti del mestiere: arnesi da scasso, coltelli, macchine fotografiche, videocamera e computer portatile. I vigili urbani li hanno fermati, perquisiti e denunciati in zona Lotto.
L’assalto al metrò costa all’Atm circa 6 milioni di euro l’anno in pulizia e manutenzione dei treni (l’ultimo dato disponibile è del 2010), ma i danni d’immagine sono inestimabili. Il degrado e l’incuria sono tra le principali ragioni di reclamo dei passeggeri: «I graffitari continuano a tatuare le vetture – denuncia al Corriere il signor Antonio Fiocchi – spesso in modo tale da rendere impossibile vedere all’esterno». I vagoni sono completamente «schermati», annuisce un amareggiato Vittorio Lohr: «Su alcuni treni della linea rossa non si
riconosce più nemmeno il colore originale».

Armando Stella

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