Graffiti, mi fido delle promesse del sindaco solo se…

Articolo di Fabrizio De Pasquale, presidente associazione antigraffiti, apparso sul Corriere.it

Mi ha fatto piacere vedere arrivare Pisapia domenica fra i volontari che da anni si danno appuntamento la domenica mattina per ripulire spazi pubblici ed edifici privati da quel flagello che infesta Milano, i cosiddetti graffiti. Penso sia stato utile soprattutto a lui. Avrà capito che la stragrande maggioranza di milanesi di ogni colore politico è stufa di questo degrado.

Avrà ascoltato gli incoraggiamenti di inquilini e passanti che se ne fregano di giustificazioni sociologiche e difese di ufficio su una presunta espressione artistica. Avrà compreso come anche un palazzone Aler, con tanti problemi forse anche più gravi dei graffiti, una volta ripulito dalle scritte sembra guardare con più ottimismo al futuro. Insomma il degrado non è di destra o di sinistra e i graffiti hanno devastato non solo tante proprietà private ma soprattutto il paesaggio urbano di Milano, la sua immagine.

Affinchè la presenza di Pisapia non sia un semplice gesto simbolico o peggio, un fuoco di paglia, ci sono diverse cose che il Sindaco può fare. Bisogna agire su tre versanti: educazione civica, repressione e pulizia. La scuola, con lezioni di educazione civica, il Comune tramite campagne di sensibilizzazione, le famiglie attraverso un maggiore controllo devono trasmettere un messaggio : non si imbrattare la storia, e gli spazi urbani di Milano.

Sul fronte della repressione, non è vero che non si può fare nulla. Era stato istituito dalla precedente giunta un nucleo di vigili contro il degrado. Deve essere messo di nuovo in condizione di agire la notte, dotato di palmari e telecamere. Non è difficile indagare su un mondo fatto di qualche migliaio di giovani molto presenti in rete e abitudinari. Un particolare impegno deve essere chiesto alle forze dell’ordine: assieme a tanti cortei pacifici, la città è percorsa da cortei studenteschi e no global con uno desolante strascico di imbrattamenti. Gli autori vanno identificati e denunciati.

Sul fronte della pulizia è oramai da 2 anni che si aspetta che il Comune emani un bando di gara per affidare il servizio di ripulitura degli edifici pubblici. Se il Comune si impegna nella repressione e da il buon esempio nella ripulitura degli edifici, sarà più semplice chiedere ai condomini privati di impegnarsi. Atm che conduce una lotta strenua per proteggere i depositi dai writers deve anche ripulire le carrozze, i cui ingressi sono oramai invisibili.

Ci vogliono poi sanzioni a misura di adolescente. Occorre rieducare e non pensare a irrealistiche misure detentive o a risarcimenti economici non facilmente esigibili. Il Comune potrebbe ad esempio istituire all’interno dei Servizi sociali un ufficio lavori socialmente utili cui la Magistratura potrebbe affidare i ragazzi ritenuti colpevoli di piccoli episodi di vandalismo urbano. Il valore di questo gesto riparatore nei confronti della società sarebbe deterrente per chi lo svolge e per chi lo vede.

Queste proposte non sono un capriccio di alcuni maniaci della pulizia. Il Comune spende 20 milioni l’anno per vandalismi vari e ripulire tutti i graffiti dalle proprietà private costerebbe oggi 90 milioni di euro. Se il Sindaco farà attuare queste semplici proposte il fenomeno si ridurrà in un anno a dimensioni fisiologiche e la città non sarà più come oggi la capitale europea dei graffiti.

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