PRATO – La città tira una riga sulla «doppia kappa», la firma della criminalità giovanile che terrorizzava Prato da tempo. È finita con l’esecuzione di dieci ordini di custodia cautelare l’avventura delinquenziale della baby gang del «Sokkorso», il nome con cui il gruppo amava definirsi. Sono quindici ragazzi tra i 17 e i 22 anni, protagonisti di rapine, scippi, minacce, soprattutto ai danni di cinesi e anziani. Proprio a Prato, il fenomeno delle rapine agli orientali ha ormai assunto proporzioni da allarme sociale. Il nome della banda deriva dal quartiere del «Soccorso», non lontano dal centro storico, dove i malviventi usavano incontrarsi e pianificare i crimini. Si tratta dello stesso posto dove nell’estate del 2011 venne assassinato il giovane albanese Alban Deliu: un delitto tuttora irrisolto. Sui giovanissimi fermati pendono complessivamente 38 capi d’accusa: rapina, lesioni, ricettazione, minacce, lesioni. Durante le perquisizioni sono state sequestrati bastoni e coltelli.
All’alba di ieri sono state eseguite dieci ordinanze di arresto (nove in carcere e una ai domiciliari) e un obbligo di dimora. I provvedimenti hanno riguardato quattro italiani, sei albanesi e un marocchino. Due ventennimaghrebini sono latitanti, di altri due (un italiano e un albanese di 17 anni) si dovrà occupare il tribunale minorile di Firenze. Le indagini riguardano il periodo che va dal febbraio al giugno di quest’anno. La banda del «Sokkorso» era molto nota in città. Da alcuni mesi faceva notare la propria esuberanza con graffiti sui muri del quartiere: oltre a «Spacchiamo tutto» e «Sbirri infami» la doppia «kappa» aveva fatto la sua comparsa anche sotto insulti al capo della squadra mobile Francesco Nannucci. I giovani si vantavano delle loro gesta su Facebook: pubblicavano foto della refurtiva e si immortalavano con le mise utilizzate per compiere rapine. Nell’aprile del 2011 era andata in scena persino una lotta intestina per il controllo del territorio; più recentemente la gang aveva picchiato a sangue un testimone che minacciava di denunciarli. Il questore Filippo Cerulo, parlando dell’operazione, ha rispedito al mittente le critiche riguardo la sicurezza nel quartiere del Soccorso: «Alcuni politici hanno usato l’allarme sicurezza, noi – ha detto – rispondiamo sul campo». Giorgio Bernardini
: articolo apparso sul Gazzettino Fiorentino a firma di Giorgio Bernardini
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