A Trapani cinque scuole contro il bullismo e per educare a non disegnare graffiti

 

Trapani

I graffiti in città deturpano i monumenti, per far sapere a chi ci ha spezzato il cuore che ne siamo ancora innamorati sarebbe meglio un sms”. Questo è solo uno dei messaggi lanciati nel corso della giornata conclusiva del progetto in rete “Regolamente 3″ che ha visto impegnate cinque scuole del territorio (primo circolo Garibaldi, secondo circolo Cavour, scuola media Pipitone, istituto comprensivo Nosengo di Petrosino), con in testa l’istituto comprensivo Stefano Pellegrino diretto da Franca Pellegrino. Terza edizione di un progetto che ha contato su un finanziamento di circa 25mila euro, ad aprire i lavori dell’ultima giornata, nella sala conferenze del complesso monumentale San Pietro è stata Eleonora Lo Curto nella duplice veste di assessore all’Istruzione e di dirigente di una delle scuole partecipanti, il secondo circolo didattico Cavour: “Cittadini non si nasce – ha detto Lo Curto – ma lo si diventa sperimentando lo stare insieme, all’interno di un sistema di regole”. Dopo è stata la volta del lavoro presentato dall’esperto Nicola Sciacca che ha curato il laboratorio Beni culturali e ambientali con gli alunni della Pellegrino e della scuola media Vincenzo Pipitone. È a loro che si deve l’idea degli sms antigraffito e anti-imbratto. L’esperto Giuseppe Grisafi ha seguito gli alunni nella realizzazione di uno spot antibullismo già pubblicato sul blog di informazione: regolamente3.worldpress.
com che ha anche accolto le video interviste degli alunni a cura dell’esperto Dario Piccolo e gli articoli della redazione giornalistica della media Pipitone. Emozionante il video in musica curato dal primo circolo Garibaldi che ha visto impegnati gli esperti Fabio Gandolfo, Massimo Pastore e Pino Crispo. Grafica della legalità al centro delle attività della Nosengo, la giornata è stata chiusa dal concerto del cantastorie Nonò Salamone che ha spiegato la giustizia raccontando con chitarra e tammorra dell’ingiusto assassinio della “Barunissa di Carini” e della tragica fine degli emigranti siciliani raccontata da Ignazio Buttitta ne “Lu trenu di lu suli”, senza dimenticare i canti popolari nati “quannu vinni Vittorio Garibardi e Giuseppe Emanueli”. Una carrellata fatta di storia e tradizioni, di note e bandi pubblici introdotti dalla fatidica frase: “Sintiti populu, sintiti”. In poco tempo il cantastorie ha conquistato il giovanissimo uditorio che lo ha seguito con applausi e cori improvvisati perché imparare la legalità è anche divertente, oltre che edificante.

*:articolo apparso sul Giornale di Sicilia, Cronca di Marsala, a firma di Chiara Putaggio

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