Lettera e replica alla lettera del Corriere della Sera del 11 aprile 2013

Una lezione sui graffiti
Sono Ludovico, uno studente di 11 anni della Bes, una scuola primaria di Milano. È tradizione della mia scuola, verso la fine dell’anno della quinta classe, organizzare una lezione su un argomento particolarmente significativo ai nostri occhi, studiarlo in modo approfondito e fare in modo che le nostre scoperte vengano diffuse.
A me sono sempre piaciuti i graffiti che trovo sui muri della mia città. Molti pensano che siano un atto di vandalismo o un inquinamento visivo, ma per me non è così. I graffiti sono una grande forma d’arte che usiamo noi giovani per esprimere le nostre idee, le nostre opinioni, le nostre considerazioni e i problemi che ci turbano: insomma vogliamo lasciare un segno di quello che siamo con il nostro talento senza limiti. Certo, i graffiti inquinano, perché le bombolette usate sono tossiche e, inoltre, a molte persone non piace questo tipo di decorazione.
Certamente penso che coloro che si lamentano, da una parte possano avere ragione perché i writers trasgrediscono la legge non chiedendo il permesso di scrivere sui muri, dall’altra parte, visti dalla mia prospettiva, i graffiti sono totalmente ricchi di consapevolezza e di creatività. Secondo me le pene e le multe che i vigili danno ai trasgressori sono troppo alte. Che ne dite? Io spero vivamente che i Comuni leggano il mio articolo, mi diano retta cambiando questo modo di essere e di fare.
Lettera firmata

Risposta

I danni prodotti dai graffiti
Rimango sgomento nel leggere sul Corriere del 21 aprile che un ragazzino di 11 anni scriva sul fenomeno dei graffiti vandalici con pericolosa leggerezza.
Caro Ludovico, nonostante tu abbia argomentato di aver studiato i graffiti, non comprendi che non è solo un’opinione negativa il gradimento di scritte su muri e arredo urbano, ma che è soprattutto un reato (articolo 639 codice penale: imbrattamento). In realtà l’ammenda prevista è modesta a fronte dell’ingente danno che pubbliche amministrazioni, società di trasporto e privati devono affrontare: parliamo di milioni di euro ogni anno! Le bombolette «inquinano» e rovinano, a volte a livello permanente, monumenti e palazzi storici. La storia del nostro Paese non abbisogna di scritte che esprimono idee (vorrei chiedervi quali?) per essere valorizzata. La consapevolezza di questo valore e il rispetto per gli altri (proprietà pubblica e privata) credo non possa trovare un compromesso con chi, a nome dell’arte o della «creatività», rovini il nostro patrimonio facendo appello ai Comuni già oberati da spese ingenti. Studiare in modo approfondito un argomento significa evitare simili considerazioni.

Andrea Amato
Associazione Nazionale Antigraffiti

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