L’assalto dei writer «passa» dai tombini

I «signori della notte» Nelle viscere di via Appennini per staccare le telecamere di sorveglianza e poter colpire indisturbati

Bombolette e acrobazie, le bande del metrò pronte a calarsi anche dalle vetrate Incursione inglese Tre ragazzi inglesi hanno utilizzato una grata per arrivare alla tratta San Leonardo

vandali nelle metropolitane

 

Entrano nei depositi Atm e percorrono i binari morti (tronchini). Si infilano da tutte le parti. Si calano dall’alto tra le vetrate che hanno infranto, ma anche dalle porte non in sicurezza. Arrivano persino da sottoterra, attraverso le griglie. Un vero assalto continuo, che non dà tregua. E’ quello che emerge analizzando i numerosi social network dove i writer lasciano in piena tranquillità le tracce dei loro blitz notturni.
Una vera rete di estimatori della «ferraglia» che sembra avere istituito un sito top secret in continuo  aggiornamento, nel quale si riversano i dati sensibili  sulle vie di accesso dei depositi delle metropolitane delle maggiori città europee. È così che tre ragazzi inglesi sono andati ad imbrattare a colpo sicuro, entrando nella tratta San Leonardo, direzione Molino Dorino, attraverso la griglia 188 della sovrastante via Appennini e hanno disattivato l’interruttore numero 8, proprio quello che blocca le telecamere di sorveglianza.
Ma gli attacchi dei «signori della notte» nei depositi non sono solo opera di stranieri in turismo-vandalico, ma sono quasi tutti milanesi e lo dimostrano le numerose crew doc, specializzate in questo tipo di imbrattamento.

writer che entrano nei tombini
writer che scavalcano

Tra queste spicca la storica Wca (acronimo di We Can All), tra le più strutturate, i cui componenti non sono tutti dei ragazzini. Aggressiva, pronta anche allo scontro fisico con gli agenti della sicurezza. Colpiscono spesso a Cologno e a Sesto e hanno numerosi componenti: Rias, Ufo, Snou. Quest’ultimo, ad esempio, predilige i tronchini della Qt8. In un loro recente filmato si vede anche come penetrano nel deposito dalle finestre con i vetri rotti e, addirittura, mentre stanno imbrattando, prendono in giro un dipendente dell’Atm.
Poi c’è la Otv con i membri Seek, Sanke, Espo e Pixel. Con precisione raccoglie da anni nel suo profilo aperto su Facebook (Otv Crew), i suoi pezzi migliori e nostra una forte predilezione per la linea verde della metropolitana. I loro attacchi sono rapidi e mirati, con forte aggressività vandalica e quasi sempre agiscono insieme alla Ptw (acronimo di Pimp the Wishes o Play to Win), composta da giovanissimi. Al momento è tra le più presenti nei depositi della città, forse perché deve affermarsi come vera crew king. È la crew di Erpes, writer di peso che ha «spaccato» (termine usato per indicare un imbrattamento pesante) un numero elevatissimo di vagoni metropolitani. E, nonostante sia già stato indagato, continua la sua azione con lo stesso stile, ma con la nuova tag SERPE (anagramma di Erpes). Con lui i fedelissimi Bomo, Reko Avido, Race. Questi sono gli autori di uno dei vagoni più imbrattati di Milano: un intero convoglio coperto da vernice prevalentemente grigia, dall’alto in basso, porte e vetri inclusi. «C’è da chiedersi – sottolinea Fabiola Minoletti, studiosa del fenomeno writing – quanto sarà costato, visto che una bomboletta la si acquista mediamente con 4 euro e ricopre una superficie di circa 2,5 metri quadrati. E spesso sul grigio i graffitari ci tornano sopra con altri colori». Nel loro filmato postato su Youtube, viene documentata la loro azione: i ragazzi della Ptw arrivano nel deposito, organizzati, con scatoloni colmi di bombolette. È curiosa la scritta che apre il video:
Wag e End che, guarda caso, sono distributori di bombolette spray. «Sicuramente – sottolinea Andrea Amato, presidente dell’associazione nazionale Antigraffiti – il writing è anche un grosso affare. È molto strano che spesso questi filmati che girano su Youtube, si aprino e si chiudano con nomi di centri di distribuzione di bombolette».
Ultimamente per sei ragazzi, graffitari milanesi (gruppo Asd), è scattata l’accusa di associazione per delinquere, perché nel 2011 imbrattarono il cippo dedicato al giornalista Guido Vergani. È stata la prima volta che si indagavano i writer al pari di una banda vera. «Bisognerebbe creare un gruppo interforze tra polizia locale e Atm – continua Minoletti – per uno scambio costruttivo dei dati sensibili al fine di rendere più efficace l’azione di contrasto al fenomeno».

Articolo di Michele Focarete apparso sul Corriere della Sera l’1 giugno 2013

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