«Milano è bella, ma rovinata dai graffiti »

Il tour sul bus scoperto Dal Castello ai Navigli sul bus scoperto:

la storia e i grattacieli di domani.

Il giro nella città con gli occhi degli stranieri
In viaggio con i turisti: storia e moda ci affascinano, peccato sia tanto sporca Il mercato di Papiniano Tra i luoghi più gettonati anche lo stadio di San Siro. Incuriositi dal mercato di viale Papiniano Effetto Expo Non c’è ancora l’effetto Expo ma sono in aumento gli ospiti: crescono i turisti brasiliani

Non c’è abituata. A farsi guardare così: dall’alto in basso. Si sente fuoriposto. In balia di occhi con la pretesa di giudicarla con uno sguardo. Bella, senza averne l’aria. Persino in una mattina di sabato col cielo malmostoso che non ha ancora deciso che colore prendere. Bella se non fosse che. Milano negli occhi dei turisti sul bus scoperto del CitySightseeing è un «enigma avvolto in un mistero». Quello di una città dove le eccellenze sono costrette a fare il braccio di ferro con le brutture di chi le vuole male. Non la rispetta. Al massimo la usa.
Dalla cima del bus i muri delle case, le chiese, i monumenti «firmati» dagli scarabocchi costringono i turisti ad abbassare le macchine fotografiche. Fanno male certi marciapiedi calpestati dalle cartacce e da un senso di trascurato. Quando si passa vicino alla Darsena altri sguardi di stupore e rimprovero. Come vedere un vestito di lusso stirato male e con le macchie sul davanti. I visitatori qui vengono da tutto il mondo per cercare squarci di passato e brandelli di futuro. Senza sapere che questa è una città che sa parlare solo al presente.
Ora e adesso. Non prima, né poi. Agli appuntamenti arriva in anticipo. Piuttosto, aspetta. L’Expo del 2015, per esempio. Sul bus rosso è come stare all’assemblea permanente dell’Onu. Lingue diverse che si rincorrono, il sogno che davvero si può stare insieme.
«Guardate a destra, attenzione a sinistra», la voce della guida esce dagli auricolari educati che non disturbano i vicini. Da lassù vedi angoli che non diresti. Uno spicchio di verde che appare da un cortile in una via dove ci sei passato mille volte e non l’avevi mai notato. Allison viene dal Kentucky, Midwest degli Usa, di cognome fa Faulkner come lo scrittore. Con lei un nugolo di yankees incuriosite persino delle brutture. «Quei graffiti – indica con un dito le fiancate deturpate delle abitazioni – che peccato! Sporcare così muri e case. Davvero non capisco. Tanta bellezza costretta a convivere con questi sgorbi». Il bus scoperto accarezza il mercato di viale Papiniano. Il formicaio di clienti e venditori. Il profumi, gli aromi che arrivano fin quassù. Milano che sorprende. «Perché venirci in vacanza? Fosse solo per l’Ultima Cena ne varrebbe la pena. Effetto Dan Brown? No, il fascino di Leonardo: non scherziamo». I coniugi Kok sono olandesi di Breda. «Mia moglie è qui per una trasferta di lavoro. Così siamo rimasti anche per il weekend. Beautiful. La cosa brutta? Pollution, l’inquinamento. E la darsena e i Navigli, se fossero tenuti meglio, ricorderebbero Amsterdam». La famiglia Matsumoto si è fatta il viaggio da Tokyo. I giapponesi da queste parti non sono mai mancati. «Siamo qui per la storia e anche per lo shopping. Monumenti e fashion, si possono coniugare così bene solo in questa città».
«I turisti vogliono comprare – spiega Roberta che fa la guida sul bus – il Quadrilatero della moda è tra le vie più gettonate. Sta cambiando anche la geografia degli ospiti. Ci sono sempre i tedeschi, ma stanno salendo i brasiliani. Chissà, forse per il calcio. Così siamo stati costretti a inserire anche la guida in portoghese». Difatti tra le tappe del bus c’è anche lo stadio di San Siro. Andrea Astori è uno dei responsabili dei tour: «L’Expo? Ci aspettiamo visite anche degli italiani. Il sogno? I bus anche di notte. Milano ha un fascino che con le luci non puoi resisterle».

Articolo apparso sul Corriere della Sera il 14 luglio 2013 a firma di Carlo Baroni

 

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