L’ultima dei vandali: al Ticinese graffiti con lo spray al catrame

La nuova “moda” importata da Marsiglia: già imbrattate le vetrine di due negozi alle Colonne di San Lorenzo

Gli usi previsti sarebbero diversi: rendere impermeabili superfici come tetti e assi di legno, proteggere le suole degli stivali, isolarei contatti elettrici a bordo delle navi. C’è un altro utilizzo possibile, che non si trova sull’etichetta della bomboletta: imbrattare muri, vetrine e saracinesche. Il catrame spray, venduto a prezzi che vanno dai 6 ai 9 euro via Internet e nei negozi di bricolage,è l’ultima “arma” usata da chi passa le notti a scarabocchiare pareti e serrande dei negozi. Una pratica, le scritte col catrame, che è diffusa da tempo nella periferia di Marsiglia. A Milano le prime sono comparse, da pochi giorni, alle Colonne di San Lorenzo, sulla parete di fianco a un negozio di valigie e sulla serranda del ristorante Cantina della Vetra, considerato eccellente dai clienti sul forum Tripadvisor e – purtroppo per i gestori amato anche dagli imbrattatori. A segnalare per primi la comparsa delle scritte fatte con bitume a spruzzo sono stati alcuni clienti di un bar vicino al ristorante: appoggiando la schiena alla saracinesca abbassata, dopo la chiusura, si sono sporcati. «Il problema è che, a differenza della vernice, il catrame impiega molto tempo ad asciugare o addirittura non asciuga – spiega un tecnico Amsa, che da anni lavora alla pulizia delle scritte sui muri per questo, sporca tutto quello con cui entra in contatto». Ne sanno qualcosa al ristorante. «Dopo esserci sporcati le mani, ci siamo posti il problema di come pulire e dopo alcuni tentativi abbiamo ottenuto buoni risultati con il petrolio», dice Giacomo Sgalbazzi, alla Cantina della Vetra. La comparsa delle scritte tracciate con il catrame spray è stata segnalata da un residente di via Celestino IV all’associazione nazionale Antigraffiti, che da anni studia e contrasta la diffusione di nuove forme di writing vandalico in città. «Scarabocchiare con il bitume ha l’evidente scopo di deturpare non solo un muro o una superficie, ma di sporcare anche chiunque abbia la sfortuna di entrare in contatto con le scritte – dice la portavoce Fabiola Minoletti – è evidente che il writing vandalico si espande verso forme di espressione estreme, sia nell’identificazione degli obiettivi sia nella scelta delle tecniche». Un’escalation che l’associazione denuncia da tempo. E sembra che il principale laboratorio per sperimentare nuove e più dannose forme di imbrattamento
sia sempre il Ticinese, uno dei più frequentati distretti del divertimento notturno in città. Nel giugno 2010, una ventina di negozianti in corso di Porta Ticinese presentarono denunce alla polizia di Stato per il fatto che le loro vetrine erano state corrose da scritte tracciate con acido fluoridrico, caricato in pennarelli da disegno modificati. A essere deturpate con questa tecnica da writers come “Dbs”, “Tsi 10″, “Siko” furono fra gli altri il negozio di abiti Richmond così come il vicino atelier di pelletteria Cut, lo store Diesel e la Farmacia della Cittadella. Altra tecnica di writing vandalico è l’incisione con punte di trapano alla polvere di diamante, montate su manici da punteruolo: nell’estate del 2012 il writer “Bleats” sfregiò in questo modo diverse vetrine in via Montenapoleone. Un’altra tecnica di imbrattamento ad alto impatto consiste nello
svuotare normali estintori antincendio dalla schiuma e riempirli poi di vernice da spruzzare poi sulle pareti.
Scritte stracciate con l’estintore, spesso di grandi dimensioni, sono comparse negli scorsi anni prima in via De Amicis, poi in tutta la città. Ancora più grandi, spesso enormi, sono le scritte lasciate sui muri con rulli da imbianchino. Anche in questo caso, i muri ciechi dei palazzi del Ticinese si sono prestati come laboratorio per decine di improvvisati writers. «È evidente che il discorso artistico c’entra poco e nulla, e che l’obiettivo è portare il massimo danno per il solo gusto di farlo», conclude Minoletti.

 

Artico di FRANCO VANNI apparso su la Repubblica il 13 settembre 2013

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