Dante non vuole arrendersi Ancora pizzicato il writer

È stato questo a rendere riconoscibile il suo passaggio sui muri di alcuni edifici pubblici, e questa volta Dante rischia una multa da 600 euro, con l’obbligo di pulizia. «In caso non provvedesse a pulire – dice l’assessore alla Polizia locale Carlo Piatti – siamo pronti a chiedere il rimborso dei danni. Gli agenti stanno monitorando gli edifici pubblici, per capire su quali, oltre a quello in via Veratti, sono stati imbrattati da lui». Il procedimento andrebbe a complicare la situazione del ragazzo, non nuovo a questo tipo di bravate: quest’estate è stato denunciato dai carabinieri di Varese per aver preso di mira il muro perimetrale di una casa in viale Aguggiari, disegnando addirittura un «throw up», cioè la versione ingrandita ed elaborata della tag, la firma che i writers “clandestini” lasciano sui muri delle città per segnalare la propria attività. Un’altra denuncia, sempre per imbrattamento, l’aveva colpito l’anno scorso, per aver dipinto il proprio tag sui muri del centro. Visti i precedenti, nonostante ilcambio di stile, è stato facile risalire al writer, che sembra essere tutto tranne che pentito. Dante, per il graffito di viale Aguggiari, rischia fino ad un anno di carcere, anche se l’ipotesi più probabile è che il tribunale lo condanni a pulire a sue spese i muri imbrattati.L’assessore Piatti, intanto, vuole sottolineare di non essere «contro l’arte. Ci mancherebbe: chiedo solo a questi ragazzi di limitarsi agli spazi dove sia legale farlo. Negli anni il Comune ha organizzato varie iniziative dedicate ai writers. Collaborare può essere meglio per tutti».Anche perché il movimento dell’arte dei murales nati dalla cultura hip hop sta crescendo, e gli artisti in cerca di affermazione tendono a condannare i writer improvvisati, che imbrattano di scritte senza troppe pretese le città. Lo ha detto a La Provincia Luca “Sten” Barachetti, uno dei writer più conosciuti di Varese «Chi cerca di portare avanti la propria arte rispettando la legge, dipingendo solo sui muri autorizzati o su tela, non può essere confuso con chi si accontenta di appartenere al mondo “clandestino”».

Articolo di Chiara Frangi apparso su La Provincia di Varese il 3 novembre 2013

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