Vandali e maleducati sui treni costano oltre 2 milioni all’anno

SULLE LINEE DI LIGURIA E PIEMONTE

Graffiti , ma anche vetri rotti, sedili divelti o tagliati e rifiuti Il risultato sono carrozze ferme e alti costi di manutenzione

Da una parte gli atti vandalici veri e propri come la rottura di vetri e di plafoniere, i sedili tagliati o imbrattati con i pennarelli, estintori scaricati per divertimento. Dall’altra, la maleducazione e l’inciviltà dei passeggeri che viaggiano poggiando i piedi sui sedili liberi e che non si curano di usare i cestini per gettare l’immondizia.
Anche questi sono fattori che incidono sulla qualità dei treni che circolano sulle linee ferroviarie del Piemonte e della Liguria. Non solo. Vandalismo e inciviltà incidono anche economicamente sulle casse di Trenitalia e sono la causa di grossi sprechi di tempo, ore «rubate» alle attività migliorative del servizio, e di danni diretti ai viaggiatori che trovano il loro treno con un numero inferiore di posti per l’assenza delle carrozze ferme in officina. A parlare sono i dati, dai quali si evince che in un anno i vandali incidono sulle casse delle Ferrovieper oltre due milioni di euro. Infatti nel primo semestre del 2013 sono stati 36mila i metri quadrati di superficie vandalizzata sui treni del Piemonte, compresivi dei graffiti che vengono tracciati sulle carrozze. Per ripristinare le superfici sono stati eseguiti 795 interventi di asportazione e pulizia utilizzando 36.000 chilogrammi di prodotti chimici, 720mila litri di acqua producendo 36mila chilogrammi di rifiuti speciali da smaltire. Numeri impressionati se si pensa che la direzione regionale Piemonte di Trenitalia ha sostenuto nel primo semestre di quest’anno, per riparare i danni a carrozze, sia internamente che esternamente, e locomotori 207mila euro per rimuovere i graffiti, 300mila per il «fermo vetture» e 115mila per la gestione straordinaria del depuratore. A questi occorre aggiungere 100mila euro per il reintegro del materiale danneggiato e la manodopera oltre al danno d’immagine. Il tutto quindi ha inciso sulle casse di Trenitalia per un costo complessivo di 622mila euro in soli sei mesi. Va leggermente meglio in Liguria, anche se bisogna tenere presente il fatto che il numero di chilometri di rete ferroviaria e quindi di treni è inferiore a quello piemontese. Nel primo semestre di quest’anno sono stati 2mila e 500 i metri quadrati di superficie «graffittata» sui treni della Liguria. Per ripare i danni sono stati utilizzati 3mila chilogrammi di prodotti chimici, 60mila litri di acqua, 125 litri di benzina e gasolio, producendo 3mila chilogrammi di rifiuti speciali da smaltire.
In termine di costi tutto ciò si è tradotto nel fatto che la direzione regionale Liguria di Trenitalia ha speso nel primo semestre di quest’anno 16mila euro per rimuovere i graffiti, 140mila per il «fermo vetture», 50mila per la gestione straordinaria del depuratore, 167mila euro per il reintegro del materiale danneggiato e la manodopera, oltre al danno d’immagine. Complessivamente fanno 373mila euro. Particolarmente danneggiati, in Liguria, gli arredi interni: vengono rotti i vetri, attivati indebitamenteestintori e impianti antincendio e tagliati i rivestimenti dei sedili. Ricorrenti anche gli episodi di vandalizzazione dei bagni delle vetture con la rottura dei canteri. Gli episodi sono continui, ma ci sono periodi dell’anno in cui si registrano un maggior numero di casi di vandalismo, almeno per quanto riguarda la Liguria. Analizzando, infatti, i mesi successivi al primo trimestre si scopre che nei mesi di luglio e agosto si registra un notevole rialzo degli episodi, sia come numero che come gravità, con danni economici per oltre 586mila euro, contro i 374mila dell’intero primo semestre. I principali episodi di teppismo sono stati gli incendi a carrozze in sosta a Ventimiglia e Savona, e i 100 danneggiamenti ai wc, tanti quanti avvenuti nei primi sei mesi. «L’abbattimento del fenomeno farebbe “guadagnare” ulteriori ore di lavoro a favore del miglioramento della qualità e della cura dei particolari, restituendo un servizio di cui beneficerebbe tutta la clientela. Sarebbero inoltre ridotti l’utilizzo dei prodotti chimici, le emissionidi CO2, i rifiuti speciali, oltre alla quantità di acqua consumatarispetto alle normali attività di pulizia», spiegano dalle Ferrovie. Sempre nel primo semestre sono state 85 le carrozze danneggiate internamente con ripercussioni su circa 55 treni che hanno dovuto viaggiare con un minor numero di posti offerti ai clienti e, in alcuni casi, hanno dovuto subire soppressioni.

Articolo di Simona Lorenzetti apparso Il Giornale del Piemonte il 10 novembre 2013

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