Accesso al corso fra i graffiti

Varese – Ancora allarme degrado in pieno centro: sotto accusa le stradine d’accesso al cuore della città, addirittura a corso Matteotti. Chi si vuole dirigere verso le vetrine più scintillanti dell’isola pedonale deve passare dalle “forche caudine” di vicolo Ventura. Il budello che conduce da via Romagnosi al corso è un ricettacolo di graffiti e sporcizia, a due passi dall’ufficio turistico Iat. Un brutto biglietto da visita, che ha portato il Partito democratico a scrivere un’interrogazione urgente. Il capogruppo Fabrizio Mirabelli si rivolge al sindaco Attilio Fontana e all’assessore alla Tutela ambientale Stefano Clerici. L’esponente del Pd si richiama al nuovo Regolamento per la tutela del decoro urbano e dell’igiene ambientale (anche contro i graffiti) che «è stato approvato all’unanimità. L’assessore Clerici, nel mese di settembre, ha annunciato pubblicamente una vera e propria operazione culturale contro il degrado cittadino», sottolineando «come tale operazione consistesse in tre fasi: censimento, controllo e sanzionamento, visto che in quegli stessi giorni, per “fare seguire le parole ai fatti” è stata eseguita la ripulitura dei muri dei portici di corso Moro e di via Volta, per lungo tempo regno incontrastato di scritte e graffiti». Ed ecco la richiesta agli amministratori: Mirabelli si chiede «se siano a conoscenza del vergognoso stato di degrado del centralissimo vicolo Ventura», se questo «sia stato censito nella prima fase dell’operazione culturale annunciata dall’assessore». E ancora: «Se l’Amministrazione abbia intenzione di intervenire e se le numerose telecamere nel centro non possano aiutare nell’individuazione dei vandali responsabili». Sul caso, non tarda ad arrivare la risposta dell’assessore Clerici: «Noi abbiamo alzato bandiera bianca sulla questione dei graffiti proprio per colpa delle opposizioni, che hanno fatto obiezione alla presenza nel testo delle multe per i proprietari di muri imbrattati – dice -. Insomma, l’unico modo per ripulire le strade della città era proprio prevedere le sanzioni per i residenti, che non avranno colpa ma almeno avrebbero dovuto intervenire per ripristinare la situazione. Noi per primi sapevamo che difficilmente saremmo arrivati alle multe, ma che questo provvedimento avrebbe avuto un effetto positivo».
Invece il regolamento è fermo, «congelato proprio per la contrarietà del Pd. A questo punto, dicano loro come risolvere il problema, noi non possiamo fare nulla». Mirabelli ha anche chiesto al sindaco e all’assessore ai Lavori pubblici Carlo Baroni di risolvere i problemi dei tombini intasati. «In occasione di ogni pioggia le strade si allagano con conseguenze negative per il traffico». Una situazione che ha causato molte lamentele da Sacro Monte, Belforte, Masnago, Capolago, Sant’Ambrogio, Giubiano, Bustecche, Bizzozero, San Fermo, Casbeno, Bosto, Bobbiate. Da qui la richiesta di intervenire urgentemente, censendo anche il numero di tombini ostruiti. Mirabelli chiede «se i disagi dipendano dall’operato dell’impresa che si occupa della manutenzione o se dalle scarse risorse stanziate; se è vero che l’impresa viene pagata in base al numero dei tombini puliti; se non sarebbe meglio pagarla in base al materiale estratto che deve essere, poi, smaltito in apposite discariche. E se non sia più economico, in alternativa, un ritorno del servizio ad Aspem».

Articolo di Elisa Polveroni apparso il 20 dicembre su La Prealpina

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