Terrazza panoramica, scritte con lo spray

CASTEL DEL PIANO – Agli Ortacci vandali armati di bombolette hanno imbrattato muri, lavatoi e asfalto

Castel del Piano e il suo paese vecchio ancora nel mirino di imbrattatori occasionali ma scatenati. Dopo il raid di writers che si erano esibiti in piazza Bellavista nel centro storico Castel del Piano nel maggio 2011, adesso ci risiamo. Ancora una volta la terrazza panoramica degli Ortacci di Castel del Piano è stata imbrattata con scritte di ogni tipo, anche offensive. I luoghi colpiti da qualcuno armato di bombolette spray colore blu sono il muretto che corre lungo le mura, l’interno degli storici lavatoi e lo stesso asfalto della strada. La gente è stufa e invoca l’istallazione di telecamere che facciano da dissuasori di quello che sembra essere diventato uno sport e che si assomma alla poca cura che, in generale, viene riservata ai beni comunitari. Ne sono esempi quotidiani i vasi sistemati in vari punti del paese dall’amministrazione comunale a ornamento pubblico e regolarmente spaccati, o anche i colonnini che ogni tanto qualche automobile distratta butta giù. Adesso è di nuovo show di scritte e insulti gratuiti, un plauso a una nota squadra di calcio e così via. Tutto dichiarato a spruzzo indelebile con scritte vergate da mano ancora ignota. Due anni or sono il sindaco Franci rivolse un appello ai colpevoli, pregandoli di dichiararsi. Così i giovanissimi si fecero avanti, chiesero scusa e i genitori mortificati pagarono la ripulitura della piazza. In quella circostanza il primo cittadino parlò di una bella lezione di civismo, auspicando che l’episodio servisse come momento formativo e educativo per tutta la comunità. Ma così non è stato e adesso il sindaco torna a fare appello alla coscienza dei giovani: «Chiedo che vengano a parlarmi – afferma Franci – e sicuramente si libereranno la coscienza. Solo così, un episodio di vandalismo potrebbe trasformarsi in una lezione di civiltà, con una presa di consapevolezza del responsabile e il sostegno dei genitori».

Articolo apparso su Il Tirreno il 24 dicembre 2013

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