Street art al contrario: i reverse graffiti

Al di là di eventuali considerazioni artistiche, i graffitari per la legge sono degli imbrattatori. Paul Curtis (in arte Moose) fa esattamente il contrario: crea murales pulendo le superfici in zone specifiche con tanto di detersivi e spazzole. Certo, sempre di graffiti si tratta, ma chi ha il coraggio di arestarlo?

Ogni anno il governo inglese spende milioni di sterline per rimuovere i graffiti dagli edifici, dagli autobus, dalle insegne stradali, dalle cabine telefoniche e da altre proprietà pubbliche. Per questo motivo i graffiti rappresentano un crimine contro la legge. Tuttavia esiste un modo alternativo per gli artisti che vogliono esprimere la propria creatività senza causare danni.

Questa nuova moda è chiamata reverse graffiti o clean art e utilizza lo sporco esistente sugli edifici o nelle strade per creare dei capolavori temporanei. La tecnica dietro a questa street art richiede spazzole per le scarpe, acqua ad alta pressione, sabbiatura o semplicemente della carta vetrata e molto olio di gomito. Gli artisti rimuovono lo sporco dagli edifici con stampini traforati di legno o cartone che vengono applicati sui muri o sulle pavimentazioni. L’effetto è d’impatto: una volta che gli stampini vengono rimossi emergono linee precise e fantastici disegni, che contrastano con il colore scuro dello sporco rimasto.

Uno dei più noti artisti di reverse graffiti è un simpatico personaggio che si fa chiamare “Moose“, il cui vero nome è Paul Curtis. Moose iniziò a pulire le superfici sporche nel 1999 scoprendo questa tecnica per puro caso. Come molti altri artisti, Moose ha svolto diversi lavori e in quel periodi faceva il lavapiatti in un ristorante. Appena finito il turno in cucina entrò nel ristorante e vide un piccolo segno di sporco sul muro e iniziò a rimuoverlo. Subito si rese conto che il segno era stato causato dalla nicotina e dovette pulire l’intera parete. Dopo questo episodio iniziò a sperimentare con più creatività. La sua arte divenne una hit nel web e Moose fu persino pagato per lavorare per alcune agenzie pubblicitarie.

Negli ultimi anni Moose ha lavorato in molte parti del mondo, inclusa l’Italia. La sua ambizione è quella di fare qualcosa in India, dove il danno causato agli edifici dall’inquinamento è considerevole.

[Articolo tratto dal mensile SpeakUp, novembre 2013. Traduzione di Alessia Angeli]

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One Response to Street art al contrario: i reverse graffiti

  1. Stefano Rispondi

    5 gennaio 2014 at 19:05

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