Graffiti , guerra senza esclusione di colpi

BOLOGNA – Un bilancio di luci e (molte) ombre
Viaggio nelle zone ripulite negli ultimi anni: in troppi casi i writer la fanno da padrone
«Si vince cancellando». Contro i graffiti, Chicago ha scelto la tolleranza zero. Il Graffiti Removal Service (una sorta di squadre volanti anti-graffiti, con tanto di numero d’emergenza: 311) lavora al motto «appena un muro viene risporcato, lo ripuliamo subito». Lo stesso concetto abbracciato da Palazzo d’Accursio. «Divertiti pure a sporcare, noi ripuliamo subito», è la sfida lanciata a novembre da Riccardo Malagoli, assessore ai lavori pubblici, alla presentazione del maxi-intervento di pulizia che punta a rimuovere scritte, sgorbi, disegni e tag dal 70% dei muri all’interno dei viali. Ma qual è – a quattro anni dal simbolico primo colpo di pennello del sindaco Flavio Delbono – il bilancio della lotta al vandalismo grafico? Basta fare due passi in centro e subito fuori porta – in alcune delle zone interessate da recenti interventi di pulizia – per vedere che la battaglia è ben lontana da essere vinta. Muri, colonne, portoni e serrande sono sfigurati da migliaia di cicatrici colorate a spray. Ma, a differenza che in passato, si moltiplicano – in ben visibili stratificazioni – i segni di una reazione dei cittadini a colpi di pennello. «Si vince cancellando». Tiene bene piazza Aldrovandi, un po’ il simbolo di un movimento civico antigraffiti nato nel maggio 2010. Qualche scritta su colonne e muri (un tempo istoriate di sgorbi e tag); portoni in genere puliti; solo alcune sigle sulle baracchine del mercato, dove molta altre sono state ripulite. Devastato, invece, il fianco candido del seicenteso Palazzo Davia Bargellini. NELLA VICINA via Petroni, la situazione è tornata critica: le scritte proliferano ovunque, come muschio sul lato nord di un tronco; è nelle stesse condizioni via Francesco Acri, i cui muri sembrano palestre per i writer. Via dell’Unione è un patchwork di inserti puliti in un mare di muri sporchi, mentre regge bene la parte di via Vinazzetti tirata a lucido di recente. Pulita anche via Sant’Apollonia. Un’altra isola felice è via Broccaindosso, dove i residenti operano e vigilano. Con tanto di cartelli alle vetrine: «Questa strada è curata e pulita dai suoi abitanti, perché è un bene comune». Sotto le Due Torri, resta decorosa la parte di portico all’imbocco di via San Vitale. Meno fortuna ha avuto la pulizia operata da EmilBanca in via Mazzini: i muri di fronte alla sede sono di nuovo imbrattati. Stessa sorte per via Massarenti, nella zona ripulita nell’ottobre 2010: le colonne del portico sono in ordine, mentre i muri di fronte sono stati usati come lavagne. Ancora pulite (grazie al cantiere che le ripara) le 106 colonne del portico dello stadio Dall’Ara. In via Caprarie, i muri sono puliti, ma è ricomparsa qualche scritta sulle serrende dei negozi, tinteggiate dall’Ascom nell’aprile 2010, quando il Carlino lanciò la campagna civica Diamoci una mano, che coinvolse centinaia di volontari.

Articolo di LUCA ORSI apparso su Il Resto del Carlino l’8 gennaio 2014

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