La carica dei robot disegnati sui muri

AOSTA – D’invasioni aliene nefaste sono pieni libri e film di fantascienza. Lo stesso si può dire per gli attacchi dei robot.
A Rivarolo, a quanto pare, l’invasione è appena iniziata. Ma non c’è da preoccuparsi: gli androidi nostrani
sono innocui, disegnati, a decine, sui muri della città. Nemmeno così deturpanti, secondo molti rivarolesi, dal momento che l’ignoto writer li ha realizzati su edifici industriali e in disuso. L’invasione I primi sono comparsi pochi giorni prima di Natale. Poi si sono moltiplicati, facendo capolino un po’ ovunque. Bianchi, neri, rossi, verdi e fucsia. In ogni angolo della città spunta il robot. Il primo, forse quello più in vista, sul muro dell’ex conceria «Salp», proprio all’ingresso di Rivarolo. Si affaccia sull’ex statale 460. Se ne sono accorti, in questi giorni, migliaia di automobilisti di passaggio. Lo stesso robot, per forma e dimensione, è stato disegnato e colorato sul muro dell’ex cotonificio Vallesusa (vicino alla sede dell’Inps), alla rotonda dell’Urban Center in corso Indipendenza e vicino ai multavelox della 460. E ancora: a due passi dalla stazione Gtt della Canavesana (di fronte al parco Malgrà), a Vesignano, vicino al campo sportivo, e in piazza Chioratti, dove due volte alla settimana, in occasione del mercato rionale, fa bella mostra di se un robot bianco e granata.

Modello Disney I robottini, alti più o meno un metro e mezzo, sono sempre accompagnati dalla firma del writer (quasi illeggibile per la verità) e, in qualche occasione, dal numero 13 che, probabilmente, ne indica l’anno di realizzazione. Forma, colori e posizione, ricordano il robot «Eve» del film d’animazione (premio Oscar) «Wall-E», realizzato dalla Walt Disney nel 2008. Film che, in chiave futuristica, ha affrontato il delicato tema dell’inquinamento del pianeta. Sarà anche un caso, ma i robot sono comparsi solo dopo l’accensione della centrale termoelettrica di Rivarolo. Indagini in corso A palazzo Lomellini se ne occupa la polizia municipale. «Sono in corso gli accertamenti del caso – fanno sapere dal Comune – i graffiti, comunque, sono stati realizzati su muri privati e non risultano particolarmente impattanti». La caccia al writer dei robot è appena iniziata. Uno dei robot disegnati sui muri delle fabbriche abbandonate Uno dei robot disegnati sui muri delle fabbriche abbandonate.

Articolo di Alessandro Previati apparso su La Stampa l’8 gennaio 2014

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