«Anche ‘cara ti amo’ su un monumento è una vera idiozia»

CHIARAVALLE – «Più spazi legali destinati ai writers contro il bombardamento di tag (firme, ndr)». Yuri Romagnoli, in arte Hopnn, è uno dei cento artisti che ha decorato e fatto rivivere per un mese nella «Tour 13», palazzone di alloggi popolari nel cuore della Ville Lumiere parigina, poi abbattuto. Ha 32 anni è chiaravallese, ma da una decina vive di street art tra Firenze e Parigi. Yuri, cosa pensi delle firme che imbrattano i muri di Ancona e della Provincia? «Non voglio giudicare criticare, perché anch’io, come tanti ragazzini, da adolescente ho iniziato con le tag. Mettere la propria firma con una bomboletta in spazi illegali è adrenalinico. I graffiti nascono così, scrivendo il proprio nome e ripetendolo. Un modo per marcare la territorialità che esiste da sempre. Ha poco a che fare con l’arte, ma credo che l’unica soluzione per evitare il bombardamento delle firme sia destinare più spazi legali per gli writers e gli artisti di strada. Farlo nelle città, nei luoghi di degrado abbandonati, non solo in periferia». Dunque legalizzare il graffitismo, nato invece come protesta e conquista di spazi? «E’ vero, è nato come movimento politico che vuole appropriarsi di spazi e dire di voler legalizzare il writing appare un po’ come una contraddizione. Veicolare il writing è spesso difficile. In passato sono stati spesso destinati a questa causa spazi legali nelle periferie dimenticate, senza valorizzare l’iniziativa con mostre o eventi collaterali. Ma la repressione non credo sia la soluzione contro il vandalismo e la firma selvaggia. Anche perché è molto difficile beccare chi fa le tag, essendo necessaria una manciata di secondi per realizzarle. Così com’è difficile beccare chi scrive ‘Silvia ti amo’ nei monumenti». Qual è il limite?
«Il limite lo suggerisce il buonsenso. Imbrattare monumenti è sbagliato. Questo però non riguarda solo i
writers ma chiunque: tifosi, innamorati, ragazzini… Chiunque con pennarello, bomboletta alla mano lascia il proprio segno lontano dagli occhi dei più».

Articolo di Sara Ferreri apparso su Il Resto del Carlino il 10 gennaio 2014

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