CHI IMBRATTA PAGHI I DANNI

Editoriale di ARMANDO TORNO apparso sul Corriere della Sera del 11 novembre 2014

MURI SPORCHI E IMMAGINE DI MILANO

Accanto a via dei Missaglia, nello scorso aprile, gli abitanti del quartiere hanno organizzato un giorno di pulizie per mondare i muri dalle solite scritte incomprensibili ai più e da quel genere di sgorbi che infesta tutta Milano. Non chiameremo codesti pasticci e i loro autori con i soliti anglismi, come oggi usa, ci limitiamo a prendere in prestito termini italiani per indicare quella disgustosa lebbra estetica che ormai infesta il capoluogo lombardo più di altre città. Aggiungiamo che la pulizia ricordata vide la partecipazione dell’Associazione nazionale antigraffiti e di Milano muri puliti. E che tre giorni fa chi ama sporcare è tornato all’attacco: al Gratosoglio sono riapparsi i soliti pasticci su un asilo privato, su un ambulatorio, su un bar e su un locale ora vuoto. Domani si organizza un’altra pulizia.
Al di là della notizia, crediamo sia giunto il momento di porre seriamente la questione: Milano non può affrontare l’Expo presentandosi con questa immagine. Occorre una soluzione che né l’amministrazione attuale né le precedenti hanno trovato. Il mondo verrà e giudicherà senza quelle attenuanti che qualche chiacchierone sa escogitare per gli imbrattatori, i quali continuano da anni a sporcare senza pagare lo scotto.
Un gip del tribunale di Milano, Giuseppe Gennari, ci confidava: coloro che lordano con scritte muri pubblici e privati «commettono un reato», il quale «è punibile con reclusione o con multa, in quanto si tratta di danneggiamento; e, come tutti i reati, obbliga anche a risarcire i danni che sono stati provocati». Del resto, non è un problema soltanto milanese e altre città lo hanno affrontato. In Inghilterra chi scrive ha visto un poliziotto far pulire, con una specie di raspa e il secchio pieno di detersivo, gli sgorbi all’imbrattatore. È un atto educativo che, se fossimo più civili, potremmo serenamente imitare. Servirebbe da esempio in un Paese che ne ha bisogno.
È aperto un tavolo, organizzato dalla municipalità e dai rappresentanti di chi lorda i muri, per trovare soluzioni. Non sappiamo a che punto sia giunta la trattativa e se partorirà qualcosa, constatiamo soltanto che Milano è continuamente imbrattata in centro e in periferia e, grazie a questo degrado, offre l’immagine di una città sporca e disordinata. Ma se stiamo parlando di un reato, perché non si deve considerare tale e trattarlo secondo le norme previste dal codice? Perché ci sono deroghe e tolleranze mentre se si lascia l’auto in divieto di sosta si è colpiti impietosamente? E perché non si tiene conto che il danno provocato dagli imbrattatori a una città che dovrà ospitare l’Expo è ancora maggiore? Nonostante i soldi spesi per le pulizie, che vengono dalle tasche dei cittadini (non dimentichiamoci il forte aumento delle tasse a Milano quest’anno), il risultato è pessimo. Si potrebbe dire che il Comune, almeno per il momento, è stato sconfitto dagli sgorbi. Ha ancora qualche mese di tempo per trovare un rimedio. Ce la farà?

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2 Responses to CHI IMBRATTA PAGHI I DANNI

  1. NONNA VINC Rispondi

    12 gennaio 2014 at 06:10

    Estrapolo dall’articolo onesto, chiaro e angosciante, di Armando Torno

    “È aperto un tavolo, organizzato dalla municipalità e dai rappresentanti di chi lorda i muri, per trovare soluzioni. Non sappiamo a che punto sia giunta la trattativa e se partorirà qualcosa, constatiamo soltanto che Milano è continuamente imbrattata in centro e in periferia e, grazie a questo degrado, offre l’immagine di una città sporca e disordinata. Ma se stiamo parlando di un reato, perché non si deve considerare tale e trattarlo secondo le norme previste dal codice?”

    Questo domanda Armando Torno ed è un quesito tutto italiano. Molto milanese.

    Credo che dipenda anche dal grave fatto che: troppi “intellettuali” si atteggiano, soltanto di atteggiano, a voler difendere le cosiddette debolezze dei giovani (genitori compresi). Relegandoli così di fatto i giovani a un triste ruolo di “animali da cortile” contenti di una manciata di granaglia, sparsa di tanto in tanto, e sottomessi psicologicamente.
    Spesso, lo fanno, esclusivamente, per manifestare idee in controtendenza, in virtù della loro pretesa superiorità cognitiva dei cosiddetti problemi sociali,
    Così diventando loro stessi, gli intellettuali, un grave, gravissimo, problema sociale.
    Diffondono palesi falsità, ma con l’aria ironica di chi “sa di più” ed è in attesa colta che gli altri capiscano.

    Ottenebrano menti che poi si avvoltolano drammaticamente su se stesse.
    Tanto che molti devastatori/imbrattatori adolescenti non smettono più (come fossero drogati).
    Peccato chi ha avuto la fortuna di studiare, in un PAESE CIVILE, avrebbe il dovere di diffondere verità, non “costruzioni di teorie astruse”, che incitano a creare danni al paese e alla società.

    Chi ha studiato e comunica CONTRO IL BENE DI TUTTI è mille volte più COLPEVOLE di chi, incapace di produrre bene, produce male anche perché trova agevolazioni.
    Si sente protetto, talvolta perfino da esperti d’arte avidi e irresponsabili, quindi devasta.
    Anzi avanza perfino la FOLLE pretesa di un astruso “diritto alla vandalizzazione” con la mente ottenebrata perché sobillato, di fatto, dai colti sconclusionati.
    E’ storia “una brutta storia di questo che potrebbe essere un meraviglioso Paese” .
    Grazie al giornalista che qui fa davvero pulizia e chiarezza fra le “vaghe conversazioni” di politici e anche di certi suoi colleghi.

  2. Luciano Rispondi

    23 gennaio 2014 at 23:40

    Dice bene Nonna Vinc: chi ha studiato e comunica contro il bene di tutti, è 1000 volte più colpevole….etc.
    Un riferimento che si adatta al caso, pensando alla mostra organizzata da un paio di writers milanesi per esporre le “opere vandaliche” dei loro idoli americani che hanno compiuto lo scempio su interi treni della MM e hanno beffardamente messo in rete il filmato. Mostra che sarà allestita in spazi della galleria d’arte Pavesi, che ha affittato i locali a questa gente e se ne lava bellamente le mani, sostenendo che l’operazione non contempli nulla di illegale. A mio modesto avviso, quantomeno si potrebbe configurare il favoreggiamento di reato (danneggiamento di beni pubblici)e l’istigazione ad atti vandalici. Quindi, lasciamo a chi di dovere le conclusioni…..

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