Scrive il suo nome sul Colosseo, placcato baby graffitaro

ROMA – Denunciato il turista australiano

Volevano lasciare un ricordo indelebile. E ci sono riusciti. Almeno nella memoria di quel custode del Colosseo che venerdì pomeriggio ha sventato l’ennesima ferita al monumento simbolo di Roma. Fra la folla di turisti che ogni giorno affolla l’Anfiteatro Flavio – dove il rapporto fra custodi e visitatori, come più volte denunciato dalla Soprintendenza, è solo di 1 a 2mila -, la famigliola australiana si era appartata al piano terra, vicino a un muro in laterizio di fine Ottocento. IL PADRE, 45 anni, faceva il palo, mentre il figlio più piccolo, di 12, armato di sasso, incideva il proprio nome, sotto gli occhi divertiti della madre e del fratello. Ha fatto in tempo a vergare le prime due lettere, il giovane graffitaro, prima che i movimenti insospettissero uno dei custodi. Ma proprio mentre l’uomo si avvicinava, deciso a fermare il ragazzino, è scattato il “placcaggio” del fratello, che ha provato a bloccarlo come un giocatore di rugby. Pronta la reazione del custode, che ha allertato i carabinieri in servizio di pattuglia al Colosseo. E inutili i maldestri tentativi del padre che, quando si è visto scoperto, ha provato a cancellare le scritte. La gita della famigliola che voleva lasciare un segno nella storia è finita in caserma, dove i militari hanno denunciato il padre, mentre il figlio, non imputabile, è stato segnalato alla procura presso il tribunale per i minori per imbrattamento di bene di interesse storico. Sequestrato il sasso usato dal giovane “incisore rupestre”, che sarà esaminato dagli esperti della Soprintendenza per verificarne l’epoca e l’eventuale interesse storico. Restano i danni da calcolare, per fortuna limitati dall’intervento del custode, e un nuovo episodio nella lista delle inciviltà che l’Anfiteatro Flavio purtroppo subisce. Torna alla mente il caso incredibile del ventenne americano che nel 2011 staccò un frammento di marmo dal monumento, per portare con sé un inestimabile souvenir della Città Eterna.

Articolo di SARA GRATTOGGI apparso su Repubblica il 12 gennaio 2014

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