Al Casnati il graffito di Blu è nella top ten del Guardian

Sulla facciata accanto all’ingresso del Casnati c’è un’opera d’arte. È perfino possibile che quella figura bianca e antropomorfa, che guarda un reticolo di linee staccarsi verso il cielo, valga un sacco di soldi. Si perché l’autore di quel dipinto è Blu, uno dei dieci migliori artisti di strada secondo The Guardian. La classifica del quotidiano britannico ha fatto il giro del mondo e colloca l’artista bolognese nell’olimpo dei writers, insieme a nomi come Bansky e Keith Haring. Cosa ci faccia quest’opera sul muro dell’istituto di via Carloni lo spiega il dirigente Davide Discacciati: «Era il 2007, in via Indipendenza a Como stava per aprire uno spazio espositivo, l’Atm gallery. Sei autori, la crew chiamata “Bravi ragazzi”, su invito della galleria dovevano trovare un luogo della città da rivisitare e valorizzare. L’allora amministrazione comunale del Como però non era intenzionato a concedere muri e pareti, così la nostra scuola mise a disposizione la facciata». Quei bravi ragazzi si chiamano Riccardo Benassi, Dado e Stefy, Federico Maddalozzo, Massimiliano Nazzi e Giovanni Ricotta. Ma fu proprio Blu a dipingere la facciata, l’eclettico street artist che nasconde da anni il suo vero nome dietro al colore del cielo. Avvicinarlo e rubargli l’identità è una missione impossibile. Ai tempi erano ben pochi a conoscere il genio di questo artista, la sua fama a livello internazionale è arrivata con l’indimenticabile video “Muto”. Anche chi non mastica arte non può avere dimenticato quella sessione di disegni che frame dopo frame nascono e muoiono sulle pareti e corrono sui muri di mezza Buenos Aires. Basti guardare il sito blu.blu.org. La sua opera più osannata dalla critica si trova a Lisbona, su un vecchio palazzo. Tra una finestra e l’altra Blu ha dipinto un re ingrigito, ma con una ricca corona dorata, che stringe nella sua mano il pianeta terra e lo succhia avidamente attraverso una cannuccia. Questo re, come molti lavori di Blu, è una critica alle multinazionali petrolifere, i suoi giganti magici riflettono su temi d’attualità e hanno un forte impatto. In giro per l’Italia i suoi colori hanno rivitalizzato tanti quartieri abbandonati. Dice ancora Discacciati: «A distanza di anni noi siamo orgogliosi di aver dato fiducia e spazio a un giovane artista italiano diventato ormai uno dei più famosi al mondo».Secondo il presidente dell’Accademia Aldo Galli Salvatore Amura: «È un lavoro che ha un valore, sia artistico che economico. Quella di Blu è una vicenda che dovrebbe far riflettere la città sul tema writers. Anche noi abbiamo prestato i nostri muri ad artisti come Omar Hassan, oggi i suoi pezzi sono quotati. Bisogna saper riconoscere e dare spazio all’arte, ancor più ai giovani promettenti».

Articolo su La Provincia di Como il 21 gennaio 2014

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