Spazi in città per i graffitari «Ma solo a quelli con la tessera»

COMO – Il censimento, una lunga lista di vie con i muri dove gli artisti chiedono di poter dipingere, è stato consegnato in questi giorni in municipio. Sarà cura della Giunta del sindaco Claudio Bizzozero e degli uffici del Comune individuare quali saranno gli spazi graffitabili.Intanto, l’associazione Welcomecantù, pronta a proporre un tesserino di riconoscimento per le bombolette legali, di strade dove potrebbe spuntare un murales, a Cantù, ne ha trovate una trentina. Non mancano, se non altro, le braccia per dipingere. Scelgono di farsi chiamare con un incrocio tra il loro nome d’arte e il loro nome d’anagrafe due artisti di Welcomecantù, C ristian Rebus, un look da skater, e Manuel Odio, tanta voglia di colore da tatuarsi anche i dorsi delle mani. Abusivi dello spray ieri, convertiti alla legalità oggi.«Finalmente una buona notizia – commentano i portavoce dei writers del gruppo artistico di Welcomecantù – La richiesta fatta per avere dei muri da dipingere sembra realizzarsi. Da quando facciamo parte del gruppo di Welcomecantù siamo molto impegnati in attività di propaganda legale della nostra arte. E abbiamo infatti realizzato anche alcune opere su arredi che saranno presenti al FuoriSalone di Milano, nel periodo del Salone del Mobile. Stiamo mettendo molto impegno alla nostra creatività, in questa nuova sfida per creare anche un’opportunità di lavoro».«Di pezzi illegali questi ragazzi non ne fanno più – aggiunge il presidente di Welcomecantù, Edoardo Salvadè – rappresentano un buon gruppo: erano una ventina gli artisti che si sono impegnati, nei mesi scorsi, a realizzare un murales in tutta regolarità nel sottopasso della stazione ferroviaria a Cantù Asnago. Si stanno impegnando per il FuoriSalone e, insieme all’associazione, hanno preparato e inviato un elenco di vie dove poter dipingere. All’inizio ci siamo permessi di chiedere due o tre vie. È stato il sindaco a voler individuare molti più spazi».Possibile tele di mattoni spunteranno, verosimilmente, in diversi punti della città. «Dove, ad esempio, i muri sono già stati pasticciati, si potrebbe viceversa realizzare qualcosa di più gradevole» prosegue il presidente Salvadè. Per Salvadè, il graffito dovrebbe restare comunque un prodotto tipico di Cantù. «Spero solo che il Comune non apra indiscriminatamente a tutti – l’auspicio di Salvadè – se si coinvolge troppa gente, si rischia che gli artisti della zona vadano in giro a dipingere illegalmente. A loro si potrebbe dare un tesserino, come succede in qualche Comune qui vicino, per colorare i muri in tranquillità anche in caso di controllo delle forze dell’ordine.

Articolo di Christian Galimberti apparso su La Provincia  di Como il 10 febbraio 2014

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