Non siamo un Paese normale

Egregi tutti,

i recenti episodi di imbrattamento che si sono perpetrati nei confronti di alcuni palazzi in via Cavour e viale Elena a Campobasso domenica 3 maggio hanno dell’inverosimile, e sono sconcertato dal livello di impunità di questi Writers, pur essendo in presenza di un art. 639 del codice penale che parla chiaro.
Sono altrettanto allibito dal grado di sottovalutazione del fenomeno da parte delle Forze dell’Ordine, difficilmente presenti nelle strade campobassane nelle ore notturne, e che in passato mi risposero che il fenomeno lo si sta studiando al Parlamento Europeo.
Scusate, ma se si pensa che qualcuno abbia l’anello al naso e la sveglia al collo, si è sulla strada sbagliata.
Vogliamo mettere l’Italia, Paese dell’impunità, sullo stesso livello della Germania, della Francia, ma anche della Spagna? Andate in quei Paesi e studiatene le dinamiche di lotta al fenomeno: gli stessi Writers nostrani dicono di avere vita durissima lì, dove c’è l’applicazione delle leggi, ecco perché rimangono in Italia, rendendola il Paese più imbrattato d’Europa. Fate un semplice confronto fra Berlino e Milano, Madrid e Napoli, e poi ne riparliamo con dati concreti!
Quanto accaduto nella recente partita Napoli-Fiorentina non è che la punta di un iceberg, e fa rabbia constatare che gli strumenti legislativi e sanzionatori esistono, eppure vengono trattati come spazzatura.
Potete pensare quello che volete, ma recandomi in Francia o negli Usa io mi sento protetto quando vedo girare i poliziotti per strada, in Italia meno. E ripeto, lo dico con tutta l’indignazione che mi viene dal constatare che si tratta di istituzioni così nobili.
Lo Stato è debole, perché vuole esserlo, me lo consenta con tutto il rispetto che io porto verso di esso e gli uomini in divisa, e proprio in virtù di esso!

Grazie
Angelo Miele – 05-05-14

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8 Responses to Non siamo un Paese normale

  1. Giulia Corti Rispondi

    6 maggio 2014 at 06:44

    Sforniamo schiere di comunicatori, artisti, studiosi, psicologi sociologi di alta qualità, ma per essere ascoltati e poter fare bene il loro lavoro spesso se ne devono andare dall’Italia. Qui nessuno è rispettato quando fa seriamente il suo mestiere, c’è sempre una forma occulta di denigrazione per ogni attività quando incontra la politica. Quella regola tutto nel bene e nel male. La denigrazione è poi palese, soprattutto delle forze dell’ordine, quando accadono fatti devastanti come l’aggressione vandalica di chi forma cortei che creano danni sociali e nessuno li ferma o peggio ancora come nella vicenda dolororsissima che ha permesso si facesse decidere lo svolgimento di una partita da un personaggio appeso alla rete, che mentre offendeva la memoria di un poliziotto assassinato a Catania, mostrava a tutto il mondo il Potere della Violenza in Italia.
    Lei ha messo il dito nella piaga, nessun paese e nessuna forza di polizia è davvero in grado di garantire che non si creeranno situazioni di pericolo o aggressioni, ma il senso di sicurezza PERCEPITO DALLA GENTE, conta molto più del rischio di pericolo reale. Lo dicono i SOCIOLOGI, ma solo in Italia non li ascolta nessuno. Dove c’è degrado e trascuratezza aumenta la PAURA, la REATTIVITà e l’AGGRESSIVITà delle persone, con un effetto domino pericolosissimo per tutti. Per questo partendo dall’eliminazione e dal contrasto ai graffiti (con pene pecuniarie pesantissime e non solo) altri hanno paesi puliti e riescono a dare forza alle loro FORZE DI POLIZIA.
    Basterebbe partire da questo, dov’è ordine e pulizia si ha fiducia e si crede nella capacità di chi controlla il territorio. Leggo che 100milioni di euro sono quelli a disposizione del Ministero per i restauri alle opere d’arte in tutta Italia. Giusti giusti, mi pare, corrispondenti a quelli calcolati necessari per ripulire i graffiti vandalici. QUINDI CONFERMO E SOTTOSCRIVO LA SUA AFFERMAZIONE:” LO STATO è DEBOLE, PERCHè VUOLE ESSERLO, ME LO CONSENTA CON TUTTO IL RISPETTO CHE IO PORTO VERSO DI ESSO E GLI UOMINI IN DIVISA, PROPRIO IN VIRTù DI ESSO!”
    Aggiungo anche che ogni stato che consenta di “umiliare i suoi servitori”, siano poliziotti, magistrati, ricercatori ecc. ecc. distrugge la fiducia e il senso di sicurezza, di noi Italiani e degli stranieri che qui molto presto non verranno più.

  2. Mara Rispondi

    6 maggio 2014 at 21:32

    Io direi di farla finita con la logica del buonismo e di constatare che alcune istituzioni sono diventate una sorta di “refugium peccatorum” dove non si interiorizza il concetto di legalità. C’è chi viene sbeffeggiato nonostante svolga egregiamente il proprio compito, c’è chi perde la vita nella difesa di nobili principi, ma c’è anche chi non lo fa, e non appartiene ad una sparuta minoranza, purtroppo. Quindi sottoscrivo quanto affermato da Angelo e chiedo alle forze dell’ordine, al prefetto, al questore di farsi un esame di coscienza e chiedersi quanto sono disposti a spendersi per la difesa del territorio e della sua dignità.

  3. Attilio Crescimbeni Rispondi

    8 maggio 2014 at 22:21

    Direi che non siamo proprio normali se uno con una T-shirt che inneggia all’illegalità può entrare in uno stadio e dettare legge, e ad una famiglia viene sequestrato uno striscione con su scritto “Napoli nel cuore”. Anch’io credo che lo Stato non vuole essere forte, ma essere presente con mezzucci e connivenze. “Per sconfiggere la mafia bisogna combattere la mentalità mafiosa” (Giovanni Falcone). Trasliamo il discorso, e facciamo un po’ i conti. Ma facciamoli tutti, dalle istituzioni ai cittadini. Nessuno si senta chiamato fuori.

  4. Maria Luisa Amato Rispondi

    8 maggio 2014 at 22:28

    Ritengo che il livello di miopia delle amministrazioni cittadine e del governo centrale superi ogni fervida immaginazione nel moneto in cui non applicano leggi esistenti in materia. Poi bisogna spendere milioni di euro per la ripulitura, e si rischia di essere punto e a capo. Noi italiani che ci fregiamo del titolo di furbetti, e ne andiamo fieri, chiediamoci: dov’è la furbizia in tutto ciò?

  5. Demetrio Colacci Rispondi

    28 giugno 2014 at 20:34

    Il prossimo 5 Luglio a Campobasso verrà Papa Francesco. Hanno già incominciato a recuperare situazioni di degrado per fargli vedere un mondo perfetto, ma di rimozione dei graffiti neanche l’ombra. Ho chiesto se potevamo organizzarci con alcuni volontari e ci hanno detto che ci pensa il Comune, ed è bene non sovrapporsi al protocollo organizzativo. Mah…

  6. Arianna Ballestri Rispondi

    2 luglio 2014 at 04:28

    Caro signor Colacci
    Lei forse non sa di aver messo un dito nella piaga purulentissima della nostro sistema “disorganizzativo” del tutto. Temo che forse ci sarà anche chi, anziché ripulire doverosamente, si organizzerà per far produrre da quattro imbrattatori seriali un po’ di invasiva “street scart”, che fa più figo che pulire. Fa tanto (finto) conoscitore d’arte.

    In Italia il volontariato è visto dalle istituzioni (non tutte per fortuna) come un grave e pericoloso “impiccio” alla prosecuzione comoda del nullismo diffuso.
    Il volontario e un essere poco gestibile, anzi pochissimo gestibile, per mantenere la tanto desiderata continuità del – fermo immagine – che certi politici ambiscono continui.
    I volontari sono pericolosi “esseri strani” che si affannano per il bene di tutti e non hanno remore a dire, ma anche se serve a gridare, verità fastidiose.
    Sono persone energiche e felici che riescono a fare, in poco tempo e bene, ciò che tutti affermano “sia impossibile”.
    Per i burocrati, azzeccati al loro ruolo di osservatori perenni del lavoro da fare, sono un vero incubo.
    Sono dei veri rompicog.., (scusi lo sfogo). Gente che sveglia dal suo sonno perenne, con scossoni, il “mostro dell’azione” quello che induce ordine- civiltà – decoro.

    E’ che i buoni, è noto, non li ferma nessuno, ci han provato in tanti a fermarli, ci provano da sempre, ma un buono quando ne incontra un altro..e poi un altro ancora e poi un altro ancora, in compagnia può innestare miracoli inarrestabili.
    Meglio tenerli a cuccia e con la catena corta, prima che possano mostrare l’inconsistenza progettuale, i costi gonfiati, le lungaggini e le inadeguatezze di alcuni signori al comando. Arianna

    • Demetrio Colacci Rispondi

      2 luglio 2014 at 22:49

      Gentile Arianna, condivido, e aggiungo che il guinzaglio non me lo metteranno mai. Se pensiamo che fino a un anno fa a Campobasso dovevamo ancora spiegare la differenza tra graffito legale e illegale e adesso sorgono gruppi di volontari, è già un grande passo avanti. Di sicuro l’attuale nuova giunta comunale avrà filo da torcere, e -senza voler politicizzare il tema- visto che una forza di opposizione ha inserito il Decoro come programma di governo, punteremo sul loro pungolo istituzionale perché si esca finalmente dal sarcofago della non risposta e si cominci a lavorare tutti insieme per la valorizzazione e la difesa del Bello.

  7. Mariapaola Marchitto Rispondi

    7 settembre 2014 at 19:34

    Il nostro Governo si sta sgolando nel dire che l’Italia deve recuperare credibilità: in realtà, faccio molta fatica a crederlo quando un’istituzione non punisce un vandalo come dovrebbe, con multe salate e programmi di recupero sociale, presentandosi così come un vigile attento e scrupoloso. In un Paese dove non c’è la certezza della pena, come si può parlare di credibilità? Un Paese è credibile se fa rispettare le regole. In qualunque ambito.

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