Il palazzo restaurato è già coperto di graffiti Gli inquilini si arrendono: ci pensi il Comune

La denuncia di Colombo Clerici, Assoedilizia: i proprietari non sono tutelati

MILANO – Le due scritte sono ormai un classico del graffitismo di area antagonista: «Occupy sfitto», «No tav». Sono state tracciate con la vernice spray durante il corteo del Primo Maggio scorso ai lati del portone di un palazzo in corso Magenta, al civico 14. Quella facciata però, poche settimane prima, era stata ripulita «accogliendo l’invito del Comune di Milano a far sì che la città si presenti con il volto più bello ad Expo 2015». Dopo la comparsa delle nuove scritte, i proprietari del palazzo hanno presentato un esposto al commissariato di polizia e poi hanno inviato segnalazioni al sindaco Giuliano Pisapia e agli assessori alla Casa (Daniela Benelli) e all’Arredo urbano (Carmela Rozza), infine la lettera è stata mandata anche all’Amsa e ai vigili. La risposta, in sintesi, è stata: «Se volete, pulite di nuovo il palazzo a vostre spese». La vicenda è ora alla base della dura presa di posizione del presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici: «Con quale coraggio possiamo invitare i proprietari di casa a spendere soldi per tenere le facciate pulite quando la pubblica amministrazione non offre garanzie ai propri amministrati?».
La risposta dell’amministrazione che ha scatenato le proteste è arrivata per conto del sindaco. Da una parte viene chiarito: «Per quanto riguarda muri degli edifici privati, Amsa può effettuare il servizio di cancellazione scritte a pagamento su richiesta dei privati interessati e dopo aver sottoscritto un regolare contratto». E fin qui si capisce chi deve pagare. Poi però si scopre un altro rischio che grava sui proprietari: «Il consiglio comunale ha adottato il nuovo testo del regolamento edilizio; il nuovo il testo prevede proprio che il decoro urbano, raggiungibile con tutti i necessari interventi, gravi sul proprietario dello stabile che in caso di mancata manutenzione incorrerà in una multa». La risposta della stessa azienda ribadisce: «Amsa non ha più la possibilità di intervenire per eliminare scritte e graffiti dai muri di proprietà comunale o di proprietà privata per conto del comune di Milano». I vertici di Assoedilizia protestano e tornano su un tema che sollevano ormai da anni, quello della responsabilità degli imbrattamenti: «Se, come affermano le forze dell’ordine, per motivi di ordine pubblico si preferisce lasciar fare agli imbrattatori, se ne chieda conto agli organizzatori che sono conosciuti». Un sorta di «responsabilità oggettiva», che però non è prevista da alcun codice.
E così, alla fine, il presidente Colombo Clerici sintetizza: «C’è il danno, c’è il danneggiato, ma non c’è il responsabile, secondo l’elegante sistema dello scaricabarile. E il danneggiato si deve pure pagare i danni».

Articolo apparso sul Corriere della Sera l’1 giugno 2014

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