UN’ASSOCIAZIONE DI WRITER ORGANIZZA VISITE PER FAR CONOSCERE I GRAFFITI .
BOOM DI RICHIESTE SUI SOCIAL NETWORK
TORINO – L’ideatrice: abbiamo pubblico vario, anche intere famiglie contente di scoprire la novità
QUALCUNO si è chiesto chi abbia realizzato la donnola gigantesca che dal muro di un palazzo vigila sul LungoDora? E che cosa rappresenti, qualcuno se l’è mai domandato? E cosa ci faccia un ragazzo nudo, enorme pure lui, su una delle pareti di Palazzo Nuovo? Adesso un modo per avere quelle risposte c’è ed è lo Street art tour organizzato dall’associazione di writer “Il cerchio e le gocce”, che porta i visitatori a conoscere i murales di Torino, come in un grande museo all’aperto, seguendo un’idea già consolidata in altre metropoli, da Berlino a New York.
Anche sotto la Mole la proposta è stata accolta con successo visto che le tre guide che si alternano nelle visite faticano a stare dietro alle richieste che arrivano su Facebook o attraverso il sito dell’associazione, fondata una decina di anni fa da Riccardo Lanfranco e Fijodor Benzo. Nonostante la street art si stia affermando come una forma d’arte riconosciuta, infatti, la bibliografia scarseggia e finora era difficile soddisfare la curiosità di chi, passeggiando con gli occhi all’insù, incrociasse con lo sguardo una delle tante murate che popolano la città e che in molti casi portano la firma di artisti assai noti, come Roa, Ericailcane, Aryz, Etnik… Le visite sono a offerta libera a seconda del gradimentoe il ricavato viene usato principalmente per stampare le cartine Inkmap, con la posizione delle murate più importanti di Torino. «Siamo contenti – spiega Claudia De Giorgis, ideatrice dell’iniziativa – perché abbiamo pubblico molto variegato che ci segue: dai ragazzini alle signore, ma anche coppie di giovani e padri con i figli, che hanno voglia di passare due o tre ore ascoltando aneddoti e facendo domande sugli artisti, esplorando un mondo sconosciuto ai più. Organizziamo tour di volta in volta in zone diverse della cittàe c’è chi torna per vedere quartieri e opere nuovi. E ogni visita finisce con un aperitivo al Samo, uno spazio post industriale in corso Tortona dove ci sono varie pareti di graffiti».
Finora l’associazione ha organizzato confidando solo nelle proprie forze ma non nasconde il desiderio che in futuro anche le istituzioni si interessino a questo progetto, magari creando pacchetti turistici ad hoc e pensando, perché no?, a una convenzione con il bike sharing per arrivare a anche quei muri che non si riescono a raggiungere a piedi.
Articolo di FEDERICA CRAVERO pubblicato su la Repubblica il 13 luglio 2014
ornella malaguti
24 luglio 2014 at 09:14
Mi sto interessando già da un po’ di tempo alla street art e mi piacerebbe tanto che anche a Roma si potesse prendere una iniziativa del tipo di Torino.