Chiesa del ’300 imbrattata: c’è la «firma» del writer

NAPOLI – Gli attacchini hanno sporcato il monumento per pubblicizzare un’iniziativa educativa e gratuita

La denuncia e l’appello di Wurzburger (Pd) «Ora tornate per ripulire»

Una delle chiese più antiche di Napoli, quella di Sant’Eligio Maggiore, viene sistematicamente sporcata con il favore delle tenebre dai graffitari.Fino adoggi,però, ilvandalo manteneva – o ci teneva a farlo – l’anonimato.
Ieri il parroco don Paolo Bellobuono ha trovato anche la firma di un imbrattatore. Non per sberleffo, a quel che pare. Maper beata ingenuità.«Un’autodenuncia, per la prima volta» per il segretario organizzativo del Pd GianfrancoWurzburger.«Da sempre – aggiunge – non si sa chi andare a cercare per chiedere conto di questo scempio. Oggi, almeno, qualcuno ha lasciato una traccia». Una traccia con numero di telefono, indirizzo e messaggio (positivo): scuola gratuita di calcio, i bambini del quartiere possono iscriversi, c’è anche un servizio di navetta per chi non può essere accompagnato. In teoria un’ottima cosa. Solo che, per propagandare l’associazione dalla preziosa attività qualcuno ha deturpato un monumento trecentesco e i suoi storici dintorni, fino al complesso del Carmine, attaccato anch’esso dai manifesti firmati dall’associazione.
Beata ingenuità. Assuefatti a tutto, gli attacchini non si sono neppure posti il problema degli spazi autorizzati per le affissioni. Non sono neppure stati sfiorati dall’idea che non fosse il caso di sporcare lasciando la firma, se non altro per prudenza. In fondo ed è vero – si tratta di una cosa importante e giusta. E un muro vale l’altro nel crepuscolo di una quotidianità all’arrembaggio che ti fa assuefatto a tutto. Wurzburger – che ha denunciato per primo i fatti – ora si augura che qualcuno venga a ripulire. Il Comune,magari. Ma, perchèno,magari qualcuno dell’associazione, a prescindere dal fatto che fosse consapevole o meno dell’operato degli attacchini ai quali si è forse affidata. In fondo, comunque, è il suo nome che è finito affisso sul muro angioino.
Ed il messaggio educare allo sport i ragazzini – fa a cazzotticonl’incursione nellospazio non autorizzato e pure storico. Sarebbe un lieto fine. E davvero un segnale educativo per le piccole leve del calcio futuro.

Articolo di Chiara Graziani apparso su Il Mattino il 3 settembre 2014

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