Corso Garibaldi, battaglia sui graffiti

La Zona 1: decoriamo i muri con la Street art. Ma la Sovrintendenza boccia il progetto

Da domani a «BrerArt» 50 tra musei e gallerie con 139 artisti italiani e internazionali

MILANO – I muri del Cam di corso Garibaldi possono essere sfregiati da tag e scritte (nel chiostro interno c’è anche una Falce e martello) ma non ospitare le opere di artisti emergenti che arrivano proprio dalla Street Art. Lo vieta la Sovrintendenza. E i ragazzi del Collettivo di Brescia «Art of Sool» dipingono su grandi tele incollate alla cancellata del Cam. La gallerista Giorgia Sarti li ha arruolati come protagonisti della perfomance che nella tre giorni (da domani al 25 ottobre) di BrerArt, la seconda edizione della Settimana dell’Arte Contemporanea, coinvolgerà anche tre luoghi pubblici del centro: oltre al Cam, la Casa degli Artisti e i giardini di via Montello intitolati a Lea Garofalo.
«Non siamo contro la Sovrintendenza – dice il presidente della commissione Cultura di Zona 1, Sergio Violante -, ma serve sicuramente più dialogo e più apertura. Ci dobbiamo tenere i graffiti senza neppure poter pulire. A Pisa, la Sovrintendenza ha vincolato un murales di Haring».
I tre luoghi pubblici coinvolti da BrerArt sono un simbolo della legalità: il Cam che nel ’90 la Zona 1 intitolò ai giudici Falcone e Borsellino, i giardini di via Montello intitolati a una vittima della mafia: «Valorizzare la street art è il modo giusto per trasformare ciò che è un atto vandalico in arte – aggiunge Elena Grandi, presidente commissione Verde – su temi forti come la lotta alla mafia e la tutela dell’ambiente». Infine, c’è lo spazio delle serre antistante alla Casa degli Artisti, in via Tomaso da Cazzaniga, da un anno sede del Wwf. Il quartiere Brera diventa protagonista, animato da vernici ed eventi. Sono coinvolti più di 50 tra musei, gallerie d’arte, showroom e partecipano 139 artisti italiani e internazionali. I tre luoghi pubblici diventano un laboratorio inedito sulle tematiche artistiche e ambientali: «L’arte urbana è nata a livello di quartiere, dove una moltitudine di persone e di culture diverse vivono insieme»; ha spiegato Oddone Sangiorgi, presidente del Consorzio Fia che ha organizzato la settimana dell’arte contemporanea. Ed ecco gli street artist di «Art of Sool», 24 enni, proiettati dall’arte di strada alla realizzazione di concept design e storyboard di pubblicità per marchi importanti. E poi Pao, da macchinista di scena con la compagnia di Franca Rame e Dario Fo alla creazione dei coloratissimi pinguini sui paracarri in cemento e alle esposizioni al Pac, alla Triennale e alla Biennale di Venezia. O Willow che esporrà presso Febal casa venerdì sera. Il programma si può seguire sul sito www.brerart.com e tocca i temi del rapporto tra arte e cibo e arte e mercato. La vera novità è il coinvolgimento di tre luoghi del centro, che la Zona lavora per togliere dal degrado, come lo spazio di via Montello, divenuto giardino condiviso che ora l’associazione Libera ha chiesto sia inserito nel circuito dei luoghi di Expo.

Articolo di Paola D’Amico pubblicato su Corriere della Sera il 21 ottobre 2014

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2 Responses to Corso Garibaldi, battaglia sui graffiti

  1. Enza P.C. Rispondi

    21 ottobre 2014 at 12:57

    MA CHE STORIE FALSE SI RACCONTANO..per giustificare tutto.

    IL CAM FALCONE BORSELLINO ALL’ESTERNO E LINDO DAL 23 MAGGIO 2013.
    SOLO DENTRO SUI MURI “INTERNI” ci sono vecchi graffiti, bruttignaccoli, che neppure nell’evento di maggio 2013 si son potuti rimuovere.
    POI la è sempre stato pulito perfettamente pulito e ripulito dai nostri volontari.

    Che però in quanto definiti genericamente “Angeli” finiscono “molto molto stranamente” per diventare ESSERI EVANESCENTI nell’informazione giornalistica, nella conoscenza del presidente del consiglio di zona 1 ecc. L’intero perimetro esterno del CAM Falcone e Borsellino è PULITISSIMO DA GRAFFITI.
    A MENO CHE QUALCHE GRAFFITARO ELEVATO A STREET ARTIST PROVVEDA A VANDALIZZARLO MOLTO “OPPORTUNISTICAMENTE” TRA OGGI. E DOMANI

  2. Tommaso Incerti Rispondi

    23 ottobre 2014 at 05:54

    Leggo su vostro Facebook che ci sono a Padova artisti già famosi che però hanno il vizietto di imbrattare anche:

    “Writers condannati a pagare 30mila euro se non cancellano i graffiti
    Il provvedimento del gip Cavaggion contro due writers padovani prevede la sospensione della pena solo nel caso siano eliminate le scritte”

    Dunque: ONORE a chi non si fa prendere per i fondelli e punisce come meritano gli imbrattatori/artisti “santi” solo secondo il momento.

    Nelle strade di Milano, per esempio il riquadro cartaceo, appiccicatissimo e inamovibile, di TvBoy ha imbrattato il centro ovunque, è stato attaccato su una miriade di supporti pubblici: cartelli segnaletici per la sicurezza stradale, pali, centraline ecc. ecc.. una schifezza invasiva biancheggiante (larga circa 20 x 20 cm) già segnalata e denunciata da cittadini retake (con innumerevoli foto) a chi “dovrebbe” intervenire per impedire che Milano continui a essere il parco giochi dei devastatori.

    Se si volesse ovviamente… perché se a monte proprio non si vuole…al cittadino resta ben poco da fare. Se non dirlo anche qui. Sono tante le città italiane che si mobilitano, Roma fa già una guerra durissima ai promotori di se stessi con affissioni abusive di ogni tipo. E Milano? Mentre Expò già alita sul collo…che fa Milano? Ce lo stiamo chiedendo in molti. Che cosa fa Milano. Bhoooo!!!

    Però per chi volesse vedere in faccia “l’artista” TvBoy” presente e partecipante all’evento sopradescritto si dia da fare. Ma suggerisco di resistere assolutamente alla eventuale tentazione di portare con voi sticker tipo Tv Boy da appicciccare subito sulla sua opera d’arte.
    Rischiereste una denuncia e forse pure l’arresto. Si perchè per… Brerart lui crea ARTE.
    Il resto è gioco…è promozione abusiva…è imbrattamento invasivo..si però con tutto quello che c’è da fare a Milano e… dai… “mica si può punire con l’esclusione da eventi d’arte cittadina uno che l’imbratta ovunque la città”, almeno finché non ha ripulito le sue porcherie. O NO?

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