Scala dei Giganti ancora imbrattata da scritte

La vicesindaco Martini: «Un gesto d’inciviltà, costoso il ripristino». Presto pene più severe

TRIESTE – Nuovo, grave episodio di vandalismo a opera degli imbrattatori di muri: Scala dei Giganti, sovrastante piazza Goldoni, si presenta devastata da scritte vergate con vernici spray. E i “writer”, supposto che con la denominazione spesso si cerca di nobilitare chi ha solo spregio della cosa pubblica e del denaro dei contribuenti, almeno quelli “artistici”, non c’entrano. Le scritte, oltre a quelle riferentesi a sentimenti la cui

nobiltà, se genuini, meriterebbe ben più di una pietra o di un pezzo di malta per essere immortalati, inneggiano a Stefano Cucchi. Si tratta dell’uomo deceduto mentre era in custodia da parte della Polizia di Stato, assurto a simbolo di alcuni settori para politici “alternativi”. Altre frasi inneggiano al “solito” antifascismo. «È un danno ingente – commenta la vice sindaco Fabiana Martini – e fa ancora più male perché rivela una scarsa considerazione del bene comune. Purtroppo la mancanza di educazione e senso civico sono evidenti: per rimediarvi servono anni di sensibilizzazione. La sorveglianza anti vandalismi, che pure viene attuata dalla Polizia locale, è problematica e a meno di colpi di fortuna non si riesce a individuare e punire i colpevoli». In merito, la prossima settimana è in agenda la discussione di una mozione che prevede l’aumento delle sanzioni per chi si rende responsabile di tali comportamenti. Il ripristino della Scala dei Giganti sarà attuato da personale dell’AcegasApm, come spiega da parte del Comune Andrea Dapretto. «I loro tecnici – racconta l’assessore ai Lavori pubblici – intervengono in base a un contratto con l’amministrazione comunale, che riguarda i soli edifici e beni pubblici, o su nostra stessa indicazione o autonomamente». Ma, ovviamente, alle pulizie e ai ripristini c’è un limite fissato in proporzione al valore del contratto. «A volte – spiega Dapretto – specie in casi di scritte particolarmente offensive o in posizioni particolari, quali le scuole, facciamo intervenire i lavoratori socialmente utili ma non sempre è possibile». E anche la predisposizione di pellicole o vernici protettive trasparenti non è così semplice: su manufatti storici, a esempio, l’iter burocratico, anche per l’intervento della Soprintendenza, è laborioso.

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