MILANO – Tra i reati contestati anche il danneggiamento aggravato A marzo in sette a processo. Rota: per noi un evento storico L’identikit degli imputati: hanno tra i 19 e i 25 anni e provengono quasi tutti da famiglie facoltose
Hanno imbrattato treni della metropolitana e tram fermi nei depositi Atm.
Hanno impresso le proprie “tag” sui muri dei palazzi popolari di corso di Porta Ticinese, delle case di viale
Gorizia e dei negozi di via Muratori. Ora dovranno rispondere a vario titolo di imbrattamento e danneggiamento aggravato. Sono sette – per il momento – i graffitari rinviati a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sul writing vandalico, affidata al pm Elio Ramondini. Le indagini, condotte dal vice commissario di polizia locale Marco Luciani, si sono servite di perquisizioni e sequestri di smartphone. Le udienze sono fissate a partire dal prossimo 23 marzo.
Oltre alla pena, che in alcuni casi potrebbe superare i tre anni di reclusione, gli imputati rischiano di dovere risarcire per decine di migliaia di euro i condomìnie Atm, rappresentata dagli avvocati Daniele Avella e Caterina Malavenda. Il presidente Bruno Rota dice: «Come parte civile, chiederemo ci sia restituito ogni euro speso per riparare i sistemi di sicurezza e ripulire i vagoni, ma anche il costo di tenere fermi i treni durante il restauro.
Questi processi per noi hanno una portata storica: per anni abbiamo denunciato i danneggiamenti, senza ottenere risposte efficaci. Ora che la procura ha riunito le denunce e le ha affidate a un pm di grande professionalità, si vedono i risultati». I sette writers andranno a processo dopo avere escluso ogni ipotesi di patteggiamento. Nessuno di loro ha chiesto i “lavori socialmente utili” previsti da un accordo fra procura e Comune.
Sei dei sette imputati sono italiani, uno è figlio di genitori ucraini. Hanno fra i 19 e i 25 anni e si firmano Bueno , Snou , Supa, Kiroz , Tucks , Zone , Erpes . La maggior parte di loro vive con mamma e papà, in zone residenziali del semi-centro. Usano la propria cameretta come base da dove partire per i raid vandalici e dove tornare una volta imbrattati muri e metrò. I fatti contestati risalgono a un periodo compreso fra il 2010 e il gennaio 2014. Fra le centinaia di graffiti sui muri, anche quelli «sulla vetrina dell’esercizio Ovs in corso San Gottardo». Quanto ai mezzi pubblici, il danneggiamento risulta aggravato dal fatto che «il bene sia destinatoa pubblico servizio». In particolare, i capi di imputazione fanno riferimento al «deterioramento mediante scritte» di «una vettura della metropolitana della linea 3», «di una vettura della linea 2 ricoverata presso il deposito di Famagosta» e «del tram numero 7605 di proprietà di Atm». In attesa dei primi processi, le indagini proseguono. Fra gli episodi su cui indaga la procura rientrano anche le incursioni nei depositi Atm e Trenord, che nell’ultimo anno e mezzo sempre più spesso sono state associate a intimidazioni, o vere e proprie aggressioni dei writers a vigilantes e forze dell’ordine.
Articolo di FRANCO VANNI pubblicato su La Repubblica il 25 novembre 2014
Maria Gabriella
15 dicembre 2014 at 18:47
Sarebbe qualcosa di storico ed eclatante se punissero severamente questi delinquenti. Sarebbe ora visto come hanno ridotto questo ex bel paese dico ex perché adesso tante sue città versino in uno stato pietoso e i politici tutti dovrebbero vergognarsi come anche tutti quei magistrati che non applicano la legge. Speriamo finalmente che questa sia la volta buona