E sulla chiesa scritte contro polizia e politica

E sulla chiesa scritte contro polizia e politica Imbrattata la facciata del Ss Crocifisso, la firma “Gomez” è la stessa trovata su un muro del Nido

Chieti 2

Imbrattata la facciata del Ss Crocifisso, la firma “Gomez” è la stessa trovata su un muro del Nido

CHIETI – A testa in su ieri mattina tutti gli abituali frequentatori di piazzale Marconi allo Scalo. Tutti intenti a guardare la mega scritta rossa apparsa nella notte che attraversa quasi tutta la facciata del Santissimo Crocifisso. La scritta si trova al di sopra dell’alto portone della chiesa e la prima domanda che tutti si sono posti è stata come l’ignoto writer sia riuscito ad arrivare lassù. L’unica cosa che si sa, al momento, è che l’anonimo writer ha lasciato una firma che, al contrario della sua identità, è abbastanza nota, visto che ogni tanto rispunta su qualche muro. Il messaggio è firmato, infatti, Gomez, stessa firma che si trova sul muro dell’asilo (vedi foto sopra) anche se un po’ stinta e apparsa qualche tempo fa sempre su un muro della stessa

chiesa e ancora su un altro messaggio lasciato nella vicina via Avezzano. Anche la scritta di via Avezzano, come quella apparsa sulla facciata principale della chiesa, è stata svelata stamattina dai primi raggi di sole. Quella di via Avezzano e quella del muro laterale della chiesa non hanno richiesto particolari operazioni per essere realizzate, a differenza di quella altissima che appare proprio sopra alla scritta “Ss. Crocifisso”. Tutte e tre le altre hanno un contenuto molto simile: puntano il dito contro la politica e le forze dell’ordine. Sulla pietra bianca dell’edificio ecclesiastico in alto si legge: “Crisi: parola inventata dai politici per coprire i loro stipendi d’oro. Rivoltati”. Sul muro laterale, invece, l’autore ha lasciato un messaggio d’odio rivolto a tutti: “Oggi più di ieri odio polizia, caramba, politica, vaticano e finanza”. In via Avezzano, sul marmo nero di un negozio di abbigliamento, “Hombre boutique solo uomo”, si legge: “Governo uguale mafia e morte”. Chi non ha per niente apprezzato i messaggi di Gomez è stato il parroco del Santissimo Crocifisso, don Gino Marino, che ieri ha subito chiamato una ditta apposita per far ripulire le scritte. Del caso si sta occupando anche la Questura.

Articolo di Arianna Iannotti pubblicata su Il Centro il 28 novembre 2014

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One Response to E sulla chiesa scritte contro polizia e politica

  1. Tommaso Incerti Rispondi

    4 dicembre 2014 at 06:35

    E.. ma che problema c’è.

    Con le nuove belle pensate a Roma che valgono per tutta Italia sulla depenalizzazione di molti reati, ora basta che il nostro premier per ottimizzare le risorse, secondo il suo illuminato progetto di Paese Moderno, decida che può essere la Polizia invece degli imbianchini a ripulire tutto. Tanto non servirà quasi più che si diano da fare per trovare i vandali.
    Tanto poi alla fine i maltrattati e pure insultati “addetti alla sicurezza del paese” temo proprio che, dopo aver, per obbligo, dovuto compilare un mucchio di carte con la consapevolezza che sono inutili, potrebbero pure essere sbeffeggiati da quei delinquenti. Che per come mi par di capire “grazie alle nuove norme imposte dall’alto” se ne potranno tornare a delinquere ancora e ancora ” liberi ridanciani e soddisfatti”.

    Eureka! Pare proprio che per trovare una soluzione all’affollamento carcerario e alla lentezza della giustizia italiana, si sia finalmente trovato il modo di far diventare tutti per legge “oneste e brave persone” di fatto non più punibili.
    L’unione europea ci richiama ai nostri doveri, anche comminando pesanti sanzioni e noi….
    E’ come se per una perdita d’acqua grave di un tubo nel mio appartamento chiamassi disperato un idraulico affinché ripari il tubo, e, invece, quello, per fermare l’uscita d’acqua, prendesse tutto a mazzate spaccando i sanitari del bagno, i tubi, le pareti e poi se ne andasse: dicendo eeee …non si trovava la soluzione è meglio che lei cambi casa. Ecco si .. effettivamente, senza più diritti garantiti – soprattutto ai più deboli, forse è meglio andare via dall’Italia, meglio andare dove i diritti garantiti ci sono ancora.

    Peccato era davvero un bel paese questo, chissà perché c’è chi lo vuole deprezzare definitivamente. Forse per poterlo poi svendere al miglior offerente? Chissà..

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