Sfregiate al parco le opere di Buren

Scritte e disegni a pennarello su tutti i lati. Scatta il problema sorveglianza

Vandali in azione sul cubo di specchi installato dall’artista di fama internazionale Già nel 2012 imbrattate alcune statue

CATANZARO – Tratti di pennarello nero e bianco sulla “casa di specchi” di Daniel Buren: l’ope ra recentemente installata al parco delle Biodiversità dall’artista di fama internazionale. Ci sono cuori, scritte d’amore, messaggi agli amici, anche qualche frase oscena: un campionario di inciviltà bello e buono. Uno scempio senza giustificazioni in un luogo caro ai catanzaresi e motivo d’orgo glio per tutta la Calabria. Per la serie, benvenuti a Catanzaro: qui dove l’arte non ha patria. Perché è vero che i vandali sono difficili da scovare ma è altrettanto vero che un’opera di prevenzione e sorveglianza dovrebbe essere attivata in un contenitore d’arte contemporanea così importante qual è il parco delle Biodiversità, fiore all’occhiello non solo per il suo essere polmone verde e a misura di famiglia ma anche per la densità di capolavori d’arte contemporanea custoditi al suo interno. E non si tratta mica della prima volta. Già nel 2012 sono state imbrattate cinque delle sette statue di Antony Gormely e danni furono provocati a due installazioni di Dennis Oppenheim che evocano le antiche pagode. Installazioni che tra l’altro presentavano alcune fasce di plexiglass spezzate. O, ancora le ammaccature sulle colonne de “I Templi cambiano -Terza Paradiso” di Michelangelo Pistoletto. L’opera di Buren, “Cabane éclatée aux 4 couleurs” – che fra l’altro è oggetto di un video che sarà proiettato alla Triennale di Milano – è stata installata lo scorso 7 ottobre alla presenza dell’artista e dell’allora commissario alla Provincia Wanda Ferro insieme ad Alberto Fiz, direttore artistico del Marca e di “In tersezioni”. Con l’intallazione del celebre artista francese il tesoretto del parco internazionale della Scultura alla Biodiversità ha un valore aggiunto. “Ca bane éclatée aux 4 couleurs”, opera in situ, è un vero e proprio organismo plastico- architettonico che ha la caratteristica specifica di trasformare e di essere trasformato dal luogo creando un rapporto di reciproca interdipendenza. Si tratta dell’ultimo dono di “Intersezioni” al parco archeologico Scolacium dove, Buren con le sue creature d’arte era stato protagonista due anni fa Con l’artista francese sono undici i protagonisti dell’arte plastica contemporanea presenti al Parco. Buren si trova in compagnia di Stephan Balkenhol Tony Cragg, Wim Delvoye, Jan Fabre, Antony Gormley, Dennis Oppenheim, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Marc Quinn, Mauro Staccioli. Nomi che contano. Nomi che hanno scritto (Oppenheim, è morto qualche mese dopo l’installazio ne a Catanzaro) o stanno scrivendo la storia dell’Arte contemporanea in giro per il mondo. Nomi che fanno del Parco di Catanzaro un luogo della creatività immerso nel verde e – sfortunatamente – la meta preferita dei vandali di turno. g.v.

Articolo pubblicato il 28 dicembre su Il Quotidiano di Calabria

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