Corso Mameli adesso ci crede

Negozi sfitti ripuliti grazie al «Comitato delle Mercanzie» E il gruppo di Facebook indirizza le spugne su corso Garibaldi

BRESCIA – I professionisti del vetril hanno fatto le pulizie in corso Mameli. Il comitato delle Mercanzie, martedì, ha chiamato l’artiglieria pesante: tre uomini di una ditta specializzata per tirare a lucido i negozi sfitti della via, con i cartelli Affittasi insudiciati dai vandali. Metti la cera, togli la cera: 12 ore di raschietti, rulli, stracci e detersivi. Un giorno e 13 vetrine sono tornate a splendere: le signore ci si specchiano.

Allo scontrino dei solventi ha pensato Buonissimo: Tommaso Martini, il direttore, è il San Pietro del corso. «Ho in tasca le chiavi di tutti e 13 i negozi». Sulla fattura dell’impresa di pulizie ci mettono l’autografo i soci del comitato: qualche centinaio di euro coperto con l’autotassazione per iscriversi (5 euro minimo). È solo la fase uno. Ora mancano le lampadine. «Oggi (ieri per chi legge, ndr) abbiamo fatto l’allacciamento a quattro boutique: saranno illuminate, oltre che pulite. E da domani, massimo lunedì, esporremo opere d’arte al posto del nulla» dice Martini (avvistato ieri in corso anche Tiziano Butturini, il figlio del fotografo Gian: sta trattando per mettere in mostra gli scatti di suo padre). Quelli del comitato sono gli intransigenti del pulito, i castigatori dello spray: giovedì prossimo toglieranno ingiurie e scritte di bomboletta dai muri del corso. «Un lavoro di due giorni: ai pennelli, una ditta specializzata».

Al bando l’immondizia dalla via del poeta-patriota: «È ancora presto per parlare di risultati, ma siamo contenti: prima ci toccava camminare nella sporcizia, adesso è tutto ordinato» fa sapere Micaela Matelloni, della merceria Micheli. Da quando c’è il comitato «non è cambiato tantissimo, ma aspettiamo. È già un risultato che si sia tornati a parlare del corso». Si saldi chi può: da Casabella fanno gli extrasconti dell’80 per cento. Liquida tutto: Giuseppe Lilloni, il proprietario, chiude la baracca. Le commesse non danno virgolettati ufficiali, ma a quanto pare il signore ormai è anziano e per ora nessuno vuole rilevare il negozio.

Una delle vetrine sfitte luccicanti è di Marisa Castelli: volano i calzascarpe nella sua boutique Sarca tra i fanatici dei mocassini, ma gli altri negozi che ha in zona, tre o quattro, sono off limts. Mancano gli inquilini e non si fanno più scontrini: «Nessuno vuole prenderli in affitto perché nel corso non arriva più mezzo cliente». I cinesi pagano cash, pare: «Ma io non do i miei negozi a chi non vende roba di qualità. Per fortuna che c’è il comitato a combattere contro il degrado: qui la gente non ha più voglia di passare». Silvia Gornaghi non ci mette dentro il tacco: «Pensi che abitavo qui, ma mi sono trasferita in periferia. In zona ormai c’è pieno di cinesi, ad andare in giro non mi sento tranquilla: in centro non torno neanche se mi pagano». Ma aver pulito è cosa buona e giusta: «Fa tutto un altro effetto».

Pure il sindaco Emilio Del Bono approva: ieri, su Facebook, ha postato le foto con una parola di commento «Bene». «E certo: se poi ci mettono installazioni e altre opere è ancora meglio. La cultura porta vivacità» pensa Margherita Bertoni. Dal Regno delle scarpe, Filomena D’Amore lancia anatemi: «Sì, aver tolto le schifezze può servire, ma alla fine il corso resta un disastro: nessuno affitta più gli spazi e a noi tocca pagare le tasse, anche se i centri commerciali ci hanno portato via parecchi affari. Dovrebbero darci qualche contributo». Al bar di Mario Danesi si servono cornetti e commenti: fuori, alcune signore dicono che «la via deve tornare al prestigio che merita». Dentro, Mario è scettico: «Al rilancio non credo molto, ci hanno massacrato i centri commerciali. Io sono qui da 40 anni e resto pessimista: gli autobus non passano più, il mercato ha tolto le bancarelle, qui non viene più nessuno».

Qualche spruzzata di veleno c’è stata, però: la pagina Facebook «Brescia che non vorrei» aveva dato appuntamento a spugne e detersivi domani, nel corso, per pulire quattro vetrine. Il comitato è arrivato prima e sono volati gli stracci: «Avevamo annunciato l’intenzione di rilanciare i negozi sfitti lo scorso 22 settembre, in conferenza stampa: non era una novità» replica Vittorio Cinquini, il presidente del comitato. «Siamo contenti

che altre persone pensino al rilancio della via e ci spiace per il fraintendimento, ma noi lavoravamo da mesi al progetto: non immagina quanto tempo ci sia voluto per parlare con i proprietari dei negozi» la versione di Martini. Marco Stellini, che aveva organizzato l’evento sui social, non fa un plissè: «Domani, alle 14.30, puliremo corso Garibaldi: noi teniamo a tutto il centro, non a una sola via. Certo, ci spiace non aver contribuito, ma hanno fatto un lavoro impeccabile».

Articolo di Alessandra Troncana pubblicato il 9 gennaio 2014 sul Corriere della Sera

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