Da Racale a New York – La Street Art

Milano,novembre 2007: Daniele Nicolosi, in arte Bros, viene arrestato mentre dipinge con la sua bomboletta. Milano, aprile 2010: il comune di Milano si dichiara parte civile nel processo per imbrattamento contro Bros.  Ancora Milano,aprile 2013: Bros, prosciolto, inaugura un’opera di Street art autorizzata e promossa dal Comune, il“Padiglione Natura”.

Prima vandalo, poi artista.

Dalle metropolitane alle pareti degli edifici, la Street art, definizione con cui i media si riferiscono all’arte a cielo aperto con spray, stencil, pennelli e smalti,ha invaso quasi tutte le città del mondo e seppur molto osteggiata, negli ultimi anni, in Italia, è diventata oggetto di progetti e iniziative volte in qualche modo a regolamentarla. Nella mattina del 25 marzo le commissioni Cultura e Scuola di Roma Capitale in seduta congiunta hanno presentato una proposta di delibera che indichi a 15 Municipi della capitale linee guida per destinare le aree più degradate alla creatività degli Street artist. Se da un lato,infatti, si cerca di mettere un freno alla giungla urbana in cui convergono generi espressivi che vanno dal Guerrilla Marketing all’uso improprio dello spray per dichiarare amore incondizionato a Claudia, dall’altro, capita che la forza espressiva di un murale si scontri con la comunità che lo ospita.

In questi giorni, a far scalpore è il murale di Ozmo a Racale, in Puglia, che raffigura San Sebastiano con indosso boxer di Dolce e Gabbana e fiches che indicano punteggi diversi secondo dove le frecce scoccate hanno colpito il Santo patrono. Se prima i cittadini e il sindaco, noto per le sue spinte progressiste, si erano entusiasmati per l’iniziativa di alcuni giovani di chiamare Street artist della fama di Ozmo, dopo, ad opera terminata, l’iconografia è stata giudicata inappropriata tanto che il sindaco ha chiesto un ulteriore intervento dell’autore a limitarne i tratti più audaci per ”tutelare il sentimento popolare”. Per Ozmo, che non voleva offendere la comunità,l’opera,proprio perché fuori dagli schemi, è capace di dialogare anche con chi non è solitamente attratto dalle immagini sacre, come i più giovani, spronandoli a riflettere sul potere persuasivo della pubblicità e sul gioco d’azzardo, tema sensibile nella comunità di Racale.

Il dibattito sulla libertà d’espressione è, quindi, tornato a infuocarsi e in Rete ha assunto i toni del conflitto generazionale.

Ozmo, Gionata Gesi, è uno dei writers italiani più apprezzati e la sua fama è cresciuta anche da quando è aumentata l’attenzione nei confronti di quest’arte prima relegata ai margini della società. Sono moltiplicati,infatti, eventi, fiere e manifestazioni dedicate allacreatività urbana, dalla Stroke Art Fair in Germania a Picturin a Torino, al Fame Festival di Grottaglie e in molte parti d’Europa ha preso campo un turismo alternativo :“Gli street art tour” sono organizzati da associazioni come Alternative Berlin che accompagnano i turisti alla scoperta dei murales della grigia Berlino che in realtà grigia non è. Per rendersene conto basta recarsi a Kreuzberg dove si può ammirare“L’astronauta”di Ash o andare in Cuvrystrasse per trovare il murale più famoso del bolognese Blu,”Brothers”.Tappa obbligatoria, l’East Side Gallery. Il simbolo della guerra fredda è oggi un’esplosione d’immagini: è ormai parte del patrimonio nazionale quel“Mortal kiss”tra Breznev e Honecker (realmente avvenuto nel 1979) dipinto dall’artista russo Dmitry Vrubel.

Berlino è la prima meta di un viaggio nell’arte senza però entrare nei luoghi tradizionalmente a essa destinati. Un viaggio che ci porta a New York, che intorno agli anni ‘80,forte della cultura hip-hop e di un’anima underground,si riempie di graffiti,cugini dei murales (il muralismo si sviluppò intorno agi anni ’20 in Messico come risposta popolare alla guerra civile) e incentrati sul lettering, lo studio della lettera, delle tag, firme-spray tridimensionali e colorate delle gang newyorkesi che all’epoca invasero la città dando vita ad un movimento ibrido con la musica, la moda e la pubblicità. Proprio la pubblicità è spesso bersagliata dai soggetti degli Street artists per il suo potere persuasivo e propagandistico anche se capita che molti stencil abbiano un impatto quasi“pubblicitario”. Così è stato per“Baloon girl”: la bambina con in mano un palloncino rosso disegnata dal maestro della Street art, Banksy.

Quando si parla di Banksy è difficile stabilire in quale parte del mondo siamo: nato aBristol, troviamo i suoi graffiti-Rats a Parigi e a Londra insieme alla domestica Leitaa grandezza naturale che nasconde la spazzatura dietro un muro di Chalk Farm; ha lasciato la sua firma di denuncia sui muri di New York ma anche a Gerusalemme con lo stencil “Flower Thrower”e a Betlemme dove sembra creare degli squarci sulla barriera di separazione israeliana con una serie di rappresentazioni che vorrebbero mostrare cosa c’è oltre il muro. Anche Jr è uno Street artist che ha viaggiato moltissimo, il progetto “Inside Out” lo ha portato in 91 paesi dove ha giocato e lavorato con la macchina fotografica e i primi piani della comunità del luogo per creare gallerie di Street art partecipativa sensibilizzando sulla problematica sociale locale.

In Italia, il nostro viaggio parte dalla Stazione Lambrate di Milano dove Blu fa pedalare sopra una giungla di minuscole automobili dei ciclisti giganti. Ma Milano è stata segnata anche dalla mano di Keith Haring, pioniere della Graffiti Art,inventore del”bimbo radiante”e poliedrico artista dell’arte contemporanea spentosi a soli 31 anni di Aids. APisa, il suo murale “Tutto Tondo” domina sul retro di una chiesa nei pressi della Stazione. In Emilia Romagna, dopo Bologna, andiamo a Rimini per i murales dedicati al maestro Fellini che a Rimini deve i suoi natali. Lo studio del luogo è, infatti, una tappa fondamentale per un writer per realizzare opere che si integrino nel tessuto urbano. Un esempio eclatante è la cittadina di Orgasolo, in Sardegna, definita ”il paese dei murales”proprio perché tappezzato di murales che raccontano ai turisti la storia e le tradizioni del posto.

Se Oragasolo è un caso particolare, non sono inusuali situazioni in cui le amministrazioni comunali individuano nel tessuto urbano luoghi ad hoc da destinare ai writer o a progetti che li coinvolgano. È accaduto nel 2012 nelle zone colpite dal sisma in provincia di Modena con il progetto“Icone 5.9”che coinvolse artisti di strada di tutto il mondo e nel 2013 nel Municipio XI di Roma, dove sono stati chiamati sette writers, tra cui Ozmo, a riqualificare ilsottopasso degradato di via Ostiense. Una scelta alternativa e forse più economica rispetto alla rimozione delle vecchie scritte esistenti. Il recupero di edifici imbrattati illegalmente è uno dei punti contemplati nel documento uscito nella seduta congiunta del 25 marzo che segue al Protocollo dell’Urban Act del 2010 e arriva dopo la rimozione per motivi di“decoro ambientale”del murale che ritraeva Papa Francesco in versione supereroe.

Se da un lato, la regolamentazione, è vista come un freno alla libertà d’espressione, dall’altro potrebbe aiutare a delineare il confine tra atti vandalici e arte di strada. ”Lo spray in mano ad un deficiente è un’arma per scrivere ‘ti amo Mara’, dato a un artista è uno strumento” ha dichiarato a Il fatto quotidiano Alice Pasquini,in arte Alicé, che a Bologna ha rischiato un anno di reclusione per imbrattamento ma ha girato il mondo,a volte su chiamata,realizzando opere di Street art come “Suspended”, serie di giovani ritratti femminili che ricoprono una parete di 150 m2 in Warschauer Strasse a Berlino.

Anche lei “imbrattatrice”, poi artista. Sembra questa la perenne tensione cui è costretto un artista creativo di strada. Un po’ come sta accadendo a Racale, ad Ozmo. Il punto, forse, oltre la classica domanda “che cos’è l’arte?” sta nella labilità del confine tra proprietà privata e intellettuale; dove si esaurisce la morale pubblica e dove inizia il diritto d’autore. Chiederemmo mai a uno scultore di coprire le sue statue perché inappropriate?

Articolo di Giulia Rafanelli su Pronews.it il 31 marzo 2014

San Sebastiano, rappresentato nell’opera realizzata da Ozmo (secondo la sua interpretazione), è un martire, pare nato a Milano, che si festeggia proprio il 20 gennaio.
Ed è il PROTETTORE DELLA POLIZIA MUNICIPALE, a cui va l’onere e l’onore di lavorare anche per il reale contrasto del GRAFFITISMO VANDALICO.
Milano con il suo nucleo speciale insegna.
Ma la Milano della cultura – che finge di non sapere – insegna, purtroppo, che esiste un “drammatica frattura fra chi si impegna al contrasto del degrado, educando i giovani al rispetto delle regole civili e chi, dissennatamente tenta di eleggere, a nuovi educatori di minorenni figure inadeguate.
Ricordiamo: che è “vietata la vendita delle bombolette ai minori” da un preciso articolo di legge.
Ricordiamo che aggirare questa precisa norma – con la pretesa modaiola – di proporre, ovunque, corsi di spray art, con l’escamotage di usufruire di  “istruttori qualificati” solo dalla fama acquisita, non rappresenta ciò che può rientrare nelle LOGICHE EDUCATIVE della scuola pubblica, fino al compimento della maggiore età.

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2 Responses to Da Racale a New York – La Street Art

  1. Marco Mercuri Rispondi

    21 gennaio 2015 at 06:15

    Chiedo: ma è proprio indispensabile far stuzzicare la voglia dei minorenni di identificarsi con gli street artist? Non mi pare si tratti di ottenere risultati positivi sulla questione educativa fra ” legalità o meno” la cosa più importante.
    Cosa può emergere di buono da tutte quelle iniziative che favoriscono la vicinanza di persone dedite al writing con dei bambini?
    A me pare che si tratti più di un “grave problema di rischio tossicità”. A cui non andrebbero esposti mai i minori.
    Pennelli e tele rendono meno alle ingorde “multinazionali dello spry”, che, si sa bene, fanno spedizioni via internet a domicilio? Come fanno a verificare che i loro prodotti siano realmente spediti solo ai maggiorenni?

    Tratto da internet su “Attenzione pericolo aereosol” a firma di Flycat

    E’ possibile classificare le diverse problematiche derivanti da un uso eccessivo e costante di sostanze chimiche quali le vernici spray in due categorie come di seguito riportate. Effetti a breve termine: possono causare dermatiti da contatto, come irritazioni, bruciore della pelle e agli occhi, vomito e diarrea, irritazione al naso, gola e polmoni, mal di testa, vertigini, nausea e spossatezza, irritazione del tratto respiratorio, mancanza di respiro, capogiri, sintomi simil-influenzali, oppressione al petto, nausea. Effetti invece a lungo termine, quali la cosiddetta “asma occupazionale”, dermatite allergica da contatto, cancro ai polmoni, “sindrome del pittore”, ossia l’ inalazione prolungata di vernici e solventi con conseguenti danni cerebrali, danni al sistema riproduttivo e danni al fegato ed ai reni, sensibilizzazione del sistema respiratorio, riduzione anomala della funzione polmonare, enfisema, disfunzione del sistema nervoso centrale. Mi sento però anche in dovere di riportare che ogni diversa azienda produttrice di vernici spray adotta una metodologia che si può differenziare da altre, quindi un ulteriore suggerimento potrebbe essere quello di adottare, come per l’uso dei medicinali, l’abitudine di leggere sulla latta i contenuti chimici ed le eventuali precauzioni d’uso.
    Qualora qualcuno (augurandomi di no nella maniera più assoluta), possa pensare o nutrire dei dubbi riguardo la possibilità di provare uno dei suddetti disturbi, per favore contatti il proprio medico nel più breve tempo possibile per così avere una reale valutazione e per una diagnosi appropriata.
    Parola!
    Flycat

  2. Mauro Bosio Rispondi

    5 febbraio 2015 at 12:33

    Che confusione! Ma quando finirà questa manfrina degli street artist che son santificati da chi se la tira e si inventa “eventi su eventi” con annessi “corsi su corsi”.
    Ma che grande fumosa illusione pseudoartistisca sta invadendo troppi cervelli?
    Ops!.. Scusate è evidente che in certe teste il cervello non c’è.
    Manca proprio dentro la scatola cranica.

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