“Ma chi imbratta un muro deve ripulire a sue spese”

La città è sempre più sporca e si sta diffondendo una fronda vandalica violenta e pericolosa (i. c.)

Andrea Amato, presidente dell’associazione nazionale Antigraffiti, le pare una buona idea questo ritorno alle multe fino a 450 euro per chi viene colto con la bomboletta in mano? «Le multe sono una strada. È giusto che chi commette un reato poi paghi per i suoi atti, quindi se questa strategia funziona da deterrente che ben venga. Spesso sono ragazzi giovanissimi, che nemmeno si rendono conto di ciò che fanno. Ma la sanzione va però accompagnatae inserita in un percorso più generale».

Quale? «Anzitutto, chi imbratta un muro lo deve anche ripulire a sue spese anche perché l’amministrazione non ha soldi, in un certo senso va visto come se fosse un lavoro socialmente utile. Solo così si innescherebbe un circuito virtuoso e uno ci pensa due volte prima di fare uno scarabocchio. E poi bisogna valorizzare chi, invece, fa arte di strada di valore. E sono in tanti, con alcuni di loro come associazione stiamo iniziando a dialogare».

Il Comune sta per concedere una serie di muri liberi ai graffiti, è una strada? «Anche, ma se vengono dati a tutti quanti questa linea diventa quasi controproducente. Vuol dire cedere quasi a un ricatto. Quelli che sono stati identificati dalla polizia e già condannati non meritano di avere spazi ufficiali. Invece ai tanti ragazzi, bravi, che fanno le cose nella legalità è giusto dare una chance ed, eventualmente, anche risorse».

Come le pare la città in questo periodo? «Mi sembra sempre più sporca. I mezzi pubblici sono sempre più presi di mira. Si sta diffondendo una fronda vandalica anche violenta, diventa pericoloso anche per i lavoratori nei depositi. E non è possibile che un treno ancor prima che entri in funzione sia già stato vandalizzato. Noi vorremmo che si desse un segnale forte alla città: le multe sono una strada anche se non è l’unica, noi crediamo nei progetti nelle scuole perché conta educare i ragazzi e su questo tema servono risposte rapide».

Articolo pubblicato il 31 gennaio 2015 su la Repubblica

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4 Responses to “Ma chi imbratta un muro deve ripulire a sue spese”

  1. Donato Paolone Rispondi

    3 febbraio 2015 at 23:21

    Ciao Andrea. Adesso che abbiamo un nuovo Presidente della Repubblica, c’è la possibilità di presentargli la petizione online da voi creata? Per un’Italia normale!!

    • Andrea Rispondi

      4 febbraio 2015 at 09:25

      Certo, ci muoveremo in tal senso.

  2. Maria Gabriella Rispondi

    5 febbraio 2015 at 17:44

    Vogliamo un Italia che può rappresentare a testa alta il titolo che merita come paese più bello del mondo ma come si presenta oggi di sicuro meriterebbe piuttosto il titolo di paese più imbrattato del mondo ed è un peccato perché ci sono paesi come la Gran Bretagna, la Francia e la Germania che secondo me sono molto inferiori però le loro città sembrano dei gioiellini nel senso che sono molto curate e difficilmente si vedono quelle orrende scritte vandaliche. Si sa che il cretino poi è ovunque però lì i muri scarabocchiati sono l’eccezione mentre qui sono la regola. Dobbiamo insistere affinché il presidente ci dia la possibilità di vedere come ha detto giustamente Donato un Italia normale. Basta essere in mano e schiavi dei vandali. BASTA BASTA BASTA non ne possiamo veramente più

    • Mariapaola Marchitto Rispondi

      22 marzo 2015 at 21:49

      Sottoscrivo le sue parole, signora Maria Gabriella. Delle volte, per non arrabbiarmi o rattristarmi, cammino a testa bassa per non vedere gli scempi. A Roma, dove ho soggiornato alcuni giorni come turista, ho preso un acido e ho ripulito il muro dell’ostello religioso in cui ero ospitata, non ce la facevo più! Mi piacerebbe svegliarmi un giorno e sentirmi dire che è stato solo un brutto sogno!

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