Il writer Erpes fra processi e laurea

Il 23ENNE DEVE RISPONDERE DI DANNI A 200 TRENI DEL METRÒ

MILANO – Virale, rapidissimo. Erpes con la sua firma aveva contagiato oltre 200 treni e vagoni della metropolitana. Il tratto era inconfondibile: lettere maiuscole, piene di colore. I suoi disegni ormai erano diventati compagni di viaggio dei pendolari di Atm e di Trenord. Da un anno e mezzo, però, non disegna più. E per lui si avvicina a grandi passi la laurea in Giurisprudenza. A giugno G.Z. queste le iniziali del writer 23enne – dovrà affrontare nel giro di due settimane quattro diversi processi per la sua particolare attività artistica. Ad incastrarlo, le foto e i filmati trovati dagli agenti della Polizia locale, coordinati dal pm Elio Ramondini, nei pc di altri writer che facevano delle crew con le quali, negli anni, ha disegnato. Il giovane il 9 giugno dovrà comparire davanti al giudice monocratico della quarta sezione penale di Milano, il 12 davanti alla terza penale e davanti a due diversi giudici della settima sezione il 19 e il 22 giugno. In tutti e quattro i casi dovrà rispondere di danneggiamento aggravato. La tecnica dei blitz era sempre la stessa. Il primo ottobre del 2010 aveva lasciato su un vagone della metropolitana un messaggio per la Polizia locale, sulle sue tracce da almeno un anno Io mi volevo divertire ma voi mi avete fatto impazzire, aveva scritto. L’11 dicembre 2010 e il 16 febbraio 2011, nel deposito di Famagosta, aveva autografato con la sua tag due vagoni della linea 2 e il 14 febbraio era stata la volta della linea 3. A Erpes, però, non è andata sempre liscia. Il 9 settembre 2011, dopo aver bucato ancora una volta il sistema di sicurezza di Famagosta, si è rotto polsi e caviglie nella fuga. I carabinieri lo hanno bloccato e identificato. Grazie ai controlli incrociati sui suoi profili internet, la Polizia locale ha collegato le opere di Erpes al giovane e per lui sono cominciati i guai.

Articolo di Benedetta Della Rovere pubblicato il 27 febbraio 2015 su Il Giorno

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4 Responses to Il writer Erpes fra processi e laurea

  1. Gianni Rinaldi Rispondi

    28 febbraio 2015 at 18:49

    Cosa dire a chi studia giusrisprudenza e contemporaneamente viola con costanza le leggi vigenti?
    Non ci sono attenuanti per chi “se ne frega del prossimo e vandalizza” quando è ignorante, figuriamoci se invece è uno colto e quasi un avvocato.
    Il proverbio “ride bene chi ride ultimo” divertirà non certo questo Erpes, ma chi l’ha pizzicato e assicurato alla giustizia.

  2. Maria Antonia Livi Rispondi

    10 marzo 2015 at 20:16

    Chissà se questo giovane, ora, che a causa dei suoi precedenti non troppo edificanti, da un punto di vista sociale, si rammarica di aver una carriera “inevitabilmente” limitata dalle sue scelte di writer vandalo?

    La legge si può gabbare per anni e anni, ma poi i nodi arrivano al pettine e come direbbe mio nonno siciliano :”cu prima nun penza…in ultimo sospira”. Traduco “chi prima non pensa in ultimo sospira.

    Non è però solo colpa sua, lo vorrei proprio dire.
    La colpa è anche di chi in questi anni ha voluto creare ulteriore “confusione e sdoganare il vandalismo” quando era fatto a scopo pseudo-artistico. Ci sono voluti anni e anni di devastazione globale perché si cominciasse a chiamare chi delinque delinquente. Perché i cosiddetti Signori della Kultura sembravano divertirsi un sacco e a fare i Bastian contrari secondo la logica comune.
    E ora chi pulisce l’Italia e la fedina penale di Erpes?.
    Vedo che c’è chi si becca ancora milioni di euro per dare artistici pareri dotti per Expò.
    Ma questo ragazzo, forse, meriterebbe un risarcimento esistenziale dai troppi devianti cattivi maestri.

  3. Andrea Rispondi

    5 aprile 2015 at 13:45

    Sconforta che in un articolo di giornale il vandalismo sia definito attività artistica, senza neanche il beneficio delle virgolette. Mi piacerebbe sapere se la cronista Benedetta Della Rovere userebbeo stesso termine se domani trovasse la propria auto imbrattata da questo idiota.

  4. Marco Mercuri Rispondi

    9 giugno 2015 at 15:01

    Se i loro disegni avessero pregio reale non servirebbero tutte le parole, spesso false, che l’informazione di parte è costretta a sprecare per difendere l’arte di troppi Pulcinella. Con tutto il rispetto dovuto alla maschera di Pulcinella, questi sono solo vandali stralunati e socialmente dannosi, che impongono i loro sgorbi/sghiribizzi a chi, spesso, li pesterebbe di santa ragione.

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