«Il murale è uno scempio autorizzato» Sit-in di protesta davanti al Cassero

L’artista Francesco Mori va giù duro contro l’opera di Zed1

Lo ha definito uno scempio autorizzato. Francesco Mori, pittore e grafico, storico dell’arte e studioso di arte medievale grossetano,non ha gradito per niente la realizzazione del dipinto che nei giorni scorsi è stato realizzato a decorazione di un vasto muro in cemento collocato in prossimità del Cassero Senese. Per protestare contro tale «opera», Mori ieri si è presentato sul «luogo del misfatto» con un cartello su cui era ben leggibile la scritta «Scempio in corso voluto e autorizzato dalle istituzioni». Una provocazione contro un murale, da lui stesso definito come un «cazzotto in un occhio». «Si tratta di uno scempio autorizzato ha spiegato Mori -, voluto e fatto passare in silenzio, senza un concorso di idee, senza sapere la volontà dei cittadini». Mori, artista e storico dell’arte grossetano, è arrivato ieri in Maremma direttamente da Siena, dove sta dipingendo il Palio, proprio per manifestare la propria intolleranza ad un murale che è stato realizzato su un muro di cemento armato a ridosso del Cassero Senese. «Quest’opera è creata ideologicamente per creare shock ed impatto ha affermato -, e può diventare pericoloso. Secondo il Comune di Grosseto questa sarebbe arte, io penso che sia diseducativo. Bisogna portare la gente a riflettere che la bellezza dei pochi monumenti che abbiamo vada preservata. Il Cassero è un luogo caro. Il muro in cemento non era bello, ma almeno riprendeva il profilo antico: con questo murale i graffitari hanno gettato un seme per future emulazioni. Troveremo gente che farà graffiti in ogni luogo, se è possibile fare una cosa di questo tipo al Cassero figuriamoci in altre zone. Il Cassero è un monumento importante, questi colori allucinogeni in un contesto così storico fanno scalpore: sono un cazzotto in un occhio». Ieri mattina la protesta di Francesco Mori è iniziata a metà mattinata, praticamente quando il writers Zed1 stava concludendo il dipinto ispirato alla frase di Monicelli «La speranza è una trappola«. Posizionato lungo la strada che porta da via Saffi a via Fossombroni, proprio sopra al muro in questione, Mori è rimasto col suo cartello fino all’ora di pranzo, e vi è tornato poi nel pomeriggio fino alle 18, orario dell’inaugurazione del lavoro davanti alle autorità. Una protesta silenziosa, educata, ma allo stesso tempo pungente. «Il Comune di Grosseto ha dato i soldi per quest’opera ha concluso -, la Fondazione Cultura lo ha approvato e lo stesso ha fatto la Soprintendenza per i beni artistici e storici: mancano i soldi per mettere a posto le mura medicee e si spendono per i murale? Questa è estetica del degrado».

Articolo pubblicato su La Nazione il 14 giugno 2015 a firma di acap

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