Scritte sui muri e sul portone 15 mila euro di danni alla chiesa

Torino

Circoscrizione 8/ San Salvario. Quando ha letto le cifre in calce al preventivo, don Mauro Mergola è sobbalzato dalla sedia. Quasi 15 mila euro: a tanto ammontano i danni provocati da tag e graffiti con cui, nel corso dell’estate, sono state imbrattate le facciate esterne della chiesa e dell’oratorio dei Santi Pietro e Paolo. Scritte e simboli di ogni tipo, dimensione e colore, che hanno invaso i muri in largo Saluzzo e, a trecento metri di distanza, all’angolo tra via Giacosa e via Saluzzo: «Hanno sporcato dappertutto – dice sconsolato il parroco – . Non hanno risparmiato neanche le porte della chiesa». Cancellare

Don Mauro avrebbe voluto ripulire personalmente portone e pareti, magari coinvolgendo i ragazzi dell’oratorio: «Così avevamo fatto quando era stato macchiato il muro in cemento intorno al cancello in via Giacosa: tutti insieme avevamo dato una mano di bianco – ricorda – . Ma stavolta non possiamo». Le facciate imbrattate, infatti, sono di marmo pregiato. Il loro valore storico e artistico rende necessario un trattamento particolare: «Mi sono dovuto rivolgere a una ditta specializzata, che mi ha chiesto 4.483 euro per smacchiare i muri della chiesa e altri 9.850 euro per quelli dell’oratorio – spiega – . Sono cifre decisamente elevate». Che don Mergola si augura siano coperte dall’assicurazione, cui nei giorni scorsi ha fatto pervenire la richiesta di rimborso: «Se non completamente almeno in parte – sospira, abbozzando un sorriso – . Siamo tutelati in caso di furto o incendio: spero proprio che anche le scritte sui muri rientrino nella polizza». La denuncia

La scorsa settimana, intanto, il parroco si è recato presso la vicina caserma dei carabinieri e ha sporto denuncia contro ignoti. Lui stesso, però, sa bene che trovare chi, con spray o pennarelli indelebili, ha sporcato i «suoi» muri sarà molto difficile: «Mi rattrista questa mancanza di rispetto nei confronti di beni che hanno un alto valore non solo religioso, ma culturale», dice, senza nascondere l’amarezza. Il riferimento, in questo caso, non è soltanto alle scritte: «Queste macchie di inchiostro sono qui, davanti a noi, ben visibili – le sue parole – . Ma non dimentichiamo che, troppo spesso, questi muri sono usati come latrine». In particolare la sera, quando in largo Saluzzo impazza la movida: «Il divertimento è certamente un diritto, ma bisognerebbe anche educare al rispetto».

Un nuovo messaggio in questa direzione, da qualche settimana, don Mauro lo sta lanciando il sabato sera. Dopo aver sistemato due bidoni sul sagrato, davanti alle porte della chiesa che tiene aperte fino a tardi, il parroco passa tra i ragazzi, raccoglie le loro bottiglie di vetro e le cestina davanti ai loro occhi: «E’ un piccolo gesto – dice – che mi auguro possa accrescere nei giovani il senso di responsabilità verso gli altri e i beni comuni».

Articolo de La Stampa di Pier Francesco Caracciolo del 22 Settembre 2015

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