Bagnoli, l’arte dei colori con writer da tutto il mondo

Napoli

Bagnoli, 35 writer da divese nazioni hanno dipinto un muro accanto al parco Totò: 78 tinte utilizzate per un’esplosione di colori ammirata da più di duemila persone. Gli artisti di fama internazionale sono arrivati ieri in via Cupa Starza per partecipare a “Back to the Style - Ritorno allo stile”, la convention sui graffiti organizzata dall’associazione “Bereshit” con il patrocinio del Comune di Napoli e giunta alla quarta edizione. Quest’anno nessun tema da seguire: massima libertà per i partecipanti. Tra i protagonisti della jam, 12 europei, 3 statunitensi e 20 italiani: dall’americano “Ces” al tedesco “Flying Fortress” agli italiani “Pencil” e “Koso”. Insomma i guru dell’arte del “writing”. «E’ un evento atteso in tutto il mondo e pone Napoli al livello di città come New York – ha detto l’assessore Alessandra Clemente – Il muro completato è uno spettacolo e l’aggregazione nel parco eccezionale. Abbiamo valorizzato la grande voglia di fare dei ragazzi che vivono qui». Magenta, turchese, oro. Decine di bombolette hanno lasciato il segno sul muro a fondo scuro preparato dagli stessi ragazzi. Dalle 10 al calar del sole i graffitari hanno disegnato i propri nomi-tag sulla superficie, stravolgendo le lettere in base al proprio stile. L’americano “Ces” è arrivato nel primo pomeriggio: «I graffiti possono migliorare le città coinvolgendo bambini, ragazzi e famiglie, e puntando sull’educazione. Più città dovrebbero essere come Napoli, ho trascorso momenti splendidi e conosciuto bravi artisti». Flying Fortress ha lavorato a poca distanza: «Ho partecipato già alla precedente edizione del festival, ormai siamo una famiglia.

Adoro la città». Da una parte i graffiti dall’altra break dance con le esibizioni ospitate nel parco Totò, dove sono stati allestiti alcuni stand per l’evento sponsorizzato da Urban jungle e Graffiti shop. «Bagnoli ha una lunga storia legata al lettering – ha precisato Daniele Passero, presidente dell’associazione Bereshit – Si scrive sui muri per puro piacere e lo stile di Napoli è molto originale. Invitiamo i writer più forti della scena internazionale per far conoscere alle nuove generazioni tecniche differenti e stili diversi». «I writer, scrivono in genere propri nomi» ha spiegato Umberto Koso intrecciando le lettere sui muri con la vernice spray. «Occorre differenziare tra gli artisti che partecipano a manifestazioni legali e che insegnano quest’arte nelle scuole, e chi invece imbratta palazzi e chiese». Ma perché scrivere sui muri? «E’ il mio modo per esternare le emozioni, c’è voglia di competere ma sopratutto di aggregarsi perché il writing è socialità».

Articolo de La Repubblica di Anna Laura De Rosa del 28 Settembre 2015

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