La città che diventa un’opera d’arte

Arcugnano

«Solo qualche giorno dopo averla terminata e dopo che i media locali hanno raccontato le reazioni che ha suscitato, l’opera “Barba Bride” è stata rivista e completata da qualcuno». Così ha scritto sul suo account facebook MTO, l’artista francese autore ad Arcugnano della sua Barbie con la barba. «È come se lo avesse previsto», dice Antonio Ceccagno, che sta curando con la sua Associazione Jeos tutto il progetto di street art nel paese vicentino. L’atto vandalico, un getto di pittura nera sul volto della sua creatura provocatoria, era ciò che doveva succedere per completare l’opera. E così da inno alla libertà di essere, la cabina dell’Enel dipinta di rosa shocking è diventata il monumento all’intolleranza. Racconta Ceccagno: «Ci ha chiesto: “e ora, cosa farete?” Gli ho risposto che insieme a molti cittadini e ragazzi di Arcugnano abbiamo deciso che così rimarrà». Una sposa sfregiata e bellissima. Il fatto è che questo paese di 7 mila abitanti che si estende zigzagando sui colli vicentini è determinato a diventare una piccola capitale di street art. Un’operazione forse unica in Italia. Un primo esperimento è partito l’anno scorso: in paese sono apparsi i lavori di due tra i migliori street-artist italiani, Diamond e Jerico. E da quest’anno il lancio vero e proprio. Il sindaco Paolo Pellizzari ha incanalato le sue politiche culturali su questo progetto di arte urbana: «Ha un linguaggio immediato, tocca temi sociali, vive su edifici e pareti, parla ai giovani, coinvolge gli studenti, attrae artisti internazionali e promette un turismo di qualità». Per farlo non ci mette un euro (e come potrebbe?), ma fornisce logistica e muri, le spese le coprono i privati, la regia è dell’associazione Jeos. Che sia un progetto ad alto tasso di socialità, lo dimostra il coinvolgimento delle scuole prima di tutto. Qualche giorno fa l’inglese Louis Masai ha terminato i suoi oranghi del Borneo che sbucano dai muri delle scuole medie. Il bozzetto è stato scelto dagli studenti e i prof hanno attivato per l’occasione percorsi didattici sulla biodiversità e le specie in via d’estinzione, temi cari al writer londinese. Non solo, i docenti di arte e di lingua inglese hanno incrociato i loro corsi e tenuto a battesimo un talk tra ragazzi e artista. Qualcosa di simile è successo con le scuole materne. In questo caso genitori e maestre hanno discusso i disegni inviati da altri due writer e dato il via libera per realizzarli la prossima primavera. Sul lungo muro circolare dell’istituto, Millo (pugliese di base a Roma) lavorerà su uno dei suoi enormi immagini in bianco e nero da cui sbucano alcuni elementi colorati: sarà un paesaggio urbano, fitto di grattacieli visti dall’alto, e un cuore rosso ci pulserà in mezzo. Ha scelto invece un’altra cabina dell’Enel il peruviano Xomatoc: la trasformerà in un acquario azzurro, dove un bimbo in posizione fetale diventa, parete dopo parete, ragazzo e poi adulto, sempre immerso nell’acqua. Poetico e coloratissimo, Xomatoc regalerà ad Arcugnano un’opera di sicuro struggente. Prima di loro due si aspetta Bart Smeets, ma per problemi di salute l’arrivo del belga è stato spostato a data da definirsi. I suoi lavori sono molto impattivi e immaginifici, mix di fotorealismo, personaggi e temi sociali. Nel frattempo, fino a domani è visitabile nella sala municipale la mostra con 15 opere tra writing e pittura realizzate da Giacomo Ceccagno, in arte Jeos, alla cui memoria lavora intensamente il padre con l’associazione omonima. E che sta trasformando il volto di Arcugnano.

Articolo del Corriere del Veneto di Fabio Bozzato del 1 Ottobre 2015

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