Ripulite le scritte dei writer. Torna nuovo il muro cimiteriale

Giussano

Hanno cambiato aspetto. I muri del cimitero di Giussano sono tornati lindi. Non più scritte, disegni o graffiti. Con l’auspicio che rimangano così. Uno spettacolo davvero indecoroso fino a qualche giorno fa, la cinta del camposanto è stata ritinteggiata dagli operai del Comune.

Utilizzando le risorse della “dote comune”, l’amministrazione comunale ha dato mandato di effettuare l’intervento nei giorni scorsi, tra giovedì e venerdì. Di dimensioni pari al muro stesso, le scritte occupavano interamente tutte le pareti che girano intorno al cimitero.

Sicuramente così si è riportato a una condizione di «decoro un luogo che deve essere rispettato – ha detto l’assessore ai Lavori pubblici e Patrimonio Roberto Soloni -. Rimango scettico su quanto rimarranno in tale stato. Le pareti bianche e pulite sono spesso un invito per i graffitari. Vero è che l’approccio culturale dovrebbe essere diverso e non mi dispiacerebbe immaginare un luogo della città destinata a quella che per molti giovani è una forma di espressione personale».

In città ci sono altri muri che necessiterebbero di una pulizia profonda, ma vero è che quelli che affacciano su via Rimembranze erano davvero malconci. Soloni si è, poi, detto preoccupato per gli imbrattamenti che ancora campeggiano su alcune pareti esterne della scuola media Alberto Da Giussano.

La scorsa settimana il Comune era intervento, su segnalazione dell’istituto stesso, perché la porta d’accesso, quella di sicurezza e i muri era totalmente imbrattati di graffiti e frasi anche blasfeme. In parte sono state cancellate, in parte non ancora. In alcuni casi, infatti, gli spray utilizzati sono davvero forti.

«Sono sinceramente preoccupato per alcune scritte sulla scuola media di Giussano – ha aggiunto l’assessore Roberto Soloni -. Oltre al contenuto di alcune frasi, non mi lascia tranquillo l’intervento che è necessario effettuare. Vengono usati materiali molto forte, indelebili. Penso dovremo riverniciare ex novo alcune parti perché certi materiali non sono cancellabili».

Articolo de Il Cittadino di Federica Vernò del 3 Ottobre 2015

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