Muri deturpati dalle scritte. Il centro è ostaggio dei writer

Jesi

Centro storico ma anche molte altre parti della città, senza quasi risparmiare alcun quartiere, invase dagli sgraditi segni del passaggio di imbrattatori e vandali sui muri di edifici pubblici e privati. A tal punto da rendere pressoché impossibile un conteggio dei luoghi deturpati dalla stupidità di raid che ben poco hanno di artistico e di espressivo e molto invece dell’incivile. L’ultima segnalazione sui social, quella del già segretario cittadino del Partito Democratico Lorenzo Fiordelmondo: “Pieno centro storico di Jesi, stamane al risveglio mi accorgo che ha preso il via una campagna di sensibilizzazione sul tema dell’asma a mezzo bombolette spray. Una parete che costeggia quasi per intero il vicolo, letteralmente imbrattata. Come diceva il maestro Janacci?…si potrebbe andare tutti quanti allo zoo comunale”. A corredo delle parole, una sequenza di immagini e foto testimoni dell’ennesimo triste risultato di un misero divertimento: una lunga parete nel cuore di Jesi ricoperta da illeggibili e indecifrabili segni neri, eccezion fatta per una parola, “asma”, scritta forse a mo’ di firma da parte dell’autore o degli autori del gesto. Ed ecco subito, sotto il post di Fiordelmondo, spuntare i commenti ma soprattutto altre foto dello stesso tenore, con altri muri del centro di Jesi sfregiati dai maneggiatori di bombolette spray: messaggi oramai purtroppo quasi storici per la datata presenza sulle pareti anche di vie molto frequentate, altri illeggibili scarabocchi, vere e proprie scritte non prive di volgarità. Un problema annoso e ricorrente, di decoro ma ancora prima di cultura e intelligenza dei singoli. Sulla questione aveva a suo tempo puntato il dito il sindaco Massimo Bacci, portando in consiglio comunale le foto di vandalismi, scritte sui muri e imbrattamenti ai giardini pubblici di viale Cavallotti freschi di restyling. Si è parlato, in più occasioni, di telecamere da posizionare in diversi punti di Jesi come deterrente anche contro questi atti ma fanno difetto le risorse. Avviato nei mesi scorsi il funzionamento del primo lotto della videosorveglianza, riguardante tutta l’area fra il centro commerciale il Torrione, piazzale dei Partigiani e Porta Valle, il nuovo Piano delle Opere pubbliche di recente varato dalla Giunta prevede fra le priorità i 150 mila euro da destinare al completamento del progetto. Una seconda fase che prevede di estendere le telecamere anche all’area retrostante il terminal degli autobus, sull’incrocio fra via Acqua e via Imbriani e lungo l’asta di viale Trieste fino ad arrivare alla stazione ferroviaria e al sottopasso di collegamento fra questa e il parcheggio scambiatore di Santa Maria del Piano. Quest’ultimo, al tempo dell’inaugurazione decorato dal lavoro degli studenti dell’Istituto d’Arte, è un altro dei punti da sempre martoriati da vandalismi e imbrattamenti. Si pensa poi di videosorvegliare parchi e zone sensibili, scoraggiando almeno qualche mano. Ma senza fondi, che dovranno arrivare da alienazioni o oneri di urbanizzazione, il progetto è destinato a restare sulla carta.

Articolo del Corriere Adriatico di Fabrizio Romagnoli del 19 Ottobre 2015

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