Cancellato in dodici ore il murales di ‘Ciclon’ Proteste: «Roba da matti»

Pesaro

«ROBE DA PAZZI». Il murales dedicato a Ciclon, personaggio TItradizionale pesarese, realizzato dall’artista reggiano Simone Ferrarini sulla parete in via Massimi dell’ex manicomio San Benedetto sarebbe stato presentato in settimana dall’assessore Mila Della Dora e dal consigliere comunale Marco Perugini. Non lo sarà più. «L’opera finita di realizzare lunedì sera – conferma l’assessore Mila Della Dora – è stata cancellata poche ore dopo, tanto che martedì pomeriggio già era scomparsa». Il primo pensiero dell’assessore è stato di scusarsi con l’artista Ferrarini. Il secondo è stato quello di «attivare la polizia municipale perché indagasse sull’accaduto – continua Della Dora -. Infatti riteniamo quanto avvenuto un danno per l’amministrazione. E’ nostro interesse appurare che cosa è successo ed eventualmente tutelarci legalmente». Ma come è arrivato Ferrarini a dipingere un ritratto di Ciclon sulla parete del San Benedetto è presto spiegato. «Siamo stati contattati dall’artista – informa Della Dora -, autore di un progetto nazionale dal titolo …”Siam tutti matti”». Un nome centrato… «Il progetto è molto carino ed è stato realizzato in altre città d’Italia. In pratica l’artista ricerca storie di personaggi tradizionali, in particolare la figura del ‘matto’ del paese, per poi dedicargli un ritratto in uno spazio urbano. Ferrarini, ha proposto Ciclon, mentre l’amministrazione ha individuato il luogo. Per poter realizzare il murales l’amministrazione che da anni segue, tramite il consigliere comunale Marco Perugini, il progetto “Pesaro Urban graffiti” abbiamo collegato i due progetti. Con l’intenzione di dare risalto all’inaugurazione dell’opera avevavo previsto l’intervento del poeta Pagnini che avrebbe potuto spiegare la figura di Ciclon alle nuove generazioni di pesaresi. Purtroppo però non abbiamo fatto a tempo. Il murales non è durato 12 ore».

A VOLER andare fino in fondo è anche il consigliere Perugini: «Come noi abbiamo chiesto il permesso ad Asur e Sovrintendenza il permesso di far dipingere, chi l’ha cancellato avrebbe dovuto fare altrettanto. E’ stato un atto vandalico. Comunque questo conferma che è importante prevdere una targhetta esplicativa sotto l’opera perché non si possa ripetere il brutto incidente». Parole di sgomento anche da Roberta Ridolfi, promotrice dell’opera: «Per averlo ci abbiamo lavorato due mesi con l’associazione Reperti Urbani, il Comune e l’Asur che ha dato il permesso per il muro. E’ stato realizzato dal Collettivo Fx un gruppo di artisti che si occupa di Street Art da decenni. Questo lavoro fa parte del progetto ” dietro ogni matto c’è il suo villaggio”, un lavoro sociale e culturale davvero unico che prevede che gli artisti facciano tappa in tutta Italia, toccando molte città da Nord a Sud, recuperando la memoria storica del matto di paese e di città. Noi eravamo in questo bel percorso. Solo da noi si è verificata un fatto del genere, un atto incivile e violento. A quanto pare il duo Regresso Arti ha “rivendicato” la cancellazione…..».

Articolo de Il Resto del Carlino del 19 Novembre 2015

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